Politica | Nodo concessione

A22, la Regione spinge l’inhouse

Un avviso a Fugatti, accusato di favorire i veneti. Approvata con 44 voti la proposta Team K per far uscire i privati e evitare la gara. “Ha vinto la linea Kompatscher”.
A22
Foto: Autobrennero

Il partner dell’attuale maggioranza in Regione, la Lega Salvini, è avvisato. La coalizione che in aula è già andata sotto votando le premesse dell’ordine del giorno di Paul Köllensperger - un testo molto critico verso il presidente trentino Maurizio Fugatti - potrebbe farlo di nuovo. Stavolta facendo cadere la giunta e portando a nuovi equilibri. È lo scenario evocato sottotraccia, in consiglio regionale, con l’approvazione a larga maggioranza della proposta Team K, che impegna l’esecutivo regionale a spendersi senza tentennamenti a favore dell’uscita dei privati da Autobrennero - a sua volta requisito cruciale per ottenere la proroga della concessione A22. Secondo il promotore, “ha vinto la linea di Arno Kompatscher”, opposta a quella attribuita a Fugatti, accusato da Bolzano di eccessiva titubanza sull’uscita dei privati (fra cui Serenissima partecipazioni spa, presenza che rimanda al Veneto di Luca Zaia). Questo quanto avvenuto nella seduta del consiglio regionale sul bilancio, nella quale è stato dato l’ok alla nuova Agenzia per la giustizia grazie all’intesa Kompatscher-M5s.

 

La quota A22, ciò che resta alla Regione

 

La giunta regionale è quindi vincolata dal consiglio “a fare tutto il possibile - così dice il dispositivo approvato con 44 voti, dopo una richiesta di modifica giunta da Svp e Lega - nell’ambito della sue competenze e possibilità, affinché attraverso la suddetta società inhouse si ottenga il più rapidamente possibile la concessione trentennale per la gestione dell’Autostrada del Brennero al fine di scongiurare il rischio dell’espletamento di una gara”.

Un impegno chiaro per l’esecutivo, approvato al termine di tre votazioni. Nella prima, dedicata alle premesse, l’aula ha approvato con 28 sì e 27 no (forse qualche errore nel voto a distanza) una ricostruzione degli ultimi complessi passaggi su A22 che prende di mira la condotta della Provincia di Trento e del suo governatore in particolare. Al centro di tutto c’è quel tesoretto in mano alla Regione Trentino Alto Adige (forse ciò che di più significativo rimane in capo all’ente), ovvero il 32,2893% delle quote di Autobrennero. Il controllo di questa partecipazione è determinante per sancire, con un voto a maggioranza dell’assemblea dei soci della spa, l’uscita dei privati, come consentirebbe la norma inserita nella legge di conversione del decreto Ristori-quater (soluzione indicata dalla ministra ai trasporti Paola De Micheli).

“Mentre la Provincia di Bolzano ha sempre cercato di seguire la strada di una società interna puramente pubblica, la Provincia di Trento sotto il presidente Fugatti, insieme ad azionisti esterni alla regione, si è adoperata per la concessione della proroga della concessione all’attuale società. Questo disaccordo ci è già costato troppo tempo”, scrive il consigliere del Team K nel documento, in cui cita le ultime novità dal Parlamento.

 

 

Lo spettro della gara

 

“Ora che la strada decisiva è stata fissata anche da Roma, non ci sono più scuse” conclude Köllensperger nelle premesse. Durante la presentazione in consiglio è stato anche più duro. “Il pertugio che si è creato fra Trento e Bolzano rischia portarci direttamente a una gara europea, difficile da vincere. Potrebbero presentarsi dal Veneto gli stessi soci privati di A22, poi Autostrade per l’Italia, gli spagnoli di Abertis, ancora tedeschi, austriaci, qualche russo interessato al nostro territorio. Se anche la vincessimo, al ribasso, l’autostrada non sarebbe più la gallina dalle uova d’oro che è sempre stata per l’autonomia, patrimonio com’è dei nostri territori, funzionale alle politiche di sostenibilità sul corridoio del Brennero”. Infine, la richiesta di “fugare tutti i dubbi sulla volontà politica di arrivare ad una società di gestione interamente pubblica, senza sentire parlare di proroghe, miniproroghe e soci veneti”.

La gara sarebbe già una sconfitta: avremmo contro forse i soci veneti di A22, Autostrade per l’Italia, spagnoli, tedeschi, anche russi (Paul Köllensperger, Team K)

Nella seconda votazione, sul dispositivo (la parte dell’odg che impegna la giunta) come formulato dal Team K, l’aula ha votato no con 28 contrari e 24 favorevoli. Sì invece (da 44 consiglieri) al dispositivo emendato con la rimozione della dicitura “senza ulteriori ritardi o esitazioni”, richiesta condivisa dai capigruppo Gerhard Lanz (Svp) e Mirko Bisesti (Lega).

