Cultura | Diario di viaggio

Taj Mahal

tra storia e leggenda
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.
Fiume che scorre dietro il Taj Mahal, alba
Foto: Giulia Pedron © Tutti diritti riservati

Una delle mie prime tappe in India, è stata la città di Agra. Il motivo per cui ogni anno arrivano in questa città milioni di turisti, è il Taj Mahal, l’edificio musulmano considerato come il più bello e imponente di tutta l’India nonché parte delle 7 nuove meraviglie del mondo.

Il Taj Mahal, che letteralmente significa "La corona del palazzo”, venne costruito nel 1632 sotto ordine dell'imperatore moghul Shāh Jahān in memoria dell'amatissima moglie Arjumand Banu Begum, meglio conosciuta come Mumtāz Maḥal.

Shāh Jahān faceva parte degli imperatori principali della dinastia Moghul, discendenti diretti di Tamerlano e Gengis Khan. La Dinastia Moghul fu la più importante dinastia imperiale indiana di religione musulmana, che regnò su quasi tutto il territorio dell'Asia meridionale durante la dominazione islamica in India. L'Impero rappresentò il culmine dell'architettura indiana, con monumenti famosi proprio come il Taj Mahal. E proprio Agra fu capitale dell'Impero Moghul dal XVI al XVIII secolo.

La storia che si nasconde dietro questo imponente palazzo costruito in marmo bianco è romantica e misteriosa. Come accennato all’inizio, l'imperatore moghul Shāh Jahān fece costruire il Taj Mahal per una delle sue moglie, la preferita e più amata, Arjumand Banu Begum.

Si racconta che tra i due ci fosse un grandissimo amore. Si sposarono il 10 maggio 1612, lei era la sua terza moglie, ma ben presto diventò il suo unico amore. Della sua figura non si sa molto ma oltre alla sua straordinaria bellezza -si dice che persino la luna si vergognasse di comparire in sua presenza- si racconta che fosse dotata di molte virtù morali e che venne celebrata da numerosi poeti e artisti per la sua grazia e la sua pietà nei confronti dei poveri e dei derelitti.

Purtroppo Arjumand morì giovanissima nel 1631 dando alla luce il quattordicesimo figlio dell'imperatore. La leggenda racconta che sul punto di morte chiese all’imperatore un ultimo desiderio: erigere un monumento come simbolo del loro amore e di non sposare mai nessun'altra donna. Così fu.

Dopo la perdita della moglie, Shāh Jahān restò recluso in assoluta solitudine per un intero anno; quando si mostrò nuovamente in pubblico apparve come un uomo emaciato, con la faccia scavata e i capelli completamente bianchi. Ma non aveva dimenticato la promessa fatta alla moglie e nel 1632 ordinò la costruzione del mausoleo. I lavori durarono 22 anni e le persone che vi lavorarono furono più di 20.000 provenienti anche dall'Europa e dall'Asia Centrale: tra questi un artista italiano, Geronimo Veroneo.

Il Taj Mahal venne costruito utilizzando materiali provenienti da ogni parte dell'India e dell’Asia, le decorazioni furono abbellite con pietre preziose e semi-preziose incastonate nel marmo bianco. Il marmo venne portato da Makrana, il diaspro dal Punjab e la giada e il cristallo dalla Cina. I turchesi erano originari del Tibet, i lapislazzuli dell'Afghanistan, gli zaffiri venivano da Sri Lanka e la corniola dall’Arabia. Per il trasporto di tutte queste materie prime vennero impiegati oltre 1.000 elefanti e bufali.

Se mai avrete l’occasione di vedere con i vostri occhi questa meraviglia del mondo, vi consiglio di svegliarvi presto ed arrivare prima dell’alba. Con i primi raggi del sole che incontrano timidamente il mausoleo, il Taj Mahal si illumina di un colore rossastro che gli conferisce un atmosfera fiabesca.