Politica | Wahlen 18 Elezioni

Ma la Lega ha già vinto?

Fugatti, l’uomo da battere, poi Tonini, Degasperi, Rossi: i protagonisti delle provinciali in Trentino. Una storia già scritta? Ecco liste, candidati, la posta in palio.
Fugatti
Foto: Lega

Undici candidati presidente, 22 liste, 710 aspiranti consiglieri: quasi il doppio dell’Alto Adige, dove i candidati sono 420 e le liste 14. Non è naturalmente solo una questione di numeri, se si parla di elezioni. La posta in palio è altro. Ma quello che si gioca davvero alle provinciali in Trentino, indette in parallelo con Bolzano seppure con qualche variazione tecnica, lo diranno gli elettori chiamati alle urne domenica 21 ottobre, ormai fra dieci giorni. 

 

La Padania più su

Il Trentino, già ad alto tasso leghista dopo il 4 marzo, diventerà del Carroccio anche a livello amministrativo? Verrà “annesso” alla Padania? L’ondata leghista, ormai sempre più nazionale, arriverà fin quasi a Salorno favorendo in regione una nuova maggioranza Svp-Patt-Lega?

Se questi sono gli interrogativi è ovvio partire in questa rassegna sull’offerta elettorale dall’uomo da battere: Maurizio Fugatti, contemporaneamente sottosegretario alla salute e candidato presidente del centrodestra a guida leghista. Con lui tutti gli alfieri di anni e anni di opposizione al centrosinistra autonomista prima di Lorenzo Della e Ugo Rossi, la maggioranza che si è frantumata dando vita a due corse separate.

 

Centrodestra oltre l’opposizione

Le liste a sostegno di Fugatti, già commissario del Carroccio trentino e anche di quello altoatesino, sono nove: Lega-Salvini premier, Progetto Trentino, dell’ex assessore dellaiano Silvano Grisenti, Agire per il Trentino con Claudio Cia, Civica Trentina di Rodolfo Borga e colleghi, Fassa, Autonomisti popolari dell’ex Patt Walter Kaswalder, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Udc per Fugatti di cui fa parte Giacomo Bezzi, ex forzista. Facce conosciute, di provata esperienza tra i banchi di Piazza Dante, ma con una competenza da verificare tanto che si è ipotizzato di un’eventuale giunta composta da diversi tecnici.

 

Centrosinistra diviso

A metà tra il centrodestra leghista e gli ex alleati del centrosinistra come il Pd c’è Ugo Rossi, con il Partito autonomista trentino tirolese, formazione storicamente alleata all’Svp con la quale ha in comune anche il simbolo (le stelle alpine) e su Facebook parla anche in tedesco. Il presidente della Provincia uscente ha scelto la corsa solitaria dopo essere stato sfiduciato dalla sua coalizione, in una crisi irreversibile del centrosinistra “autonomista”. Se effettivamente l’Svp in Alto Adige guarderà alla Lega, Rossi e i suoi potrebbero aderire al cambio di equilibri, e sono di questo avviso anche i centristi di Noi per l’Alto Adige e Noi per il Trentino. 

Missione ardua per Giorgio Tonini, incaricato leader ma senza stellette e generali per l’Alleanza democratica e popolare per l’Autonomia, altisonante nome per il centrosinistra senza Patt. Dentro il Pd - il partito più votato nel 2013, ma che negli anni ha preferito al protagonismo le divisioni interne -, Futura 2018, la lista a sinistra che si è formata attorno a Paolo Ghezzi, giornalista ed ex direttore de l’Adige, che ha rianimato un pezzo di elettorato e società civile, e l’Unione per il Trentino, l’evoluzione della Margherita ora a dir poco appannata. 

 

M5s, la sorpresa?

L’attenzione puntata sulla Lega o sulla telenovela degli uscenti non deve far dimenticare la scommessa del movimento 5 stelle, che da mesi ha ritrovato unità e dà battaglia sotto le fila del candidato presidente Filippo Degasperi, in sintonia con la svolta rigorista sull’immigrazione incarnata dal governo “giallo-verde”. Difficile che vinca, ma può ambire ad essere la sorpresa o almeno raddoppiare i due consiglieri del 2013. 

 

 

Non chiamateli outsider

I candidati presidente, però, avrà notato qualcuno, sono 11, non certo quattro. E non vogliono certo sentirsi appellare outsider tutti coloro che non sono i big più conosciuti. Si sono fatti avanti Paolo Primon, quello di “Sudtirol ist nicht Italien”, con la lista Popoli liberi-Freie Völker, Filippo Castaldini di CasaPound, Federico Monegaglia di Riconquistare l’Italia, Roberto De Laurentis, ex presidente degli Artigiani, con la lista Tre, Federico Chenetti (Moviment Ladin de Fascia), Antonella Valer di Liberi e Uguali-L’altro Trentino a sinistra (formazione che ha preferito la corsa solitaria rispetto a Tonini), per finire, ovviamente non in ordine di importanza, Mauro Ottobre con Autonomia dinamica che ha inglobato l'ex M5s Paolo Vergnano.

Vinca il migliore.

 

Post scriptum: per vincere davvero serve arrivare al 40%, che dà diritto a 21 seggi su 35, altrimenti con soli 18 si aprirebbe una consiliatura di larghe intese. C’è già chi si è prenotato.