Cronaca | Infrastrutture

No alla Valdastico Nord

Il 10 aprile il consiglio provinciale di Bolzano discute la mozione contro il prolungamento dell'A31, che vorrebbero invece il Veneto e Trento. Il ministero? Possibilista
Valdastico
Foto: upi

Martedì 10 aprile durante la riunione del Consiglio della Provincia di Bolzano è prevista la votazione della mozione 65/19. Se venisse approvata, andrebbe ad esprimere la "ferma contrarietà al progetto di prolungamento verso Nord della A31 della Valdastico fino a allacciarla alla A22, qualsiasi sia il punto dell'innesto, poiché tale opera creerebbe un nuovo corridoio per traffico leggero e pesante dal Nord-est italiano verso Nord attraverso il Brennero lungo un asse già congestionato, con un pesante aggravamento dell'inquinamento e della minaccia alla salute delle popolazioni residenti, soprattutto in provincia di Bolzano".

Il consiglio impegnerebbe la giunta "ad opporsi in ogni modo possibile al progetto", "a trasmettere immediatamente questa posizione contraria alla Giunta provinciale del Trentino e al suo Presidente e a tutti i sindaci dei Comuni che si trovano lungo il percorso dell'A22 sia in Trentino che in Alto Adige", ma anche a far sì che i rappresentanti di Bolzano "nella società Autobrennero [intraprendano] ogni azione utile per opporsi al progetto di prolungamento verso Nord della A31 della Valdastico e al suo innesto nella A22 del Brennero". 

La mozione è stata presentata dai tre consiglieri del Gruppo Verde in Provincia, Riccardo Dello Sbarba, Brigitte Foppa e Hanspeter Staffler

Gli stessi tre nomi stanno in calce a un'interrogazione al presidente del Consiglio regionale, che è stata protocollata l'8 marzo scorso, ma cui ancora non è stata data risposta. "E non a caso - dice Dello Sbarba a Salto.bz -: la giunta regionale su questo ha posizioni tra loro opposte". Per questo l'interrogazione chiede: "la Giunta regionale ha una posizione?".

Se la contrarietà di Bolzano è nota, la partita A31 Nord è stata riaperta dalla conquista leghista del trentino e dall'apertura manifestata dal ministero delle Infrastrutture (MIT), guidato dall'esponente del M5S Danilo Toninelli. Il 10 aprile è così il termine ultimo per "formalizzare l'ipotesi complessiva del tracciato sia per il lato veneto che per quello trentino" secondo una nota del MIT, diffusa a margina di un incontro a Roma a cui hanno preso parte il presidente della Provincia autonoma di Trento, Fugatti, e quello della Regione Veneto, Luca Zaia. "Il presidente Maurizio Fugatti, nel corso della riunione, ha anticipato una nuova ipotesi progettuale, differente da tutte quelle prospettate dal precedente Comitato tecnico all'esito dei suoi lavori, avviati il 15 febbraio 2017 e conclusi il 15 ottobre scorso. La nuova ipotesi di tracciato mantiene il primo lotto che si sviluppa nella regione Veneto e già condiviso dalle amministrazioni, e per la parte trentina ipotizza l’innesto sulla A22 all’altezza di Rovereto sud".

Dopo la consegna, il ministero procederà con le sue valutazioni "sia sul merito della nuova ipotesi sia in relazione all'adempimento degli impegni contrattuali dell'attuale concessionario".

Domande e risposte

Chi è l'attuale concessionario dell'A31, che realizzerebbe anche l'intervento dell'A31 Nord?
È una società che si chiama Autostrada Brescia Verona Vicenza Padova spa. Essa è controllata da A4 Holding, che - suggerisce il sito - è "an Abertis company". A dispetto dell'uso della lingua inglese, Abertis parla(va) spagnolo, prima di essere acquistata da Atlantia (l'operazione si è conclusa nell'ottobre del 2018), la società della famiglia Benetton che controlla anche Autostrade per l'Italia. La stessa società cui il governo avrebbe dovuto cancellare tutte le concessioni autostradali, secondo quanto asserito da Danilo Toninelli e dal vice presidente del Consiglio Luigi Di Maio dopo il crollo del Ponte Morandi.

Perché il ministero deve verificare l'adempimento degli impegni contrattuali dell'attuale concessionario"?
La scadenza della concessione è fissata al 31 dicembre 2016 ma solo "in funzione della realizzazione della Valdastico Nord" (articolo 4 della Convenzione del 2007). In caso di mancata approvazione del Progetto definitivo relativo alla realizzazione della Valdastico Nord entro il 30 giugno 2013", verranno definiti - spiega sempre la Convenzione - gli effetti sulla concessione.
L'iter autorizzativo dell'opera, però, non è terminato entro il 30 giugno del 2013. E quando sono passati quasi 6 anni, siamo ancora fermi al punto di partenza. Questo è stato possibile grazie all'opposizione che ha frenato l'opera, come quella del Comune di Besenello, con il ricorso amministrativo deciso da ultimo il 21 gennaio 2019, con la sentenza 00499/2019, dal Consiglio di Stato, che ha annullato la delibera del CIPE del 10 agosto 2016 (comunque tre anni dopo la scadenza) che dava avvio alla progettazione definitiva del 12 lotto funzionale dell'opera tra Piovene Rocchette e Valdastico della lunghezza di 18,9 km, interamente in territorio veneto. L'opera o è una, o non è, ha detto il Consiglio di Stato. Da qui la rincorsa del MIT a Fugatti e Zaia.

Perché i consiglieri altoatesini hanno ragione a temere un incremento di traffico?
La Convezione unica che regola le relazioni tra l'ANAS (concessionario pubblico) e A4 Holding, prevede un aumento del traffico del 90% lungo l'A31 per effetto dell'apertura della tratta fino alla A22 (che avrebbe dovuto avvenire nel 2016).

Quanto costerebbe l'A31 Nord, tra Piovene Rocchette (dove si ferma oggi l'autostrada) e l'A22?
Secondo i documenti aziendali, almeno 1,35 miliardi di euro.

Chi pagherebbe l'investimento?
Gli utenti: attraversare il tunnel dal Veneto al Trentino costerebbe 1,50 euro a tratta per i veicoli leggeri, e 2,50 euro per i veicoli pesanti.