Società | Sussidiarietà

Sempre solo colpa della Provincia (?)

Per gli uni, la Provincia fa troppo poco per i problemi dei profughi, per molti altri ,essa fa già troppo.
E Privati e Chiesa ?
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.

La città di Bolzano è mèta di un forte flusso migratorio di profughi. Molti di loro sperano di poter oltrepassare il confine del Brennero, ma non ci riescono e si fermano a Bolzano, molti altri si aspettano dalla città e dalla provincia, accoglienza e la possibilità di costruirsi qui un futuro. La risposta spetta all’Ente Pubblico, coadiuvato dalle associazioni o cooperative convenzionate, che operano sotto la sua regia e all’interno dei bilanci e dei regolamenti pubblici. L’esperienza, anche quella tragica degli ultimi giorni, dimostra che tutto ciò non basta; c’è molto da fare anche al di fuori dei limiti previsti dai regolamenti e anche forse al di fuori dei..budget pubblici. Non basta nemmeno che la Provincia allarghi ancora di più, su sollecitazione di alcune settori sociali, il suo campo di attività ed i fondi per il capitolo accoglienza. Quello che manca ancora è la consapevolezza che questa nuova sfida, quella della immigrazione, non potrà mai essere solo un “affare” della Provincia (o del Comune). Né tantomeno solo dei generosi (pochi) volontari attivi in città. La città di Bolzano ha sempre potuto contare nella sua storia sociale su una forte sussidiarietà che ha coinvolto gruppi significativi di cittadini filantropi e soprattutto ha potuto contare sulla Chiesa locale. La prima Casa dei poveri/Armenversorgungshaus fu realizzata in vicolo della Roggia/Rauschertorgasse con una vasta raccolta di fondi tra i cittadini e con il contributo diretto del ceto medio borghese, rafforzato dalla donazione ereditaria della bolzanina von Kofler. Anche la Arbeitshaus/Casa del lavoro, una sorta di cooperativa sociale di lavoro, nella via Vintler fu realizzata con la donazione di un privato. Al sostegno economico di ragazzi abbandonati, provvedeva il “Männerverein” che si sosteneva con il contributo dei soci, dai legati e dalle donazioni dei cittadini. Il Rainerum (via Carducci) e l’Elisabethinum (via Castel Roncolo) furono “sponsorizzati” dall’arciduca Rainer e dalla moglie Elisabeth.
I tempi sono cambiati, è vero, ma dove è finita la disponibilità delle persone più ricche ad assumersi responsabilità dirette verso i problemi della città? E dov’è finita la Chiesa, grande proprietaria di beni immobili in parte scarsamente utilizzati? Non è proibito da nessuna legge andare oltre le prestazioni degli Enti Pubblici ed offrire autonomamente soluzioni ai problemi della città e dei più poveri. Per esempio quando mancano alloggi temporanei.
Non è sempre tutto solo colpa della Provincia.
(www.albertostenico.it)