Società | Immigrazione

Accoglienza 2.0?

Andrea Tremolada lascia la coop River Equipe. La Eos pronta a impegnarsi nel settore dell’accoglienza profughi. Pizzinini: “Servono progetti sociali per coinvolgere”.
Profughi
Foto: upi

River Equipe, la onlus legata a filo doppio con Volontarius, impegnata a offrire assistenza alle persone svantaggiate, perde un alfiere storico, Andrea Tremolada, che dopo 15 anni lascerà, a fine mese, la cooperativa sociale e il suo ruolo di responsabile dell’area profughi per tentare una nuova strada. Con la Croce rossa, dicono voci di corridoio, ma il diretto interessato per il momento non conferma né smentisce. “Ho sentito, a un certo punto, di voler fare di più - dichiara Tremolada a salto.bz -, è nella mia natura non fermarmi e non sentirmi mai arrivato, sto per affrontare una nuova sfida e spero di portare un po’ di quella esperienza che ho maturato, nel bene e nel male, in River equipe e Volontarius, è stato indubbiamente un lavoro stimolante ma non facile, anche per via delle costanti polemiche sul piano politico, con la destra che ci accusa di accogliere tutti i profughi e la sinistra di non accoglierne abbastanza”. Tremolada, che ha iniziato a lavorare come operatore al’Emergenza freddo, nega che ci siano state delle incomprensioni con i vertici di Volontarius, associazione “a cui devo molto, perché mi ha aiutato a crescere”, taglia corto.

Resta la necessità di applicare un’accoglienza diffusa, avverte l’operatore, “sia che si tratti di SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) che di CAS (Centri di Accoglienza Straordinaria), perché entrambe le soluzioni hanno degli elementi positivi, occorre dare la possibilità alle persone, nella seconda fase dell’accoglienza, di essere trasferite in strutture più piccole dove chi ci lavora riesca a instaurare con loro un rapporto, cosa che invece risulta estremamente difficile in grandi spazi come quello dell’ex Alimarket. Da tre anni Volontarius si sta impegnando per elaborare un modello per l’accoglienza, una sorta di vademecum che possa accompagnare gli operatori che oggi si trovano ad interagire con molte più persone migranti rispetto al passato”.

L’obiettivo dichiarato ma di fatto ancora non raggiunto è quello di smettere di ragionare per logiche emergenziali. “Qualche passo avanti si vede - evidenzia Tremolada -, ne è un esempio la decisione del Comune di Bolzano di aderire allo SPRAR per i minori non accompagnati, cosa che fino a poco tempo fa era impensabile. Se gli sbarchi continueranno vorrà dire che le persone riusciranno ancora a scappare dalla Libia e ad arrivare salve sulle coste italiane, al contrario, mi preoccuperei se non ci fossero più perché è come un flusso d’acqua, non si può arrestare, bisognerebbe piuttosto adoperarsi per costruire degli argini, perché dobbiamo metterci in testa che il fenomeno della migrazione non scomparirà da un giorno all’altro”. Nel frattempo, mentre Volontarius e il suo presidente Claude Rotelli sono coinvolti nella faida interna in corso in Confcooperative (la sede nazionale ha revocato la rappresentanza a quella bolzanina) e continuano ad essere oggetto di critiche per il metodo gestionale nell’ambito dell’accoglienza, all'orizzonte si affaccia la cooperativa sociale Eos, pronta, come ci conferma la direttrice Barbara Pizzinini, a dare il suo contributo. “Come social player - afferma - non possiamo ignorare quelli che sono i problemi più urgenti in questo settore e con cui inevitabilmente avremo a che fare in futuro, sia a livello locale che europeo e che riguardano principalmente minori, anziani e profughi”.

 

La Provincia, del resto, ha bisogno di partner e l’expertise di Eos potrà costituire, in questa prospettiva, una marcia in più. L’idea è quella di realizzare dei progetti sociali per la Provincia, a cui lavoreranno non solo gli operatori della Eos ma anche collaboratori altri, “chiederò alla politica, all’assessora Martha Stocker, di prevedere delle iniziative importanti a cui poter lavorare insieme”, sottolinea Pizzinini. Un esempio: Eos si occupa della manutenzione della ciclabile della Val Pusteria e delle valli laterali, “si potrebbe concepire un progetto sociale per tutta la rete di ciclabili in Alto Adige in cui poter impiegare anche i profughi. I focus principali, del resto, devono essere il lavoro, l’abitare, l'integrazione dei bambini nelle scuole”. E, a proposito di lavoro, secondo Pizzinini è fondamentale poter inserire appena possibile i migranti nel mercato del lavoro. “Quello che ci aspetta - spiega - è un futuro misto di culture, per cui ogni persona che riusciamo a integrare bene e che riesce a rendersi utile e a mantenersi un giorno da solo è una vittoria per tutti, quelli che invece perdiamo per strada diventano un problema non solo per se stessi ma anche per la società, ecco perché è necessario trovare il modo più giusto per gestire il fenomeno dell’immigrazione che avverrà in stretta collaborazione con Volontarius e naturalmente con la Provincia”. La Eos, in particolare, si concentrerà sulle piccole strutture del territorio e sulla formazione dei collaboratori di Volontarius e Croce rossa, “abbiamo un nutrito staff specializzato e con diverse competenze, siamo sicuri che potremmo essere molto utili”, così Pizzinini.