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Non basta uno schiocco di dita

La ripresa in presenza dell’attività scolastica è legata al problema del trasporto pubblico per via del rischio assembramenti. La questione non è di facile soluzione.
Trasporto, bus, studenti
Foto: upi

La necessità che prima possibile gli studenti di tutte le età possano riprendere in presenza gli studi presso le scuole e le università, da tutti è riconosciuta come una esigenza fondamentale.
La principale preoccupazione non risulta essere la presenza nelle classi, in quanto per lo più ben organizzate con i provvedimenti assunti, ma le occasioni di assembramento che si possono creare al di fuori delle scuole, ed in particolare l'utilizzo del trasporto pubblico per tutta la massa di studenti che devono raggiungere gli istituti scolastici con gli autobus del trasporto pubblico.

Nella discussione in atto sui mass media ed anche in parte nella convinzione di dirigenti scolastici che lamentano l'inadeguatezza dei provvedimenti da assumere per garantire i trasferimenti in sicurezza della popolazione scolastica, a mio avviso, per l'esperienza che ho potuto fare come Presidente della SASA per quasi venti anni, manca una corretta informazione sulle difficoltà che si devono e possono incontrare per un servizio di tale natura, e mi meraviglio che gli Enti preposti e le Aziende non forniscano all'opinione pubblica con chiarezza quali siano le effettive problematiche, per dare risposte ad un sufficiente aumento dell'offerta di servizio nelle ore richieste per il trasporto scolastico, ma anche per quello dei lavoratori che devono raggiungere il posto di lavoro circa negli stessi orari.

Ricordo che negli orari di punta (7.00 -8.30) già tutti i mezzi disponibili all'azienda di trasporto (e così penso sia in tutto il Paese) erano impegnati a sostenere il trasporto di studenti e lavoratori, utilizzando corse bis per garantire tutte le richieste, e già tali autobus normalmente viaggiavano strapieni. Ora occorre tener conto che con le disposizioni Covid, la possibilità di presenza sui mezzi si è dimezzata e spesso gli autisti, in tali orari di punta, devono lasciare persone a terra per il raggiungimento nel numero massimo di posti utilizzabili.

Solo in questi giorni, con notevole ritardo, la Provincia ha provveduto a presentare un programma di potenziamento , che sarebbe dovuto già essere elaborato all'inizio della pandemia e soprattutto contestualmente alla ripresa delle attività scolastiche

Va poi evidenziato che ad un aumento di vetture in circolazione devono corrispondere nuovi autisti, e che da sempre le aziende si trovano in difficoltà nel reperire personale per soddisfare le esigenze  del trasporto ordinario.
È sicuramente una buona idea, in questo periodo di chiusura del traffico turistico, affidarsi ai noleggiatori privati, pur tenendo conto che non sarà mai possibile, come molti richiedono, di raddoppiare il servizio, sia perché i pullman turistici hanno capienze ridotte (mediamente 50-60 che, ridotti dalle disposizioni Covid, possono in media garantire 30-25 posti), devono essere adattati nella funzionalità del trasporto pubblico, dotati di obliteratrici, e sul mercato il numero dei mezzi non è tale da consentire un raddoppio dell'offerta.

Potrebbe essere una buona soluzione trasferire tutti gli articolati della linea Bolzano-Merano sull'urbano delle due città e lasciare ai mezzi dei noleggiatori privati il trasporto sull'extraurbano di tale linea, ciò consentirebbe di recuperare spazi di presenza nel trasporto urbano.

È poi da tenere in considerazione che oltre al traffico studentesco va garantito quello dei lavoratori, che , nonostante il calo dovuto allo smart working, continua ad esistere e purtroppo spesso viene sostituito dall'utilizzo del mezzo privato, che in effetti in questi mesi ha registrato un considerevole aumento, creando difficoltà alla circolazione e maggior inquinamento nell'ambiente cittadino.

Solo in questi giorni, con notevole ritardo, la Provincia ha provveduto a presentare un programma di potenziamento, che sarebbe dovuto già essere elaborato all'inizio della pandemia e soprattutto contestualmente alla ripresa delle attività scolastiche.
Non è altresì pensabile che il problema del potenziamento sia risolvibile con il finanziamento e l'acquisto di un maggior numero di autobus per le aziende, in quanto i tempi per la loro eventuale fornitura richiede procedure di bandi, selezione delle caratteristiche tecniche, costruzione e messa in opera, e si spera che per quel tempo la pandemia venga superata grazie ai vaccini e al buon comportamento dei cittadini. Piuttosto vorrei chiedere all'azienda se risulta vero, che a pandemia iniziata, sono stati alienati quegli autobus che venivano sostituiti dai nuovi acquisti, e non si è pensato invece di mantenerli in servizio, proprio per far fronte ad una esigenza eccezionale.

...chi si inventa che basta uno schiocco di dita per raddoppiare il servizio, fa solo facile demagogia e dimostra di non conoscere la complessità dei problemi legati ad individuare idonee soluzioni

Infine voglio evidenziare che un grande problema legato alla funzionalità del trasporto pubblico ed al suo finanziamento , potrà presentarsi al termine di questa epidemia, quando potrà essere ripresa un'attività normale ed una presenza sugli autobus non limitata dal Covid. Quanta utenza avrà perso l'abitudine di usare il mezzo pubblico per i suoi spostamenti, quanti cittadini lasceranno a casa la macchina, ormai abituati ad un suo normale utilizzo?

Sarà necessario pensare ad una campagna di sostegno e di recupero di tale utenza, anche attraverso provvedimenti di limitazioni del traffico privato, che ne scoraggi l'utilizzo soprattutto in città.
È giusto che il cittadino sappia che queste problematiche legate all'organizzazione del trasporto pubblico, non sono di facile soluzione, e chi si inventa che basta uno schiocco di dita per raddoppiare il servizio, fa solo facile demagogia e dimostra di non conoscere la complessità dei problemi legati ad individuare idonee soluzioni.