Marx, Reinhard
Foto: KNA/Harald Oppitz
Società | Chiesa e pedofilia

Il gregge incredulo

Si dimette il cardinale Reinhard Marx, testimone del fallimento nella lotta alla pedofilia.

La notizia delle dimissioni del cardinale e arcivescovo di Monaco e Frisinga Reinhard Marx ha riacceso i riflettori, almeno in Germania, sul fenomeno della pedofilia nella Chiesa cattolica. Nella sua lettera a papa Francesco, il cardinale parla esplicitamente di catastrofe e fallimento della Chiesa nell’apparente tentativo di gettare luce sulle proprie responsabilità. Scrive il cardinale:

Sostanzialmente per me si tratta di assumersi la corresponsabilità relativa alla catastrofe dell’abuso sessuale perpetrato dai rappresentanti della Chiesa negli ultimi decenni. Le indagini e le perizie degli ultimi dieci anni mi dimostrano costantemente che ci sono stati sia dei fallimenti a livello personale che errori amministrativi, ma anche un fallimento istituzionale e “sistematico”. Le polemiche e discussioni più recenti hanno dimostrato che alcuni rappresentanti della Chiesa non vogliono accettare questa corresponsabilità e pertanto anche la co-colpa [Mitschuld] dell’Istituzione. Di conseguenza rifiutano qualsiasi tipo di riforma e innovazione per quanto riguarda la crisi legata all’abuso sessuale.

Non è la prima volta che Reinhard Marx si espone in prima persona su questo tema. Già nei giorni del summit sulla pedofilia indetto da papa Francesco nel febbraio 2019, aveva dichiarato:

Gli abusi sessuali nei confronti di bambini e di giovani sono in non lieve misura dovuti all’abuso di potere nell’ambito dell’amministrazione [della Chiesa]. A tale riguardo, l’amministrazione non ha contribuito ad adempiere la missione della Chiesa ma, al contrario, l’ha oscurata, screditata e resa impossibile. I dossier che avrebbero potuto documentare i terribili atti e indicare il nome dei responsabili sono stati distrutti o nemmeno creati. Invece dei colpevoli, a essere riprese sono state le vittime ed è stato imposto loro il silenzio.

Le dimissioni del cardinale (dal 2014 al 2020 era stato anche presidente della Conferenza episcopale tedesca) non lasciano quindi sorpresi. Sorprende, invece, il senso di incredulità che buona parte dell’opinione pubblica, e soprattutto la comunità dei credenti, ancora manifestano di fronte a simili notizie. Infatti, già nel 2014 la Santa Sede aveva rifiutato di fornire al Comitato ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e al Comitato ONU contro la tortura la lista dei nomi di circa 900 sacerdoti pedofili che nei 10 anni precedenti erano stati ridotti allo stato laicale. Alcuni di loro avevano confessato più di 200 stupri. Inoltre, la richiesta del Comitato ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza di chiudere i pre-seminari e i seminari minori gestiti da ordini e congregazioni religiose (è dimostrato che gran parte delle violenze avviene in questi istituti) non è mai stata recepita. Il 5 febbraio 2014 lo stesso Comitato ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza aveva formulato una serie di suggerimenti per garantire l’incolumità dei minori che frequentano chiese, parrocchie, seminari e scuole cattoliche, naturalmente caduti nel vuoto. Il 1° settembre 2017 la Santa Sede avrebbe dovuto presentare a Ginevra il dossier per dimostrare di averli tramutati in legge e non lo ha mai fatto nemmeno successivamente, sotto il pontificato di Bergoglio.

Del resto, la lettera De delictis gravioribus che stabiliva il principio di assoluta riservatezza dei processi interni alla Chiesa per i casi di pedofilia e l’estensione del vincolo di segretezza della confessione anche fuori dall’ambito specifico della confessione stessa, obbligando così al silenzio le vittime di violenza sessuale pena la scomunica, non fu scritta nel Medioevo. Fu scritta il 18 maggio 2001 dall’allora capo della Congregazione per la dottrina della fede, il cardinale Josef Ratzinger.

Destano sincero sconcerto la cautela, l’imbarazzo se non l’assoluta reticenza con cui in Italia stampa e politica commentano, o non commentano affatto, notizie relative a crimini di tale abominio. Come se un’istituzione che nella sua dottrina ufficiale tuttora condanna l’omosessualità come “disordine morale contrario alla sapienza creatrice di Dio”, esclude le donne dalle sue gerarchie, definisce assassine quelle che abortiscono e interviene sistematicamente sul legislatore per impedire anche ai non credenti di ricorrere all’eutanasia, possedesse ancora un minimo residuo di rispettabilità. Come se un pezzo di Medioevo non fosse mai tramontato.

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Karl Trojer Lun, 06/07/2021 - 12:24

Der Weckruf von Kardinal Marx sollte von der Kirchenhierarchie ernst genommen werden. Die darin angesprochenen Themen (Klerikalismus, Gleichstellung von Frau/Mann, der Umgang mit Sexualität und Menschenrechten, ecc) bedürfen dringend tiefgreifender Reformen ! In einem Interview mit dem Sender ARD hat selbst der Vorsitzende der deutschen Bischofskonferenz, Bischof Bätzing, diese Notwendigkeiten hervorgehoben. Wer Mittlerin der Botschaft Jesu Christi sein will, muß diese zur eigenen Existenzbasis machen.

Lun, 06/07/2021 - 12:24 Collegamento permanente