Politica | Ricorrenze

Una provincia, tante memorie diverse

In provincia di Bolzano, ogni ricorrenza viene interpretata in modo diverso.
Ci mancano ancora simboli civili condivisi.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.

Con quella di oggi 10 febbraio, giornata del ricordo dell’esodo degli italiani dall’Istria e dalla Dalmazia e delle vittime delle foibe, prosegue la serie di date-simbolo che ci accompagnerà per tutto l’anno 2018. Date spesso tragiche e comunque quasi sempre laceranti per la nostra comunità provinciale. La memoria, i ricordi non sono ancora diventati patrimonio comune, ma appartengono prevalentemente ad una sola parte, etnica o politica, dell’Alto Adige/Südtirol. Ogni data la sua etichetta: una volta di destra, un’altra di sinistra, una volta italiana, un’altra tedesca. Si è cominciato con il 27 gennaio all’ex campo di concentramento di via Resia a Bolzano, poi il 10 febbraio, le foibe, le prossime saranno le celebrazioni per l’anniversario della morte di Andreas Hofer il 20 febbraio, poi il 25 aprile, festa della Liberazione, per culminare il 4 novembre con l’anniversario della fine della Prima Guerra Mondiale. Ognuna di queste date evoca contemporaneamente vittorie e sconfitte, vittime e carnefici. Nel nostro territorio convivono popolazioni che provano diversi sentimenti per ognuna di queste date. Popolazioni e persone che hanno avuto esperienze anche familiari diverse, con culture, lingue e biografie diverse.
Il sogno è quello di poter togliere le etichette e di far maturare finalmente una memoria condivisa.
(www.albertostenico.it)