Politica | La svolta

345 poltrone in meno

Taglio dei parlamentari, ok definitivo alla Camera con 553 voti a favore. Gebhard (Svp): “Contesto riformatore condivisibile”. Biancofiore (FI): “Un sì masochista”.
Taglio parlamentari
Foto: Ansa

Disco verde alla cosiddetta “riforma Fraccaro” (dal nome del sottosegretario pentastellato alla presidenza del Consiglio). Ieri pomeriggio, 8 ottobre, la Camera ha approvato con una maggioranza bulgara, 553 voti a favore, 14 contrari e 2 astenuti, il taglio dei parlamentari. Si passerà così da 630 a 400 deputati e da 315 a 200 senatori e si riduce anche il numero dei parlamentari eletti all’estero: da 12 a 8 alla Camera e da 6 a 4 al Senato. Per il Trentino-Alto Adige, con la legge elettorale vigente, il numero dei parlamentari passa da 11 a 7 seggi alla Camera e da 7 a 6 in Senato.

A favore del provvedimento si sono espressi il Movimento 5 Stelle, che ha fortemente voluto la riforma; l'alleato di governo, il Partito Democratico; Liberi e Uguali e Italia Viva, ma anche i maggiori partiti di opposizione e cioè Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Contrari, fra gli altri, +Europa e Noi con l’Italia. Un risultato definitivo uscito dall'Aula di Montecitorio che secondo alcuni conferisce automaticamente una assoluta solidità all’attuale governo 5 stelle-Pd partendo dall’assunto che nessun parlamentare avrà ora interesse ad andare a eventuale voto anticipato con il rischio di non essere più eletto.

La proposta di legge costituzionale, in quanto tale, è stata approvata due volte alla Camera e due volte al Senato, e ora, come recita l’articolo 138 della Costituzione, entro tre mesi dalla pubblicazione della legge sulla Gazzetta ufficiale, un quinto dei membri di una Camera, cinquecentomila elettori o cinque consigli regionali possono chiedere che sia sottoposta a referendum confermativoRoberto Giachetti (Italia Viva), pur votando sì per lealtà alla maggioranza, ha annunciato l'intenzione di raccogliere le firme per sottoporre appunto a referendum la legge.

 

 

Sì, perché…

 

Alla Camera si erano opposti finora al provvedimento ma ieri hanno votato a favore i deputati della Svp Manfred Schullian, Renate Gebhard e Albrecht Plangger allineandosi ai colleghi di partito in Senato. Durante la dichiarazione di voto la presidente dei deputati della Volkspartei, Gebhard, a nome del gruppo, ha spiegato che “a differenza di quanto avvenuto nelle precedenti letture da parte delle Camere, stavolta il provvedimento in questione è stato inserito in un contesto riformatore più ampio che condividiamo. Per questa ragione abbiamo sottoscritto per condivisione il documento sulle future riforme, perché apprezziamo gli impegni assunti a compiere una riforma organica e per le garanzie introdotte a tutela dei diritti delle minoranze linguistiche”. E ancora: “La democrazia parlamentare è il nostro modello costituzionale. È certamente condivisibile l’obiettivo di rendere i lavori parlamentari più efficienti e snelli: ciò dipende però non soltanto dal numero dei parlamentari ma in primo luogo da un diverso e corretto rapporto fra governo e Parlamento. Così anche la riduzione del numero dei parlamentari deve essere coerente con le scelte costituzionali che non hanno mai posto in discussione la democrazia rappresentativa. Auspichiamo che tale misura con le necessarie riforme connesse consentano di dare al Paese un nuovo e migliore sistema parlamentare”, ha concluso Gebhard. 

Tra i sì “sofferti” (ha votato invece convintamente a favore il leghista Filippo Maturi), c'è quello della deputata di Forza Italia Michaela Biancofiore: “Voterò il taglio dei parlamentari che ritengo un errore madornale che porterà alla gemmatura di un’élite oligarchica, per spirito di gruppo al quale appartengo da 26 anni e per responsabilità verso la salvaguardia dell’unità della coalizione. Ritengo però - aggiunge Biancofiore in una nota - che il centro destra stia sbagliando completamente strategia, l’opposizione se è opposizione deve fare opposizione soprattutto nei confronti di un governo abusivo e contrario alla volontà degli italiani, nato su due presupposti: la sterilizzazione dell’Iva e il taglio dei parlamentari. E noi che facciamo? Diamo l’assist per il goal inatteso ad una maggioranza bolsa, brocca, con numeri risicati, agli antipodi e litigiosa”. In sostanza un “capolavoro di masochismo”, dice la deputata azzurra.