Animato il dibattito che ha preceduto le votazioni. La proposta ha ottenuto la condivisione delle opposizioni ed è piaciuta a Kompatscher, mentre la Lega con Bisesti ha ribadito “il valore strategico di A22 come asset per il nostro territorio”, rimandando però la questione delle soluzioni legislative ai partiti al governo a Roma, in particolare il Pd.

 

Il dibattito e le accuse: la Lega si difende

 

L’ex governatore trentino Ugo Rossi, esponente del Patt e vicino all’Svp, ha elogiato l’odg, “che va al punto della questione”. “Il muro solido che c’era fino a qualche anno, eretto da Trento e Bolzano assieme - ha detto -, si è rotto. La crepa favorisce inserimento interessi che non sono quelli del Trentino e dell’Alto Adige, interessi dei soci del sud che non hanno necessità di una politica unitaria per il corridoio del Brennero, di investimento nel passaggio del traffico da gomma a rotaia. Interessano di più gli investimenti a Campo Galliano e nella terza corsia”. Ulteriore elemento, ha invitato a superare le resistenze verso il nuovo assetto “anche dentro Autobrennero”. Giorgio Tonini (Pd) gli ha fatto eco: “Il primo punto della questione è la politica di corridoio, l’A22 è un mezzo non un fine, serve in primo luogo per consentire alle nostre comunità di poter dire la loro sulla grande infrastruttura ferroviaria del Brennero”.

La crepa nel muro prima eretto da Trento e Bolzano favorisce interessi esterni alla nostra regione (Ugo Rossi, Patt)

Sullo sfondo c’è una partita che lega le politiche su trasporti, ambiente e futuro di Trentino e Alto Adige in chiave europea. Linea che la vecchia maggioranza di centrosinistra trentina condivide con Kompatscher, il quale ha ringraziato il Team K per lo spunto “ad un dibattito positivo in consiglio regionale”. La futura spa pubblica per l’A22, se ci si arriverà, non sarà una società inhouse classica, dice il governatore altoatesino, ma il frutto di “un accordo fra Stato, Regione, Province autonome e Comuni per la gestione del corridoio del Brennero”, a favore delle popolazioni e dei territori coinvolti. Per questo, prosegue, c’è il via libera ad un superamento degli interessi privatistici tutelati nell’attuale governance. La nuova gestione di A22 è quindi lo strumento corretto per proseguire lo sforzo verso il passaggio da gomma a rotaia, con il co-finanziamento del tunnel del Brennero, e per le tariffe ambientali (i pedaggi ai mezzi inquinanti).

L’A22 è un asset strategico per i nostri territori. Ma le regole spettano a chi le sta attuando, a Roma come a Bruxelles (Mirko Bisesti, Lega)

Bisesti, con Fugatti assente, tiene la posizione della Lega: “Non penso sia superfluo affermare quanto l’A22 per tutti noi, al di là delle diverse sensibilità politiche, sia un asset strategico per il nostro territorio. Detto questo, tutto quello che verrà in futuro sta a delle regole. Noi abbiamo fatto richiamo a chi queste regole le sta attuando, sia a Roma che a Bruxelles, e che appartiene allo stesso gruppo politico”. Un riferimento in particolare al Pd. “Dal punto di vista del Trentino - conclude - condivido quanto detto da Kompatscher, non c’è mai stata una sensibilità diversa rispetto allo sviluppo del territorio e e su un asset strategico come l’A22”.

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Josef Ruffa Gio, 12/10/2020 - 12:42

Quando leggo "Se anche la vincessimo, al ribasso, l’autostrada non sarebbe più la gallina dalle uova d’oro che è sempre stata per l’autonomia, patrimonio com’è dei nostri territori, funzionale alle politiche di sostenibilità sul corridoio del Brennero".. mi viene in mente questo libro di Mario Giordano "Avvoltoi: l'Italia muore, loro si arricchiscono : acqua, rifiuti, trasporti : un disastro che ci svuota le tasche : ecco chi ci guadagna". Oltre ad essere interessante, il libro, spalanca gli occhi al lettore sull'avidità della mano pubblica nella nostra Regione. Nel libro gli amministratori dell' A22 non ne escono bene. Non sempre siamo i primi della classe.

Gio, 12/10/2020 - 12:42 Collegamento permanente