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“Il Fuss non deve morire”

Software libero nelle scuole italiane, la lettera aperta dei docenti a Kompatscher e Vettorato: “Continuiamo a promuovere il progetto ed estendiamolo”.
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Foto: unsplash/Luca Bravo

Sul cosiddetto Fuss, il progetto di software libero nelle scuole di lingua italiana interrotto dopo 14 anni di “onorata carriera” in favore di un allineamento ai sistemi scolastici di lingua tedesca e ladina, non è ancora il momento di gettare la spugna. Dopo la pioggia di critiche su Palazzo Widmann i docenti si mobilitano. Nel corso dell’assemblea generale della categoria della scuola della Cgil/Agb gli insegnanti hanno infatti scritto una lettera aperta al presidente della giunta Arno Kompatscher e all’assessore Giuliano Vettorato per chiedere di estendere l’utilizzo di software libero a tutta l’amministrazione provinciale.

La richiesta in particolare è che la Provincia sia “protagonista nel promuovere la sostenibilità digitale e che non si faccia morire, ma si estenda l’esperienza fatta nelle scuole italiane con il progetto Fuss, relativo alla sostenibilità digitale”. I docenti ricordano del resto che proprio lo stesso presidente Kompatscher nella recente relazione di bilancio ha indicato come leitmotiv la sostenibilità e la sua declinazione digitale rientra nel “pacchetto”.

Non si faccia morire, ma si estenda l’esperienza fatta nelle scuole italiane con il progetto Fuss, relativo alla sostenibilità digitale

“Grazie all’uso di Linux e di software libero, quale ad esempio LibreOffice, le scuole in lingua italiana della provincia hanno raggiunto un altissimo livello di autonomia digitale. In particolare l’efficienza ed adattabilità del sistema operativo Linux permette di sfruttare appieno l’hardware disponibile, riusandolo per periodi più lunghi di tempo rispetto a quanto imposto da altri sistemi operativi proprietari che obbligano l’utente a rincorrere dei cicli brevi di obsolescenza programmata cambiando più spesso il pc, in netto contrasto ad un’esigenza diffusa di sostenibilità ambientale che segua i principi dell’economia circolare”, sottolineano gli insegnanti nella lettera. Insomma, come testimonia chi opera nelle scuole di lingua tedesca, l’esperienza con “software proprietari” non è per nulla esente da problemi e intoppi pratici, nonostante il costo delle licenze.

Particolare nient’affatto trascurabile: come ha sottolineato il consigliere provinciale dei 5 stelle Diego Nicolini il progetto Fuss fino a oggi è costato all’amministrazione provinciale 670.000 euro, mentre mantenere Windows per lo stesso periodo sarebbe costato circa 2 milioni e 500.000 euro. Per i docenti, dunque, l’investimento di soldi pubblici in software libero e riusabile, in capitale umano e nella formazione, permetterebbe di “stimolare ed incentivare il lavoro e la collaborazione delle aziende locali ed evita di foraggiare le solite multinazionali del software dirottando i nostri soldi pubblici fuori dal territorio europeo”. Palla alla Provincia.

 
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Martin Senoner Mer, 01/08/2020 - 14:27

FUSS (englisches Akronym) müsste auch auf die deutsche und ladinische Schule ausgedehnt werden, so wird das Argument, dass verschiedene Systeme verwendet werden, entkräftigt. Bis jetzt setzt nur die Technologischen Fachoberschule TFO "Max Valier" auf Linux!

Mer, 01/08/2020 - 14:27 Collegamento permanente
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Corinna Lorenzi Mer, 01/08/2020 - 18:54

Ja, das sollte es! Damit würde nicht nur eine nachhaltige "Harmonisierung" der Systeme herbeigeführt, es würden auch Lizenzgelder in Form von Personalressourcen in das lokale Bildungssystem und langfristig in die lokale Wirtschaft gepumpt werden (statt in fernab liegende Staaten).
Dazu auch noch eine Sensibilisierung in puncto digitale Nachhaltigkeit angestoßen (bei Lehrer*innen, Schüler*innen und Eltern) und vielleicht sogar so etwas wie eine digitale Privatsphäre gewährleistet (wo wandern die schulischen Daten, die mit Microsoft 'gehandelt' werden eigentlich hin...?).

Mer, 01/08/2020 - 18:54 Collegamento permanente