Cronaca | Il romanzo

Caramaschi e la massoneria

Il libro "Il sigillo d'ambra" presentato a Roma nella sede del Grande Oriente. Fortini (M5s): “Cosa nasconde la politica bolzanina?”. Il sindaco: “Solo un invito”.
Caramaschi
Foto: Goi

L’annuncio campeggia sul sito della massoneria del Grande Oriente d’Italia: “Il 7 marzo, porte aperte al Vascello (Roma, ndr), per accogliere Renzo Caramaschi, sindaco di Bolzano, che nella sede del Grande Oriente ha presentato il suo ultimo libro ‘Il sigillo d'ambra’ (Mursia)”, romanzo storico presentato insieme a Claudio Bonvecchio, professore universitario di Filosofia delle Scienze sociali, studioso di esoterismo e Grande Oratore.

Tanto è bastato per innescare la polemica a Bolzano. La villa “Il Vascello”, sul Gianicolo, è infatti la sede principale della massoneria romana del Goi, un’obbedienza massonica istituita il 20 giugno 1805 a Milano e loggia madre anche della P2.

“Quella massoneria fatta di riti esoterici, di protezione lobbistica, di potere, di mistero, di riti di iniziazione, di filantropia e di stretta riservatezza, diciamo quasi segreta” scrive su Facebook Maria Teresa Fortini, consigliera comunale del Movimento 5 stelle. E insiste: “Quella massoneria che si mostra, ma non del tutto, che ha stima, rispetto e considerazione per le donne, tuttavia non le ammette nell’ordine. Dopo il vicesindaco Baur (ex) membro di una loggia locale, dopo l'ex sindaco Spagnolli che mandò gli auguri nel 2014 per la festività massonica, ora tocca a Caramaschi. Perché la politica bolzanina è così amica della massoneria? Cui prodest?”. 

Gli attacchi vengono subito respinti: “Non ho alcuna intenzione di aderire alla massoneria Sono solo stato invitato ed ho accettato. Un invito che era arrivato a fine dello scorso anno e che sto sostenendo tutto a spese mie. Non è che se mi invitano i benedettini, mi faccio monaco…” replica, con il consueto piglio, Caramaschi dalle pagine del Corriere dell’Alto Adige. Questione chiusa.