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“Ma quale crescita?”

La nota di aggiornamento al Def, in discussione in Parlamento, nel mirino della Svp a Roma. Steger: “Manovra molto rischiosa, si fa solo nuovo debito”.
Dieter Steger
Foto: SVP

Fra polemiche, reazioni allarmate dei mercati e governo gialloverde che non “arretra di un millimetro”, la nota di aggiornamento al Def è approdata oggi (11 ottobre) in Parlamento per essere discussa. Il documento, che traccia le linee programmatiche e fissa il budget entro il quale si muoverà la manovra finanziaria, dovrà ora incassare il via libera dell’aula di Palazzo Madama e di quella di Montecitorio. Ed entro il 20 novembre essere valutata dalla Ue. Il Nadef, ovvero la nota di aggiornamento, solleva consistenti perplessità anche nella Svp che la considera, a detta del senatore e vicepresidente della Commissione Finanze e membro della Commissione Bilancio Dieter Steger, “un azzardo sui conti del Paese, perché si fa nuovo debito”, senza contare che “le misure previste non avranno alcun effetto moltiplicatore sulla crescita”. 

Il reddito di cittadinanza è una misura assistenzialistica che costa 10 miliardi e che rischia, soprattutto al Sud, di favorire il lavoro nero, mentre la riforma delle pensioni porterà solo nuovi oneri sulle giovani generazioni

Non sono bastate a placare i dubbi le rassicurazioni del ministro dell’Economia Giovanni Tria durante l’intervento in audizione davanti alle Commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato. “Il reddito di cittadinanza è una misura assistenzialistica che costa 10 miliardi e che rischia, soprattutto al Sud, di favorire il lavoro nero, mentre la riforma delle pensioni porterà solo nuovi oneri sulle giovani generazioni. Inoltre l’idea che a ogni persona che va in pensione corrisponda la nascita di un nuovo posto di lavoro è un’idea arbitraria, che in altri contesti il più delle volte è stata smentita”, commenta Steger, secondo cui poco è stato fatto peraltro in merito alla detassazione e in termini di alleggerimento della pressione fiscale su imprese e privati.

Ma la critica non si esaurisce qui: “Non è sufficiente stanziare svariati miliardi per nuovi investimenti perché manca il terreno in grado di trasformare queste risorse in crescita. Manca cioè una programmazione che, nel primo anno, punti a riformare il codice degli appalti, a semplificare la burocrazia, a superare la lentezza della giustizia, a facilitare gli investimenti dei privati. Di tutto questo non c’è traccia nella nota d’aggiornamento, non ci sono cioè quegli strumenti e misure che rendono possibile l’effetto moltiplicatore”. 

Si è imboccata una strada molto rischiosa e poco responsabile

La manovra è pericolosa, conclude Steger, e fa “scricchiolare la credibilità economica dell’Italia. Il Governo ha il diritto di indicare la strada ma ha anche dei doveri e delle responsabilità verso i cittadini, i risparmiatori, gli investitori. Si è imboccata invece una strada molto rischiosa e poco responsabile. Per questo mi auguro davvero che, col passaggio alla Legge di Bilancio, ci siano ancora margini per smussare gli angoli, per evitare misure dispendiose e inutili, misure che porteranno solo nuovo debito”.

 

Update:

“Colpisce – ha dichiarato in aula il senatore Svp Meinhard Durnwalder – l’assenza di un qualsiasi riferimento alle autonomie speciali, anche nelle parti della nota d’aggiornamento in cui si parla di riforma costituzionale o di trasferimento delle competenze per le regioni a statuto ordinario. Non è la prima volta che questo accade, è già successo nel primo discorso di Conte in Parlamento e anche nel Contratto di Governo. Ci colpisce questa mancanza, soprattutto quando per le regioni ordinarie si fa un gran parlare di autonomia differenziata”.

“Per questo motivo – concludono le capigruppo al Senato e alla Camera, rispettivamente Julia Unterberger e Renate Gebhard - abbiamo fatto formale richiesta di incontro al Presidente del Consiglio, nel quale ricorderemo che l’attenzione di ogni esecutivo in merito alla tutela e la salvaguardia delle autonomie speciali e delle minoranze linguistiche è prevista dalla Costituzione”.