Cronaca | Il patto

Fascisti, una volta

Tornano in mano altoatesina i terreni nel Comune di San Lorenzo di Sebato espropriati dal governo fascista, c’è l’accordo con lo Stato. Costo dell'operazione: 2 milioni
Terreni
Foto: Albert Steger

Giornata storica quella di oggi, 10 agosto. Dopo 80 anni vengono restituiti all’Alto Adige i terreni nel Comune di San Lorenzo di Sebato espropriati dal governo fascista dopo la scoperta, nel 1935, di resti romani durante gli scavi per la costruzione del ponte Peintner. L’accordo è stato siglato oggi a Palazzo Widmann dall’Agenzia del Demanio, che è proprietaria dei terreni, la Provincia di Bolzano e i Comuni di San Lorenzo di Sebato e di Nova Ponente. La firma è stata apposta dalla responsabile dei servizi territoriali dell’Agenzia del Demanio Ivana Zanini, dal governatore altoatesino Arno Kompatscher, dal sindaco di San Lorenzo Martin Ausserdorfer e dal sindaco di Nova Ponente Christian Gallmetzer.

 

 

Cosa prevede l’accordo

 

L’Agenzia del Demanio restituisce al Comune di San Lorenzo di Sebato la proprietà dei terreni espropriati nel 1935. In cambio lo Stato entrerà in possesso della caserma dei carabinieri di Nova Ponente (attualmente di proprietà del Comune), che il Comune di San Lorenzo comprerà per 2 milioni di euro attraverso l’intermediazione della Provincia. Le aree interessate, che si estendono su una superficie complessiva di circa 7 ettari, sono già state destinate dal Comune in parte alla realizzazione di un secondo campo da calcio e in parte all’ampliamento della zona sportiva comunale a partire dal prossimo anno. “L’utilizzo dei terreni rimanenti verrà deciso dal consiglio comunale, ma non credo avremo difficoltà a trovare una destinazione adatta. L’interesse infatti è grande, specialmente da parte dei contadini che ora coltivano quei terreni pagando allo Stato un affitto”, spiega Ausserdorfer. “Questo accordo - afferma Kompatscher - assume oggi un grande valore simbolico, ma anche sostanziale, dimostrando ancora una volta il nostro ruolo di partner serio. Viene così restituita al Comune e alla popolazione locale la possibilità di sfruttare aree preziose rimaste per decenni inutilizzate, garantendo un importante valore aggiunto per tutti i partner coinvolti”.

 

 

Un po’ di storia

 

Nel 1935 sul terreno in questione fu costruito ponte Peintner. Nel corso degli scavi vennero alla luce resti romani, che destarono l’interesse del governo fascista allora al potere e che nel 1940 determinarono anche l’aggiunta del termine “Sebato” alla denominazione del Comune. A partire da quel momento lo Stato acquistò ed espropriò gradualmente i terreni dove si trovavano i resti romani, con l’allora ministero dei Beni culturali che pagò indennizzi ai proprietari delle aree ponendo un vincolo archeologico, vietando l’utilizzo di concimi e diserbanti nonché la prosecuzione dello sfruttamento agricolo del terreno. Fino ad oggi era ancora lo Stato il proprietario dei terreni, che attraverso l’Agenzia del Demanio li ha in seguito affittati ai contadini locali. Il tema è tornato d’attualità nel 2015 quando, con l'intermediazione di Kompatscher e del parlamentare Daniel Alfreider, si riuscì a elaborare uno schema di accordo coronato infine dalla permuta odierna. “Sono fiero - puntualizza Ausserdorfer - di questa transazione grazie alla quale finalmente è stato possibile sanare un’ingiustizia storica e riconoscerci nuovamente la disponibilità delle nostre terre”.