Società | l'allarme

Covid, aumentano gli abusi sui minori

Tra il 60-70% dei bambini ha vissuto episodi di violenza dentro le mura domestiche. Va meglio in Trentino Alto Adige ma gli esperti avvisano: il peggio deve ancora venire
violenza minori
Foto: npr

In una situazione di sofferenza generalizzata, come quella scatenata dalla pandemia, a pagare il prezzo più alto sono ancora i più fragili, soprattutto bambini e adolescenti. Un nuovo allarme viene lanciato dalla Fondazione Cesvi che ha presentato nei giorni scorsi la IV edizione dell’Indice regionale sul maltrattamento all’infanzia in Italia, focalizzato quest’anno in particolar modo sulla relazione che intercorre tra Covid-19 e salute mentale.

Dopo più di un anno di convivenza forzata con il virus, il “trauma collettivo da Covid-19”, così come viene definito, si è abbattuto prepotentemente sulla salute mentale della comunità, con conseguenze maggiori soprattutto sulle nuove generazioni, che diventano più esposte al rischio di maltrattamento tra le mura domestiche a causa dell’aumento dei fattori stressogeni all’interno del proprio nucleo familiare.

Le ricercatrici Giovanna Badalassi e Federica Gentile, con la loro relazione, sono riuscite a mostrare i livelli di vulnerabilità, nonché il rischio al maltrattamento dei più giovani, per ciascuna delle venti regioni italiane, mettendo in relazione i fattori di pericolo presenti sul territorio e la capacità di risposta delle amministrazioni locali, attraverso la propria rete di servizi offerti alla cittadinanza.
A uscirne con la schiena un po’ più diritta è proprio il Trentino Alto Adige che, nonostante il rapporto indichi come il bagaglio di servizi offerto sia bisognoso di diverse migliorie, grazie al basso rischio di vulnerabilità domina la classifica delle regioni più virtuose nella gestione dei maltrattamenti su minori, superando per la prima volta la regione Emilia Romagna, che resta comunque la più impegnata per quanto riguarda il sistema di prevenzione delle emergenze.
Chiude la classifica, con un grido di allarme, il Mezzogiorno con Campania, Sicilia, Calabria e Puglia, che presentano un rischio alto legato al maltrattamento infantile e un’offerta di servizi dislocati sul territorio carente e del tutto insufficiente rispetto alla portata del problema.

 

“Il peggio deve ancora venire”

 

Il prolungarsi della pandemia, secondo il rapporto, ha reso cronica e strutturale l’emergenza della prima ondata, erodendo progressivamente alla radice la capacità di resistenza psicologica e resilienza sociale.
Il quadro emerso dall’indagine rivela un’escalation preoccupante della conflittualità all’interno delle famiglie più fragili, con un aumento considerevole della violenza contro le donne e aggressioni fisiche e verbali assistite e/o subite da bambine e adolescenti.
La casa rappresenta dunque il luogo più pericoloso: tra il 60 e il 70 percento dei bambini e delle bambine con un’età compresa tra i 2 e i 14 anni avrebbe vissuto episodi di violenza emotiva da parte dei propri genitori o tutori.
Il forte stress a cui sono stati sottoposti genitori e bambini legato alla paura di ammalarsi, a fattori economici, alla didattica a distanza e ai minori contatti sociali ha fatto sì che oltre il 43% dei cittadini e delle cittadine italiane registrasse un peggioramento della propria salute mentale. Aumentano infatti le richieste di aiuto psicologico da parte dei più giovani ma anche i loro tentativi di suicidio e autolesionismo, che, dall’inizio della seconda ondata a oggi, sono aumentati del 30%.

Va anche ricordato che il fenomeno è ampiamente sottostimato: per ogni caso denunciato ce ne sono nove sommersi


Tale quadro, avvertono i ricercatori, risulta ancora più grave e preoccupante di quanto non sembri già, considerando che il fenomeno emergerà in tutta la sua interezza solo quando la pandemia sarà giunta al termine.
“Le istituzioni devono agire subito. Dopo anni di mancati investimenti il nostro Paese si è presentato chiaramente impreparato alla prova della pandemia. È dunque indispensabile un rafforzamento dei servizi territoriali per renderli all’altezza della sfida che ci attende - ha ribadito Gloria Zavatta, presidente della Fondazione Cesvi, durante la presentazione del rapporto -. Il rischio di maltrattamento per i nostri bambini e le nostre bambine crescerà in modo esponenziale e con esso il bisogno di cure mentali. È arrivato il tempo della cura e non possiamo più permetterci di essere indifferenti a questo tema. Va anche ricordato - conclude Zavatta - che il fenomeno è ampiamente sottostimato: per ogni caso denunciato ce ne sono nove sommersi”.

 

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Karl Trojer Lun, 05/10/2021 - 11:48

Che il maltrattare bambini e giovani avvenga soprattutto in famiglie, e che i casi denunciati siano solo circa il 10% dei casi reali, è un alarme cruciale. In proposito le autorità competenti debbono agire urgentemente con ampi programmi di prevenzione e con seri interventi sui casi denunciati !

Lun, 05/10/2021 - 11:48 Collegamento permanente