Ambiente | Il progetto

“Stelvio, un traforo per le auto”

Per i Verdi il treno navetta è il cavallo di Troia che farà aumentare il traffico in val Venosta. Alfreider nega: “Ok solo se si riduce la gomma”. Il sondaggio in corso.
Treno navetta Svizzera
Foto: SBB

Il traforo dello Stelvio, di cui finora la Provincia di Bolzano ha parlato solo in termini di rotaia, finirà per riempire di auto la val Venosta? La paura esplicitata da Riccardo Dello Sbarba (Verdi) è affidata all’interrogazione rivolta a Daniel Alfreider. Nuovo assessore, identici dubbi che il titolare della delega sulla mobilità tenta di fugare: per l’Alto Adige, afferma, il progetto condiviso con la Regione Lombardia dovrà per forza essere “un collegamento ferroviario”, per lo più funzionale “a ridurre il traffico su strada”. Non è detto tuttavia che la precisazione basti a rassicurare quanti temono un potenziamento della gomma.

 

Tredici varianti per un tunnel

Il pomo della discordia è sempre lo studio di pre-fattibilità, presentato a fine 2017, sul collegamento permanente tra l’Alta Valtellina e la val Venosta, ovvero il traforo dello Stelvio. A promuoverlo è Infrastrutture lombarde, società in house della Regione Lombardia, che compare con il proprio logo nel documento assieme alla Provincia di Bolzano. Tredici le varianti considerate nello studio, per il progetto che interessa otto Comuni in tre territori: i municipi di Valdidentro, Bormio e Valfurva, in provincia di Sondrio, di Tubre, Malles Venosta, Glorenza e Stelvio in Alto Adige, infine Müstair nel Cantone dei Grigioni, in Svizzera.

 

 

Presentare il progetto come “un ecologico tunnel ferroviario” sarebbe un inganno: trasportando auto, bus e camion il treno farà aumentare il traffico su gomma (Riccardo Dello Sbarba)

Sono sette le ipotesi stradali considerate, sei quelle ferroviarie. A preoccupare i Verdi è “l’opzione bimodale prevista nello studio”, che si configura, si legge, come “una modalità di trasporto flessibile, che prevede la possibilità di carico dell’automezzo su convogli dedicati (navetta) nei quali, di norma, gli occupanti dei veicoli stradali rimangono nel proprio veicolo per tutto il tragitto su rotaia”. Il carico-scarico, si precisa, può avvenire anche in tempi molto brevi, 5 minuti, tali da invogliare gli automobilisti - è quanto temono i Verdi - a sfruttare la rotaia per arrivare dall’altra parte della massiccio dell’Ortles. 

 

 

Treno navetta, un moderno cavallo di Troia?

La situazione è complicata secondo il consigliere dal fatto che Regione Lombardia starebbe svolgendo in questi giorni “un’indagine socio-economica in val Venosta sui vantaggi del tunnel sotto lo Stelvio”. Utilizzando come supporto informativo proprio lo studio di pre-fattibilità. “Chi riceve questo materiale si convince che il progetto sia condiviso con la Provincia di Bolzano e che in esso possa rientrare un traforo stradale, o un traforo ferroviario con treno navetta. Presentare il progetto come ‘un ecologico tunnel ferroviario’ sarebbe un inganno: trasportando auto, bus e camion il treno farà aumentare il traffico su gomma”. E porta come esempio di moderno “cavallo di Troia”, conclude Dello Sbarba che porta come esempio di moderno “cavallo di Troia” i treni navetta svizzeri del Semplione e della Vereina. 

L’unica scelta pensabile per la giunta è quella di un collegamento ferroviario. E qualsiasi soluzione dovrà perseguire l’obiettivo della riduzione del traffico stradale (Daniel Alfreider)

Alfreider risponde precisando la posizione di Palazzo Widmann. “La giunta provinciale - afferma l’assessore - si è espressa chiaramente che un eventuale collegamento tra l’Alta Val Venosta a l’alta Valtellina non potrà essere altro che un collegamento ferroviario”. E se per le 13 ipotesi considerate “va ribadito per professionalità deontologica, uno studio onnicomprensivo richiede di valutare tutte le possibili varianti”, a livello di volontà politica, aggiunge, “l’unica scelta pensabile per la giunta è quella di un collegamento ferroviario”. Inoltre, “qualsiasi soluzione - conclude - dovrà perseguire l’obiettivo della riduzione del traffico stradale”.

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luigi spagnolli Sab, 04/13/2019 - 18:26

Riccardo questa volta ha preso una cantonata colossale. I tunnel ferroviari per il trasporto auto hanno un altissimo valore pedagogico, perché spingono il popolo automobilista a metabolizzare sempre più il concetto del traffico privato del futuro, che sarà circoscritto alle percorrenze non sostituibili, per motivi tecnico-economici, da mezzi alternativi collettivi. Ecco perciò che sempre più nelle Alpi e nelle città i veicoli privati saranno fermati in parcheggi di attestamento, da cui mezzi pubblici, treni, funivie, navette, traghetti, ma anche bici a nolo, ecc. porteranno i viaggiatori alla destinazioni richieste. Il tunnel ferroviario sotto lo Stelvio, poi, vale anche come stimolo a chiudere il collegamente ferroviario Tirano-Bormio-Malles, creando una seconda tratta tra l'Alto Adige e Milano, con tutto quel che ne consegue anche in termini di minor uso dell'auto. Senza contare il vantaggio di poter, una volta presente l'alternativa, imporre vincoli temporali ed un pedaggio alle auto che vanno al Passo. Uno scenario già in essere in diverse strade alpine ad alto tasso paesaggistico, che non può che favorire un accesso più politicamente corretto alla montagna: e che non potrà prescindere, in un tempo successivo, dalla realizzazione di funivie che colleghino il Passo con i due fondovalle venostano e valtellinese, in modo da poter accedere allo Stelvio anche d'inverno (lo Stelvio è l'unica stazione sciistica alpina attiva solo d'estate e chiusa d'inverno...). Sveglia, Verdi!!!!

Sab, 04/13/2019 - 18:26 Collegamento permanente