Cultura | GIORNALE DI STRADA

Unibz con Zebra.: “I AM HERE TO HELP”

È nato da una collaborazione con la Facoltà di Arte e Design il nuovo numero di Zebra., il giornale distribuito nelle strade dell’Alto Adige. Il tema principale: l’aiuto.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale del partner e non necessariamente quella della redazione di SALTO.
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Foto: OEW/zebra.

Testo di Andrea Dalla Serra

Zebra., il giornale di strada dell’OEW di Bressanone, questo mese cambia veste. Inizialmente, la collaborazione tra la redazione e la Facoltà di Arte e Design dell’unibz, che ha coinvolto in particolar modo 11 studentesse e le docenti Eva Leitolf , Giulia Cordin e German Duarte, mirava a rilanciare la grafica della rivista ma, con l’arrivo della pandemia, il progetto si è evoluto. Dopo diversi confronti, le studentesse universitarie hanno potuto contribuire alla realizzazione del numero speciale di Zebra. – in vendita questo mese nelle strade dell’Alto Adige – attraverso nuovi linguaggi e contenuti inediti.

Dare a delle studentesse le chiavi della redazione, avendo avuto così la possibilità di fare un passo indietro e sperimentare linguaggi per noi del tutto nuovi è stato stimolante

“L’avvicinamento al nostro progetto da parte delle studentesse Unibz è stata un’occasione che, da una parte, ha dato loro la possibilità di fare un’esperienza di vendita del giornale, entrando in contatto con chi si interfaccia quotidianamente con la clientela delle strade, dall’altra è stata stimolante per tutta la redazione.  In 8 anni di attività – spiega Alessio Giordano, redattore di Zebra. - abbiamo acquisito una nostra routine ben oliata; dare a delle studentesse le chiavi della redazione, avendo avuto così la possibilità di fare un passo indietro e sperimentare linguaggi per noi del tutto nuovi è stato stimolante.”

Dopo un periodo di vendita del giornale insieme ai ragazzi di Zebra., le 11 universitarie hanno scelto come tema centrale del nuovo numero quello dell’aiuto. “Grazie al rapporto instaurato, le ragazze si sono interrogate su cosa significhi aiutare. Per fare un esempio: non sempre un aiuto è richiesto o magari le aspettative di chi lo fornisce e chi lo riceve non sempre coincidono. Insomma, il tema centrale del confronto, e del numero speciale, è l’aiuto. Noi – continua Giordano – siamo un vero e proprio termometro sociale: i nostri venditori (oltre 200 dall’inizio del progetto, di cui circa 50 ora attivi) sono i primi ad entrare in contatto, ad esempio, con i problemi dell’affitto di una casa, ma anche con quello del mercato lavoro che, però, fortunatamente a livello locale ha fatto dei passi in avanti rispetto al resto d’Italia. Del team fanno parte anche due assistenti sociali e il loro contributo è fondamentale e tiene conto dei bisogni di ognuno.”

Ighobue Nwachukwu, venditore del giornale di strada, ha sottolineato: “Vendendo il giornale sempre nella stessa piazza del capoluogo, Piazza del Grano, sono diventato un punto di riferimento di alcuni bolzanini e questo mi ha permesso di creare una rete intorno alla mia attività. Per di più, oltre ad essere stato il protagonista di un articolo in un’edizione passata, dove mi sono presentato, ho il desiderio di poter contribuire attivamente con la scrittura di qualche articolo”.

La lontananza

 

Tra le storie esplorate dalle studentesse unibz pubblicate sul numero speciale di Zebra., una delle più particolari è quella di Ariana Mirea che, partendo da una storia personale, tocca potenzialmente le corde di ogni lettore. “Dopo la mia esperienza come venditrice a Bolzano e a Bressanone – racconta Ariana Mirea – mi sono rispecchiata in alcune tematiche care ai venditori, come quella della lontananza. Così ho deciso di ritornare dopo diversi anni in Romania, per capire cosa significhi stare lontana da casa e avere la possibilità di ritornarci. Frugando nella casa di famiglia – continua – ho trovato una vecchia macchina fotografica analogica con dentro un rullino, che ho scoperto essere di mio padre. Per caso ho riavvolto il rullino non ancora sviluppato e ho deciso di scattare delle foto. Con le immagini sovrapposte che si sono venute a creare credo di aver fatto un ponte tra passato e presente”.