Società | L'indagine

Meno chiacchiere, più fatti

Lo studio Eurac sulle politiche migratorie dell’Euregio: “Alto Adige e Trentino discutono, il Tirolo agisce”. Influisce anche la provenienza dei richiedenti asilo.
Rifugiati
Foto: upi

Quali differenze ci sono fra Tirolo, Alto Adige e Trentino nell’affrontare il tema dei rifugiati? A questa domanda ha tentato di rispondere l’Eurac analizzando i verbali delle 93 sedute dei vari consigli provinciali in cui si è discussa la questione (prendendo in esame il 2015 e il 2016), per capire se esiste una strategia comune su un argomento di stringente priorità quale è quello dei flussi migratori oltre il Brennero, che dal 2015 in poi sono di fatto aumentati. Fra minacce di inasprimento dei controlli e allarmismi di sorta.

Nel 2016 l’Euregio ha fondato una task force composta dai consiglieri competenti in materia allo scopo di informare e supportare nel corso di incontri a cadenza regolare i tre presidenti provinciali su questioni legate ai rifugiati. Iniziativa che lascerebbe intendere una posizione comune, ma è davvero così? “Nonostante la forte identità storica comune di territorio di confine, abbiamo riscontrato divergenze marcate nel modo in cui Tirolo, Alto Adige e Trentino si rapportano a questo tema”, spiega Verena Wisthaler, esperta di minoranze di Eurac Research e co-autrice dello studio pubblicato nell’Annuario “POLITIKA 2017”. A quanto pare il Brennero traccia un confine anche nell’approccio politico: “Mentre il consiglio tirolese ha discusso e approvato diversi provvedimenti - chiosa Alice Engl che ha condotto lo studio assieme alla collega Wisthaler -, a Bolzano e a Trento il dibattito in aula è stato più circoscritto e si è concentrato soprattutto su: valutare la situazione, definire il concetto di migrazione e individuare dei responsabili per l’accoglienza e l’assistenza ai migranti. Non sono state proposte molte mozioni e la responsabilità politica è stata tendenzialmente rinviata allo Stato”. Da notare, inoltre, che nel consiglio provinciale altoatesino i partiti con le presentazioni formali più discusse sul tema sono stati i Freiheitlichen, sia nel 2015 che nell'anno successivo, e i Verdi nel 2016.

 

 

"Una delle ragioni alla base di questo diverso modo di procedere in Tirolo rispetto ad Alto Adige e Trentino sta anche nel fatto che l’Italia vede se stessa come un paese di passaggio e spesso i richiedenti asilo vengono percepiti come un fenomeno temporaneo. Il Tirolo, al contrario, si muove nell’ottica del paese di accoglienza, anche se al momento la politica austriaca ha una linea più restrittiva verso le migrazioni"

Nel quadro d’insieme occorre tuttavia guardare ai numeri, il Tirolo ha infatti accolto molti più richiedenti asilo rispetto alle altre due province: nel 2016 erano oltre 6.000 contro i circa 1.300 dell’Alto Adige e i 1.300 del Trentino. Dissonanze si rilevano anche riguardo il contenuto dei dibattiti in Consiglio. In Tirolo - riferiscono le due ricercatrici - si è discusso di misure per favorire l’integrazione, ad esempio corsi di lingua, inclusione nel mercato del lavoro, servizi di consulenza psicologica per i richiedenti asilo. In Alto Adige, invece, i temi vertevano attorno ad altri punti: definizione di rifugiato; come ostacolare gli insediamenti, ad esempio limitando l’assistenza sociale; come contenere le migrazioni attraverso aiuti nei paesi di origine dei profughi. Il Consiglio provinciale trentino si è occupato soprattutto di come gestire la prima fase dell’accoglienza dei rifugiati. “Una delle ragioni alla base di questo diverso modo di procedere in Tirolo rispetto ad Alto Adige e Trentino sta anche nel fatto che l’Italia vede se stessa come un paese di passaggio e spesso i richiedenti asilo vengono percepiti come un fenomeno temporaneo. Il Tirolo, al contrario, si muove nell’ottica del paese di accoglienza, anche se al momento la politica austriaca ha una linea più restrittiva verso le migrazioni”, così Wisthaler.

 

Ad influire sul dibattito in consiglio c’è anche la provenienza geografica dei profughi: “In Tirolo - certifica Engl - la maggior parte dei richiedenti asilo viene da Siria e Afghanistan e ha quindi una chance più alta di vedere accolta la propria richiesta. In Alto Adige e Trentino, invece, molti richiedenti asilo vengono dalla area africana e l’esito della procedura è spesso incerto”. Pur mancando ancora una strategia politica comune su una cosa sono concordi i tre Consigli: la necessità di una maggiore collaborazione nell’ambito della politica sui migranti e nel voler rafforzare il ruolo dell’Euregio.