Cultura | Secondo giorno

"Scampia On The Road" 2019 second giorno

Abbiamo pensato di scrivere un diario di Bordo tenendovi aggiornati sulla nostra esperienza. Con l'augurio di poter stimolare la vostra curiosità, buona lettura!
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.

L’ironia e la cordialità partenopea non si fanno attendere per troppo tempo, il nostro risveglio viene gentilmente accompagnato dal custode dell’hotel, che con battute e sorrisi ci ha preparato il caffè. Superati quindi i dubbi e le incertezze del passato, gli eroi vengono proiettati verso l’immediato futuro; non sarebbe corretto “impavidi eroi”, la paura e la tensione sono palpabili, soprattutto nelle nuove “matricole”, che, lentamente, iniziano ad integrarsi nel gruppo e ad orientarsi nella nuova città.

Avviati verso la metropolitana, con il desiderio di immergerci nella parte storica della città, ci si prospetta dinanzi uno scenario tanto affascinante quanto triste, con le storiche quattro “Vele” in rovina e, attualmente ancora abitate, in attesa dell’imminente demolizione.

La bellezza del centro storico di Napoli è difficile da descrivere, sia per l’enorme patrimonio artistico di origine borbonica, sia per l’ingente quantità di turisti presenti, uno sciame per i cunicoli della città.

Non potevamo limitarci però alle vie e piazze, quindi abbiamo deciso di scendere nelle viscere della terra partenopea: la multisensoriale visita nei cunicoli di Napoli sotterranea ci apre le porte alla storia della città, spesso poco approfondita nei libri di storia. 

E’ doveroso però accompagnare l’oggettiva perfezione del centro storico con l’esperienza di uno scippo a cui assistiamo per la prima volta in centro. Episodio triste e grave.

Non potevamo però, non sottoporre le nostre papille gustative al piatto per eccellenza della tradizione napoletana, la Pizza, occasione di ritrovo e condivisione, che ci ha permesso di approfondire le conoscenze all’interno del gruppo.

Successivamente alla “sobremesa” nuovo termine spagnolo imparato e utilizzato per indicare la siesta del post-pranzo, ci siamo recati presso la cappella di Sansevero, con il mistico “Cristo velato” del Sanmartino; un’opera grandiosa, viva, che lascia senza parole anche chi non mastica l’arte.

Dopo cena, si sono ripresentati i momenti di riflessione, con l’aggiunta di fondamentali dettagli alla storia di Ciro, oramai nostro mentore, in particolare con il racconto della sua infanzia, a stretto contatto con i boss camorristi.

La serata si è conclusa con un dibattito riguardo le nostre impressioni rispetto alla città e alle persone incontrate.

E mentre la tensione veniva lentamente stemperata dall’esperienza, le nostre menti già volgevano all’indomani, il vero e concreto inizio della nostra storia a Scampia.

Christian - l’Assessore