Politica | Dibattito sulla procedura

Riforma dello statuto. Palermo: "attenti a non allungare i tempi".

Il senatore reagisce alle obiezioni sollevate ieri da alcuni in casa SVP, in merito all’opportunità o meno di ospitare in consiglio regionale il confronto sulla riforma dello statuto di autonomia.
Foto: © Südtirol schmeckt

Quando lo abbiamo raggiunto al telefono a Palazzo Madama Francesco Palermo ci ha risposto da “tecnico”: “partire in una cornice solo provinciale significa avviare un processo più lungo e più complicato, perché giuridicamente dal coordinamento delle due province si dovrà comunque passare”. 
Dunque se non lo si fa subito bisognerà farlo dopo. Palermo mostra pragmatismo: “alle obiezioni politiche non penso nemmeno, perché l’importante è che si parta”. Ma subito dopo si fa strada anche la consapevolezza del nuovo ruolo assunto dal giurista: “mi rendo conto che a Bolzano ci sono ancora queste vecchie remore sull’idea della regione”.

Dunque i tempi si allungheranno, seguendo i ritmi della politica, tra l’altro dettati in questi giorni da ansie ed inquietudini. 
L’allarme di Palermo in questo senso è quanto mai esplicito: “bisogna partire perché se si aspetta ancora un po’ e magari ci si preoccupa per l’arrivo di nuove elezioni  intanto si perdono competenze e ci si trova in difficoltà”. 
Il “tecnico” dunque vorrebbe accelerare i tempi, per cercare di mantenere le promesse del “politico”. 
“Ho avuto la possibilità di entrare nelle commissioni dei 6 e dei 12 ma ho deciso invece di candidarmi a sorpresa perché le commissioni lo statuto lo applicano, ma è invece la politica che lo scrive e lo riscrive” ci ha detto Palermo. 
“La cosa più semplice dal punto di vista procedurale sarebbe che io e Zeller ci mettessimo a tavolino e presentassimo la nuova bozza di statuto come legge costituzionale, ma questa procedura sarebbe quanto di più sbagliato perché abbiamo bisogno del coinvolgimento delle diverse posizioni a livello locale” ha aggiunto.

Dunque una bozza condivisa di nuovo statuto, ma che poi dovrà poi fare i conti con l’analogo progetto di Trento. E la metafora proposta a questo proposito dal neo-senatore è quanto mai esplicita: “se le strade saranno separate, correremo il rischio di trovarci come con i ponti dell’Irpinia in cui inizi a costruire dalle due parti e poi nel momento di congiungerle ti ritrovi con metri di differenza”.