Ambiente | Sustainability Days

"Abbiamo la tecnica, manca la mentalità"

Ai Sustainability Days, l'attivista Clover Hogan insegna come andare oltre l'ansia climatica per trasformarla in cambiamento concreto
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Foto: @salto.bz

A concludere il programma di mercoledì 7 settembre è stata una conferenza di Clover Hogan, attivista per il clima e direttrice esecutiva di Force of Nature. Partendo da un breve sondaggio, proposto in diretta ai partecipanti, Hogan ha cercato di spiegare il fenomeno dell'ansia climatica, o ecoansia, che, secondo un’analisi condotta su 10 paesi, attanaglia circa il 70% dei giovani: in Australia, India, USA sono soprattutto le donne ad essere preoccupate per il futuro del pianeta, tanto da decidere di non avere figli, per non dover consegnare loro un mondo ormai al collasso. Le generazioni più giovani, infatti, hanno ereditato i problemi della crisi climatica, che rappresenta un fenomeno complesso, in cui si intrecciano diverse questioni, da quella economica a quella sociale, ma, nonostante tali generazioni abbiano poco a che fare con le sue cause, sono le più colpite dalle sue conseguenze. 

 Il fenomeno dell'ansia climatica, o ecoansia, secondo un’analisi condotta su 10 paesi, attanaglia circa il 70% dei giovani

Tutto questo si traduce in un forte senso di impotenza, che persiste davanti alle decisioni politiche, spesso inadeguate, e davanti al frequente greenwashing delle imprese private, decise ad investire in grandi campagne di marketing pur di presentarsi come verdi. Difficile quindi non cadere nello sconforto e lasciarsi andare al pessimismo, mentre il mondo sembra avviato ad uno scenario sempre più desolante. Clover Hogan, però, ha deciso di fare della battaglia a questi atteggiamenti la sua missione e attraverso Force of Nature tenta di decostruire le paure e ricostruire la fiducia verso azioni efficaci. Spesso, infatti, i singoli pensano di non avere possedere le competenze o di non avere un impatto adeguato, ma, come osserva la giovane attivista, a fare la differenza è la mentalità, che si muove tra narrazioni culturali sbagliate e storie autolimitanti. È nella psicologia umana rimandare i problemi che sembrano più lontani: mentre si reagisce con forza ai pericoli immediati, si tende a procrastinare tutto ciò che non sembra urgente. Il cambiamento climatico, però, rappresenta la più grande urgenza di questo periodo storico e bisogna iniziare a considerarlo come un problema vicino e quotidiano, per sfuggire alla tentazione di rifugiarsi in tiepidi provvedimenti meramente programmatici. C’è poi l’idea che l’essere umano, al vertice della piramide ambientale, possa sempre piegare la natura al suo volere, ma questo ha allontanato per secoli il concetto di connessione ed interdipendenza tra gli ecosistemi, e, mentre da un lato ci si prepara a considerare tutto in funzione dell’umanità, dall’altro ci si nasconde, invece, dietro ai timori di non essere abbastanza esperti, capaci od intelligenti per poter realmente cambiare qualcosa. Serve invece identificare queste paure, comprendere le proprie emozioni e capire in cosa ci si sente veramente portati, per affinare le competenze e agire in quello specifico campo: come ricorda Clover Hogan, nella complessità delle problematiche ambientali è impossibile risolvere tutte le questioni da soli, molto meglio intraprendere un percorso in settori determinati, ricordando sempre le motivazioni che ci spingono. Tale crisi infatti accompagnerà molte generazioni per molto tempo, continuare a rimanere ancorati a ciò che ci sostiene aiuta a perseguire gli obiettivi, mentre si deve tenere a mente che l’ecoansia può essere combattuta attraverso delle risposte razionali.

 

 

Le giustificazioni limitano le nostre azioni, ma abbiamo le forze e la tecnologia per far fronte alle sfide del pianeta, il vero sforzo è modificare radicalmente la mentalità. Abbandonarsi alla negatività, infatti, lascerà cadere nel baratro ogni iniziativa di cambiamento, rimanere ottimisti, pur riconoscendo le difficoltà, rinforzerà invece le proprie convinzioni, attraverso un processo definito dall’acronimo SEAD (story, expectation, attitude, decision). Del resto la stessa Clover Hogan ha dichiarato di aver rischiato di cadere nella totale depressione durante gli incendi che hanno devastato l’Australia, sua terra natale, ma la sua esperienza le ha permesso di costruire Force of Nature, associazione attraverso la quale propone percorsi di formazione, consulenze ad aiuto a giovani, imprese e anche governi. Il riconoscimento del fallimento di un sistema che non ha funzionato spinge, infatti, a voler costruire una società più empatica, in cui sia possibile prendersi cura l'uno dell'altro.