Dominik Paris
Foto: Facebook/Paris
Società | Finferli e nuvole

Magic Paris

L’Athesia a Dominik gli ha tolto una bandiera e io, per compensare, vorrei donargli un altro nome.

Quando sorride sembra un furetto, con quei dentini sporgenti. E' un simpaticone. Con uno così io ci andrei subito a bere due birre di quelle da 0,5. Secondo me gli piace la Weizen. Deve essere uno che se lo hai come vicino ti aiuta anche a spalare la neve. Mi piacerebbe giocarci in coppia a Watten se mi ricordassi come si fa.

In pista spacca tutto. Non “pennella” né “disegna” le curve. Lascia andare, “molla” gli sci. Sbaglia anche traiettoria, deraglia e derapa. Ma, a trecento metri dal traguardo, è il più veloce.

“Allora Dominik”, gli chiede il cronista italiano, “com'è andata?”

Lui sorride e dice: “non so cosa dire.”

Non prendetevela con gli attuali cronisti italiani, sono migliorati tantissimo. Trent'anni fa ce n'era uno che commentava le vittorie di Maicol Mèier detto Muk.

Dominik lo chiamerei anche Domenico. Anzi, visto che lui alla lingua preferisce il dialetto, Mimmo.

Domme parla ancora meno di Sinner. E quando parla è tutto uno slalom.

In discesa libera è già tra i più forti della storia. Ha raggiunto gente come Michael Walchhofer e ha nel mirino Stephan Eberharter e forse addirittura il mitico Franz Klammer. Suona anche l'heavy metal, cosa che i tre non credo abbiano mai fatto. E tra qualche giorno arriva Kitzbühel!!

In Austria sono tesi come corde di violino. In Tv a Paris gli mettono addirittura i sottotitoli quando rilascia interviste. Fanno finta di non capirlo. E' una gran sfiga che l'Ultental sia rimasto al di là del Resia. Ma con i confini non si sa mai, vedi la Crimea. E allora, i sottotitoli, potrebbero anche toglierglieli.

Io invece vorrei contribuire alla polemica etnica. Innanzitutto perché, come assicura Vettorato, in questo modo non potrei ambire mai più a qualchessia contributo o presidenza alcuna. Via anche solo la tentazione!

E poi per una sorta di nostalgia sciistica e storica. Dei tempi in cui, alla Rai di Roma, il gran Gustav Thoeni lo chiamavano Gustavo e il cugino Roland Rolando.

Ecco, l’Athesia a Dominik gli ha tolto una bandiera e io, per compensare, vorrei donargli un altro nome. Dominik lo chiamerei anche Domenico. Anzi, visto che lui alla lingua preferisce il dialetto, Mimmo.

Mimmo Paris d'Ultental: accidenti se suona bene!!