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Assistenza sanitaria, Bolzano bocciata

Nell’erogazione dei livelli essenziali di assistenza la nostra Provincia è fanalino di coda in Italia. Valutazioni positive per 16 Regioni, in vetta il Piemonte.
Medici
Foto: upi

Il sempre virtuoso Alto Adige delle cronache istituzionali stavolta fa fiasco. Riguardo ai livelli essenziali di assistenza sanitaria, ovvero le prestazioni e i servizi che il Servizio sanitario nazionale è tenuto a fornire a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro pagamento del ticket, la provincia di Bolzano è ultima in Italia, dietro a Campania (che però è in recupero: 153 punti nel 2017, 124 nel 2016), Calabria (che peggiora il punteggio passando da 136 del 2016 a 144 del 2017), Valle d’Aosta e Sardegna. Primo, invece, il Piemonte.

Lo attestano i risultati della “Griglia Lea” 2017 appena pubblicata dal Ministero della Salute che, assoluta novità di quest'anno, fornisce anche i punteggi delle Regioni a statuto speciale che non sono sottoposte alla verifica sugli adempimenti (Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Province Autonome di Trento e Bolzano). “Da notare - scrive Quotidiano Sanità - come questo dato strida con il livello di spesa procapite che nel 2016 (fonte Crea Sanità) vede per la Pa di Bolzano una spesa pro capite di 2.309 euro contro i 1.850 euro della Calabria, i 1.757 euro della Campania e 1.881 euro del Piemonte”.

 

 

Come ricorda il Ministero le Regioni ordinarie per poter accedere al maggior finanziamento del sistema sanitario nazionale - quota premiale del 3% delle somme dovute a titolo di finanziamento della quota indistinta del fabbisogno sanitario al netto delle entrate proprie -, sono tenute a rispettare una serie di adempimenti in base all’Intesa Stato-Regioni del 23 marzo 2005. Un esempio: il “Mantenimento nell’erogazione dei LEA” - i livelli essenziali di assistenza sanitaria, appunto - che viene certificato attraverso l’utilizzo di un set di indicatori ripartiti tra l’attività di assistenza negli ambienti di vita e di lavoro, l’assistenza distrettuale e l’assistenza ospedaliera.

 

 

Una performance da dimenticare

 

Otto sono le Regioni che ottengono un punteggio superiore a 200, svetta il Piemonte con 221 punti seguito da Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Lombardia, Umbria, Abruzzo e Marche. Altre otto raggiungono il livello minimo accettabile (tra 200 e 160): Liguria, Friuli Venezia Giulia, Basilicata, Provincia Autonoma di Trento, Lazio, Puglia, Molise e Sicilia.

La Campania, la Valle d’Aosta, la Sardegna, la Calabria e la Provincia Autonoma di Bolzano che non va oltre i 120 punti, sono in “zona retrocessione”: il punteggio è inferiore a 160 e i problemi si riferiscono in particolare all’area della prevenzione (screening e coperture vaccinali) e all’area distrettuale (residenziali anziani e disabili).

Una precisazione è tuttavia d'obbligo: il Ministero riferisce di un mancato invio da parte della Provincia di Bolzano, della Sardegna e della Valle d’Aosta di alcuni dati sullo stato dell’erogazione dei servizi. Soprattutto per quanto riguarda Bolzano sui 33 indicatori tre non sono disponibili e per altri 7 il flusso informativo non è completo.