Ambiente | Il rapporto ISPRA

Il clima? È cambiato

La temperatura media annuale in Italia nel 2016 è stata di 1,35° superiore rispetto al periodo tra il 1961-1990. E in alcune zone non ha piovuto per oltre 330 giorni.
Clima
Foto: upi

La temperatura minima più bassa registrata in Italia nel 2016 sono i -25.0°C alla Diga di Gioveretto, "segnati" dalla rete di rilevamento della Provincia autonoma di Bolzano. Non sono i record, però, le notizie più importanti da trarre leggendo il rapporto "Gli indicatori del clima in Italia nel 2016", curato dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) e presentato il 7 luglio.

Sono i trend, infatti, quelli che causano preoccupazione. Guardando alle temperature, ad esempio, il 2016 risulta il sesto più caldo per l’Italia almeno dal 1961, anche se è stato meno bollente del 2015. La media annuale rimane più alta di +1.35°C rispetto al trentennio di riferimento 1961-1990; l’aumento registrato in Italia - nota l'ISPRA - è di poco superiore ai valori climatici globali del pianeta: la media annuale mondiale si attesta sui +1.31 °C, segnando un nuovo record nel 2016 per il terzo anno consecutivo. L'anomalia termica più marcata ha riguardato la stagione invernale 2016, con un valore annuo medio di +2.15°C.

Tutti i mesi del 2016 sono stati più caldi della norma: in particolare dicembre al Nord (+2.76°C), febbraio al Centro (+3.02°C) e aprile al Sud e sulle Isole (+2.99°C).

Anche la temperatura del mare è un indicatore rilevante: l’anomalia media a fine 2016 è stata misurata in +0.99°C rispetto al periodo di riferimento 1961-1990; il 2016 non è l'anno con i mari più caldi, ma si colloca al 4° posto della serie. A precederlo in classifica sono 2015, il 2012 e il 2014. Significa che quattro degli ultimi cinque anni hanno presetato dati fuori da ogni media.

Un secondo elemento "caratterizzante" il 2016 riguarda la siccità: il semestre tra luglio e dicembre, in particolare, è stato caratterizzato da periodi prolungati di carenza o addirittura assenza di piogge su diverse aree del territorio nazionale, che a fine anno hanno riportato le risorse idriche generalmente su livelli molto bassi. Su base annuale le precipitazioni sono state complessivamente inferiori alla media climatologica del 6% circa. Il valore più elevato del numero di giorni asciutti, come vengono considerati quelli con precipitazione inferiore o uguale a 1 mm, è stato registrato a Capo Bellavista (NU) con 334 giorni, seguito da Catania Fontanarossa e Siracusa con 333 giorni. Per le regioni nord-orientali, la Lombardia, le Marche e in diverse aree del Centro, del Sud e delle Isole, tutto il mese di dicembre è stato praticamente asciutto.

Le località di Castellari (SV) con 125 giorni e Capo Bellavista (NU), con 114 giorni consecutivi di mancanza di pioggia, hanno avuto l’indice più alto di siccità - misura il numero massimo di giorni asciutti consecutivi - nel 2016.

Il rapporto "Gli indicatori del clima in Italia nel 2016" si basa in gran parte su dati, statistiche, indici e indicatori climatici derivati dalle osservazioni di circa 1100 stazioni di monitoraggio meteo climatico, ed elaborati attraverso il Sistema SCIA (Sistema nazionale per la raccolta, l’elaborazione e la diffusione di dati Climatologici di Interesse Ambientale). È talmente dettagliato che sappiamo, ad esempio, che nella sola giornata del 30 luglio nella provincia di Bolzano sono stati osservati ben 7500 fulmini

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Klemens Kössler Sab, 07/15/2017 - 19:02

Es wird wärmer, während manche das angenehm finden und andere sich denken dass sie sowieso nicht Schi fahren, wollen wir Menschen nicht verstehen was das für uns und unsere Mitbewohner (Tiere und Pflanzen) bedeutet. Man weis dass unser hoher Energieverbrauch generell daran Schuld ist, dass die Energiegewinnung aus fossilen Quellen besonders schädlich für das Klima ist aber niemand will das wissen ist doch das neue Auto so toll um möglichst viel zu fahren, es ist so toll mit dem Flugzeug (Klimakiller Nr. 1) die Welt zu erkunden. Auf das wollen wir nicht verzichten müssen und schieben etwaige Schuldgefühle auf pupsende Wiederkäuer, denn wir wollen uns nicht ändern. Energieverbrauch bedeutet auch Geschäft und Steuereinkommen, ein Grund mehr um den Klimawandel zu ignorieren und sich zu denken "es wird schon nicht so schlimm werden". Erst wenn uns das Wasser fehlt, welches immer dürftiger vom Himmel fällt, werden wir erkennen dass die Welt, unsere Welt, von uns Menschen zu sorglos ausgenutzt wird.

Sab, 07/15/2017 - 19:02 Collegamento permanente