Politica | La riforma

La Svp e i conti in tasca

Taglio parlamentari e legge elettorale, duro Köllensperger: “La Stella alpina mette fuori gioco l'opposizione”. La replica del senatore Durnwalder: “Critiche infondate”.
SVP-Sitz in Bozen
Foto: Salto.bz

Dopo Forza Italia e Partito democratico ora anche il governo giallo-verde tenta il colpaccio: ridurre il numero di parlamentari. Il #tagliapoltrone, come è stato ribattezzato dal Movimento 5 stelle che ha presentato il disegno di legge insieme alla Lega, ha incassato ieri il primo via libera in Senato. Il testo ora passerà a Montecitorio per la seconda lettura.

La riforma costituzionale prevede la riduzione del numero dei deputati da 630 a 400 e del numero dei senatori eletti da 315 a 200. In tutto si passerebbe da 945 a 600 parlamentari. Il numero dei senatori nominati dal Presidente della Repubblica, inoltre, non potrebbe essere superiore a cinque.

Al ddl è stato incardinato anche un altro provvedimento su iniziativa di M5s e di Roberto Calderoli che prevede di applicare il Rosatellum bis, ovvero il vigente sistema elettorale, anche al caso di un minor numero di eletti nei due rami del Parlamento. “L’obiettivo del disegno di legge in esame - si legge nell’incipit del ddl - è quello di rendere neutra, rispetto al numero dei parlamentari fissato in Costituzione, la normativa elettorale per le Camere”. Il governo avrebbe la delega a ridisegnare i collegi (sia uninominali sia plurinominali proporzionali) che, inevitabilmente, sarebbero meno numerosi e più grandi. La Svp ha presentato alcuni emendamenti al disegno di legge su cui ieri c'è stata la discussione generale in Aula.

 

Lo scontro

 

In Trentino-Alto Adige, dove il numero di senatori passerebbe da 7 a 6 (3 per la provincia di Bolzano e 3 per quella di Trento), le polemiche non si sono fatte attendere. Il malumore nasce dal fatto che per conquistare i seggi nei collegi uninominali occorra agguantare il 20% a livello regionale oppure 2 collegi uninominali. Una sfida impari per le forze politiche che volessero provare a scalzare dal trono la corazzata Svp. “È una vera porcheria quella che prova a mettere in atto la Volkspartei - attacca Paul Köllensperger, leader della lista che porta il suo nome -, in questo modo l’opposizione di lingua tedesca non ha alcuna chance di far eleggere un proprio candidato. È inammissibile che la Stella alpina voglia cucirsi addosso una legge su misura e che si aggiudichi indisturbata il monopolio dei seggi. Spero che il Movimento 5 stelle a Roma non faccia passare questa linea”.

È una vera porcheria quella che prova a mettere in atto la Volkspartei (Paul Köllensperger)

Dal fronte opposto il senatore Meinhard Durnwalder rispedisce le critiche al mittente tirando in ballo la legge 422 del 1991, norma tutelata a livello internazionale che in attuazione della misura 111 del Pacchetto fissava già sei collegi per il Senato, tre per ogni provincia, una misura che fu un passaggio decisivo per arrivare alla quietanza liberatoria da parte dell’Austria. “Abbiamo sostanzialmente solo reinserito questa norma, il senso alla base dei nostri emendamenti è il rispetto degli accordi internazionali - commenta il parlamentare della Volkspartei -. Non comprendo la critica, parliamo di limiti che ci sono sempre stati. È semplice: se l’opposizione è in grado di presentare un candidato forte allora se la giocherà con la Svp. Chi ha più voti si porta a casa i seggi in palio, questa è la democrazia”. 

È semplice: se l’opposizione è in grado di presentare un candidato forte allora se la giocherà con la Svp. Chi ha più voti si porta a casa i seggi in palio, questa è la democrazia (Meinhard Durnwalder)

Sostiene Durnwalder che “l’unica cosa che cambia al Senato è che ora non ci sarà più il settimo seggio ‘in avanzo’ da assegnare su base regionale col proporzionale, ma resta il parallelismo fra Bolzano e Trento con 3 senatori ciascuno, per quel che ci riguarda il numero minimo per rispecchiare la consistenza dei gruppi linguistici della provincia, per questo sui 3 collegi di Bolzano, Merano e Bressanone, non avremmo ceduto”. Alla Camera si passa invece da 11 a 7 deputati per la Regione, da eleggere in questo caso con il sistema misto. Il percorso però è solo alla sua fase iniziale, ricorda infine l’esponente della Stella alpina: “Stiamo comunque parlando di una riforma costituzionale che ha passato solo la prima lettura al Senato, l’iter è lungo e il taglio dei parlamentari che si propone è consistente, non è detto che alla Camera si ottenga la maggioranza dei voti a favore né che il governo tenga, insomma i fattori in gioco sono diversi, tutto è ancora da vedere”.