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Sustainability Festival torna dal vivo

Grazie all'associazione studentesca Kikero, dal 7 al 10 giugno, è stata realizzata l'ottava edizione del Sustainability Festival, tanti i workshop e le discussioni.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale del partner e non necessariamente quella della redazione di SALTO.
sostenibility festival
Foto: (c) unibz

di/von Andrea Dalla Serra

“Oltre a porre l’attenzione sul tema, questa edizione di Sustainability Festival è un’opportunità per aprire di nuovo l’Università a tutti”. L’Associazione Kikero – cuore pulsante delle attività culturali e musicali dell’Unibz e associazione studentesca responsabile dell’organizzazione annuale del Festival – per quest’anno ha scelto la modalità esclusivamente in presenza. Kikero vuole diffondere la consapevolezza dell’importanza di tematiche come il cambiamento climatico e la sostenibilità, dando agli studenti l’opportunità di confrontarsi. Tra gli altri eventi, l’associazione, formata esclusivamente dagli studenti, ha organizzato l’University Book Club, lezioni di dibattito, serate cinema e molto altro.

 

Stesso tema, diverse prospettive

 

Quella che ha preso vita dal 7 al 10 giugno è stata l’ottava edizione del Sustainability Festival. “Non è stato ideato quest’anno, a noi – dice Verena Marchiotto, studentessa Unibz – il compito di portarlo avanti; ma non solo: anche di rilanciarlo, visto che dopo il lockdown sembrava essere passato in secondo piano”.
L’influenza che, negli anni passati, il Festival ha avuto sulla propria Università, non è stato da poco: “Ogni anno viene proposto un tema diverso, ma mai localizzato esclusivamente alla nostra realtà altoatesina, affinché chiunque – anche gli studenti esterni e la cittadinanza – possa riconoscersi nelle tematiche. La finalità di questo Festival – continua Marchiotto – è anche quella di consigliare dei piccoli cambiamenti. Ad esempio, quando il tema principale fu l'alimentazione, riuscimmo a incidere direttamente sulle scelte della mensa universitaria. Sostenibilità può significare tante cose, ma può anche non significare nulla, eppure ha una grande influenza sul nostro futuro. Per capire come inquadrare questa parola abbiamo invitato filosofi e scienziati, ma anche organizzazioni e aziende.”
Al Sustainability non sono mancati i workshop rivolti, tra l’altro, anche alle classi superiori. Venerdì, presso i Prati del Talvera, si è tenuto un Plogging. Lo slogan degli studenti: “se, in qualche ora, poche persone riescono a raccogliere tanta spazzatura, pensiamo quanto si potrebbe fare per l'ambiente se lo facessero tutti.”

La discussione nelle aule dell’Università

 

Ad affrontare la parola sostenibilità con diverse prospettive – filosofica, politica ed accademica – sono stati alcuni ospiti invitati dagli studenti, in particolare: il Presidente della Provincia Arno Kompatscher, la Consigliera Provinciale Brigitte Foppa e, infine, due filosofi, i Professori Ivo De Gennaro e Ralf Lüfter. Sono stati propri questi ultimi due ad aprire la discussione tenuta martedì 7 giugno nelle aule dell’Università. La chiave dell’etica ecologica, per i Professori, è l’imperativo ecologico di Hans Jonas: “Agisci in modo che le conseguenze della tua azione siano compatibili con la permanenza di un'autentica vita umana sulla terra”.

 

In seguito, a prendere la parola sono stati i rappresentati politici. “Serve la volontà del popolo per creare una nuova etica ecologica. Le leggi possono essere utili a muoverci nella direzione corretta, ma regolare tutto con le leggi non basterà” dice Kompatscher, che evidenzia: “Un punto di debolezza, ancora presente, è la struttura patriarcale della società; manca la componente femminile nel momento in cui di prendono le decisioni. Sulla stessa linea anche Brigitte Foppa: “Anni fa non avrei mai pensato di essere qui, in un luogo di formazione che crea sapere, a parlare di sostenibilità. Al di là delle definizioni, credo fermamente che la sostenibilità sia un metodo, un approccio rivoluzionario che mira a creare un equilibrio. E sulla retorica della ‘dittatura ecologica’, Foppa commenta: “Serve partecipazione e democrazia, e quindi libertà di scelta. Non una eco-dittatura. Una vera svolta ecologica non è un lockdown, quest’ultimo sarebbe una distopia non certo un'utopia. Il tema del clima, inoltre, è legato alla giustizia sociale. La svolta ecologica dev’essere una svolta desiderabile”.