Ambiente | La scoperta

Meno pascoli, meno biodiversità

L’abbandono degli alpeggi e il cambiamento del clima riducono la varietà delle specie anche nei torrenti, dice lo studio Eurac. Scotti: i corsi d’acqua si impoveriscono.
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Foto: Asp

L’abbandono degli alpeggi ad alta quota e i cambiamenti climatici che spostano sempre più in alto il limite del bosco riducono numero e varietà degli invertebrati che vivono nei torrenti di montagna. Lo hanno verificato gli ecologi di Eurac Research grazie al confronto su 15 torrenti in Alto Adige. Nei corsi d’acqua che attraversano prati con animali al pascolo - indipendentemente dalla quota - la biodiversità è maggiore, mentre nei torrenti che scorrono fra boschi e nelle aree rocciose vivono invece meno organismi. Questa la scoperta contenuta nello studio pubblicato sulla rivista internazionale “Freshwater Biology”.

 

La ricerca su 15 corsi d’acqua

 

Dopo un’analisi topografica dettagliata, gli esperti del centro di ricerca altoatesino hanno individuato in tutto l’Alto Adige 15 tratti di torrenti che scorrono in quattro categorie distinte di copertura di suolo: rocce poco oltre i 2.000 metri, pascoli in quota (attorno ai 2.000 metri), boschi di conifere (sui 1.500-1.600 metri) e pascoli di fondovalle tra i 1.000 e i 1.200 metri. I punti in cui campionare sono stati selezionati in modo che fossero il più possibile simili tra loro per evitare interferenze di altri fattori. 

l nostro obiettivo era valutare se e come la vita degli invertebrati che vivono nel letto dei torrenti venga influenzata dalle caratteristiche del suolo circostante (Alberto Scotti, ecologo di Eurac Research)

“Abbiamo scelto solo torrenti nati da sorgenti e tratti con a monte un’area di quasi mezzo chilometro quadrato libero da attività umane come case o stalle”, spiega l’ecologo Alberto Scotti. “Il nostro obiettivo era valutare se e come la vita degli invertebrati che vivono nel letto dei torrenti venga influenzata dalle caratteristiche del suolo circostante”. 

 

 

Per verificarlo Scotti ha svolto vari campionamenti. In totale ha classificato circa 70 diversi generi o specie di invertebrati. L’analisi della loro distribuzione ha stupito il ricercatore. Diversamente dalle aspettative, la loro presenza non è infatti influenzata esclusivamente dall’altitudine: ci sono più organismi e più specie diverse nei torrenti che scorrono tra i pascoli, poco importa che siano a 2.000 metri o in fondovalle. Non solo, in questi corsi d’acqua i macroinvertebrati acquatici svolgono più mansioni e queste sono maggiormente diversificate, per esempio ci sono organismi che si cibano di vegetali sminuzzati, altri che filtrano le particelle disperse in acqua e così via. In ogni senso, si tratta di popolazioni più varie rispetto a quelle che vivono nei boschi e nelle aree rocciose. 

Già sapevamo che la biodiversità della flora terrestre è maggiore dove si svolge attività di pascolo o sfalcio dei prati. Ci ha sorpreso scoprire che questa relazione valga anche per gli ecosistemi acquatici (Scotti, Eurac Research)

 

Biodiversità nei torrenti di alta montagna, il video di Eurac Research

 

L’abbandono dei pascoli in alta quota rischia quindi di impoverire i torrenti sotto il profilo ecologico

 

Spiacevole sorpresa

 

“Già sapevamo che la biodiversità della flora terrestre è maggiore dove si svolge attività di pascolo o sfalcio dei prati. Ci ha sorpreso scoprire che questa relazione valga anche per gli ecosistemi acquatici. La biodiversità è maggiore sia per quanto riguarda il numero di specie, che il numero di funzioni che gli invertebrati acquatici sanno espletare nei torrenti che attraversano i pascoli”, sottolinea Scotti, che conclude: “L’abbandono dei pascoli in alta quota rischia quindi di impoverire i torrenti sotto il profilo ecologico”.