Società | La novità

Afferrare pietre che non esistono

Al DRIN si può provare un visore di realtà virtuale messo a disposizione da BeYoung. Damian: "Strumento che ha grandi potenzialità".
visore realtà virtuale be young
Foto: Salto.bz Fabio Gobbato

Sull’orlo di un precipizio che non esiste, ieri pomeriggio ho afferrato una pietra che non esiste. Mi è sfuggita di mano ed è rotolata a terra. E l’ho riafferrata: la stessa pietra, che non esiste qui, ma in un mondo fatto di dati.

Per uno nato nel 1971 che ha cominciato il proprio rapporto con la tecnologia usando le stanghette che avrebbero dovuto rappresentare delle racchette da tennis, che nel 1982 ha fatto subito il balzo con il Commodore 64 e caricava i programmi con il registratore a cassetta, che nei decenni ha usato per lavoro tutti i Pentium, provare il visore Oculus Quest 2 di Meta è stato un piccolo choc sensoriale. Ad un certo punto in un luogo che poteva essere il grand canyon, con una copertura di visuale totale - la nuvola era proprio sopra di me -  usando dei controller più simili ai joystick anni Ottanta che non a quelli della Play Station, mi sono guardato delle mani semi-trasparenti e le ho sentite in qualche modo un po' mie. E la cosa non mi ha neppure turbato come avrei pensato se l'avessi immaginato in anticipo. La cosa più sorprendente, poi, è che io ho usato dei controller, ma la "skill" superiore dà la possibilità di muovere nello spazio le proprie mani, come si vede fare a Francesco Piazza di BeYoung nella foto di apertura.

 

Ho provato il visore su invito dell’associazione, che stasera dalle 18 lo metterà gratuitamente a disposizione degli interessati nel corso dell’ormai classico aperitivo del giovedì al DRIN di Corso Italia. La definirei un’esperienza adatta anche ai “non troppo entusiasti” degli sviluppi della tecnologia giusto per farsi un’idea dello “stato delle cose”. “Questi visori – spiega Aaron Damian – sono davvero molto avanzati. Permettono l’ingresso nel Metaverso annunciato da Zuckerberg, ma anche di usare molte applicazioni diverse, di giocare. Prima abbiamo fatto una partita a ping pong virtuale. Ci sono applicazioni che permettono di effettuare riunioni a distanza come se si fosse in presenza e altre che permettono di entrare ad esempio nei musei o andare a concerti. Nel giro di poco tempo credo che un’intera classe munita di visori potrebbe fare una visita approfondita di un grande museo assieme ad un professore. A qualcuno può sembrare un'opportunità poco attraente, ma in prospettiva può essere uno strumento molto utile per tutte le persone che non possono permetterselo o non possono farlo per i motivi più vari”. Già oggi strumenti di questi tipo vengono usati dai grandi Real Estate Agents per visite virtuali negli appartamenti oppure da chi effettua lavori di ristrutturazione per mostrare ai clienti come verrà l’ambiente dopo i lavori.

Io intanto scelgo la pillola blu, domani mi sveglierò nel mio letto e crederò in quello che vorrò

Il visore è stato presentato da Mark Zuckerberg durante l’ultimo Facebook Connect ed è stato presentato come uno strumento per rivoluzionare il mondo della realtà virtuale. Oculus Quest 2 è un visore stand alone relativamente facile da usare anche per un “quasi boomer”, che ha un prezzo relativamente accessibile (il modello top costa 500 euro), con un’ottima risoluzione e la possibilità di collegarlo al PC. Metaverso è un termine coniato nei primi anni Novanta in ambito “cyberpunk” ma è tornato alla ribalta di recente con l’annuncio di Zuckerberg che ha deciso di chiamare “Meta” la holding del gruppo che controlla le piattaforme Facebook, Whatsapp, Instagram e gli Oculus. Il concetto, di non facile definizione, indica un insieme di spazi virtuali a cui gli utenti accedono tramite visori 3D, e possono creare avatar realistici, incontrare altri utenti, creare oggetti o proprietà virtuali, andare a concerti, conferenze, viaggiare.

Abbastanza inevitabile che nel giro di qualche anno il metaverso di Zuckerberg diventi parte delle nostre vite, ma il rischio di non essere più capaci di distinguere il reale dal virtuale come in Matrix non sembra ancora dietro l’angolo. Se  penso, però, che nel 1981 giocavo con le "stanghette da tennis" e ieri ho afferrato un sasso che non esiste, chi ci sarà ancora, nel 2062, chissà cosa potrà fare. Io, intanto, scelgo la pillola blu, domani mi sveglierò nel mio letto e crederò in quello che vorrò. Ma se mi ricapita l'occasione un altro mini-trip lo faccio volentieri.