Società | Edilizia

Emergenza case: l'appello al Comune

Il problema dell’abitare continua ad essere di stretta e importante attualità nel contesto della città capoluogo.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale del partner e non necessariamente quella della redazione di SALTO.
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Foto: Coopbund

Un tema importante, aperto, con tante soluzioni da individuare o focalizzare a fronte di molteplici esigenze e pressanti richieste.  In questo senso è costante e incessante il lavoro di Casa Prossima, la cooperativa creata da Coopbund Alto Adige Südtirol per raccogliere le esigenze di chi ha bisogno di casa a Bolzano e spingere il Comune a designare in tempi brevi nuove aree destinate a questo tipo di edilizia. Uno stimolo importante per l’edilizia cooperativa in città, anche in termini di proposte concrete.

Vediamo con Alberto Bocchio, responsabile dell'Area Edilizia della centrale di rappresentanza, l’opportunità ed insieme, in termini di realismo, le tempistiche della zona Caserme Huber di via Druso. Il previsto trasferimento degli uffici dalle Huber alla Vittorio Veneto e il conseguente avvio della procedura per ottenere la destinazione residenziale delle Huber, finalmente prospettata dal Comune, è estremamente interessante per la città ed il fabbisogno di abitazioni a prezzo calmierato.

“Da un’immagine scattata dall’alto – sottolinea Alberto Bocchio – abbiamo evidenziato la distanza tra le caserme Huber e Vittorio Veneto. Dall’immagine è evidente: solo poche centinaia di metri dividono un edificio militare dall’altro, ma il percorso è in realtà molto lungo e prevede una serie di operazioni burocratiche ad alta complessità. Vediamone alcune: l’appalto e lavori di ristrutturazione dei nuovi uffici di via Vittorio Veneto; il trasloco dei reparti da una caserma all’altra; la stima degli immobili da cedere; la conclusione dell’accordo tra il Ministero della Difesa e Provincia Autonoma di Bolzano; il successivo passaggio di proprietà al Comune di Bolzano. A seguire il concorso ed incarico per il piano di attuazione e la sua approvazione; il bando per l’assegnazione delle aree; le graduatorie provvisorie e definitive e infine la preassegnazione dei terreni. Un tempo minimo stimato di circa cinque anni, probabilmente 8-10 anni per arrivare alle assegnazioni delle aree ai soci delle cooperative. Bene l’avvio del percorso a lungo termine, che era annunciato da anni, tuttavia occorre assolutamente trovare alternative a medio termine".

Il criterio del fabbisogno dell’edilizia abitativa in cooperazione, può essere quantificato? Numeri alla mano stiamo parlando di quante richieste?

“Coopbund ha deciso di riferirsi a dati empirici, che sono le attuali 140 famiglie aderenti alla Cooperativa Casa Prossima, ma di fabbisogno di alloggi a prezzo calmierato ne parlano tutti, dai sindacati agli imprenditori, dal mondo dell’Università a quello della ricerca, dall’Ipes alle Cooperative e si attesta quindi su numeri ben più grandi. La strada è trattare con i privati per le zone produttive dei Piani, di via Druso, di via Galilei o, se il Comune non riesce, trovare nuove zone come fatto in passato per le zone di espansione. Ad esempio l’area agricola del magazzino Frubona sta diventando produttiva per l’esigenza di crescita di un’importante impresa locale. Ottima soluzione, ma anche la “città residenziale” ha bisogno di crescere ed ampliarsi e anche l’offerta di case a prezzi accessibili deve aumentare. Che il Comune conceda le trasformazioni da zone produttive a zone miste contrattando spazi per le cooperative di abitazione e per l’Ipes in modo da progettare zone realmente miste ed equilibrate anche dal punto di vista sociale. Ricavando così anche spazi per l’edilizia sostenibile in Cooperativa”.