Economia | Il confronto

L’Europa del traffico

Dibattito in consiglio con gli europarlamentari Dorfmann, De Monte, Mayer e Moser di Eusalp su traffico e transito, fra BBT, "mobility package" e verità sui costi.
Autobrennero
Foto: Verdi

È stata una giornata di festeggiamenti quella di ieri, 9 maggio, data in cui si ricorda la storica dichiarazione di Robert Schuman del 1950, considerata l'atto di nascita dell’Unione Europea. La festa è stata celebrata anche in consiglio provinciale con un dibattito a cui hanno peso parte gli eurodeputati Herbert Dorfmann, Isabella de Monte e Georg Mayer oltre che l’ingegnere Ewald Moser di EUSALP. Al centro della discussione la situazione di traffico e transito. “Uno dei principi dell’Unione Europea è proprio il principio di libera circolazione, alimentato oggi da nuovi fenomeni come e-commerce ed e-shopping, tanto che ora ci sono 3,3 milioni di TIR sull’autostrada del Brennero, con un impatto che è diventato insostenibile per la popolazione. Tuttavia, non va dimenticato che il 70% del traffico sull’Autobrennero è traffico di origine e destinazione: siamo quindi primi a causarlo, sia come aziende che come cittadini”, ha fatto notare il presidente Arno Kompatscher aggiungendo che il 71% di questo traffico è su strada, e solo il 29% su rotaia, e da tempo si cerca di invertire questa situazione.

 

Collo di bottiglia, polmoni puliti e fame di verità

 

Del traffico lungo l’asse del Brennero di cui è responsabile anche l’Unione Europea, ha parlato poi Dorfmann. Dal 2003 al 2017 si è passati da 5 milioni a 14 milioni di veicoli in transito, e questo durerà ancora per 10-12 anni, fino a che sarà pronto il BBT. “Se si continua su questo ritmo l’autostrada arriverà al collasso, bisogna quindi prendere decisioni fondamentali a livello europeo e provinciale. La questione fondamentale è come viene organizzato il traffico: vanno considerate come infrastrutture tutti i valichi alpini, mentre oggi le merci che transitano lungo il Brennero sono pari a quelli del Gottardo e Tarvisio, il che è incomprensibile. A livello europeo si sta lavorando affinché gli Stati membri possano chiedere un aumento del pedaggio di corridoio”, così l’europarlamentare. 

Su ecologia, salute e sicurezza si è invece soffermata De Monte accennando al pacchetto mobilità, “che dà delle soluzioni in termini di intervento. Di fondamentale importanza il trasporto combinato, lo spostamento dalla strada alla ferrovia, e il tunnel di base è un esempio in questo senso, perciò speriamo che possa entrare in funzione il prima possibile”. 

 

 

È intervenuto anche l’ingegnere Ewald Moser, responsabile nell’EUSALP del Gruppo d’Azione 4 dedicato alla mobilità e impegnato da anni nella politica dei trasporti europea ha ricordato i dieci corridoi Ten V di cui il corridoio del Brennero rappresenta una parte: “Esso, che migliorerà il collegamento su rotaia e contribuirà allo spostamento del traffico, è cofinanziato al 50% per la pianificazione e al 40% per la realizzazione”.

Quello del traffico, per Moser, può essere un tema emozionale, per esempio quando si parla di un limite massimo ai transiti. “Questo, dal punto di vista della UE, non è praticabile, perché ci sarebbe una discriminazione verso gli altri utenti delle arterie. Sono possibili però delle misure per risolvere il problema, perché la popolazione non può attendere la realizzazione del BBT”. L’economia, ha detto infine l’ingegnere, “sceglie ovviamente il mezzo di trasporto meno costoso, e in ultima analisi la rotaia è più costosa della strada, e gli altri transiti costano di più de Brennero, mentre altrove incide il costo del carburante. C’è da augurarsi che la nuova direttiva sui costi di transito introduca una maggiore verità dei costi”.