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Pensiero unico, antidoto Europa

"La stampa è sotto attacco perché ostacola la cancellazione del pluralismo cui il potere ambisce". Il 28esimo congresso della stampa italiana fra Jeff Bezos e fake news
Megalizzi Antonio
Foto: upi

"Il tempo è troppo prezioso per passarlo da soli. La vita è troppo breve per non donarla a chi ami. Il cielo troppo azzurro per guardarlo senza nessuno a fianco. Nulla muore e tutto dura in eterno". Con questa frase di Antonio Megalizzi sullo sfondo della bandiera europea, alla presenza della sua famiglia, si è aperto martedì 12 febbraio il 28esimo congresso della Federazione Nazionale della Stampa Italiana che ha riunito quasi 350 giornalisti italiani a Levico Terme in Trentino. Il congresso dal titolo "Libertà, diritti, lavoro nell'era delle fake news" si è aperto - nulla accade per caso - nel giorno in cui la Relazione annuale per il 2019 redatta dalle organizzazioni partner della piattaforma del Consiglio d'Europa per la protezione del giornalismo ha bacchettato di nuovo l'Italia. Il nostro Paese è quello "con il maggior numero di avvisi pubblicati sulla piattaforma (per il monitoraggio della libertà di stampa e la protezione dei giornalisti, n.d.r.) nel 2018: tredici allarmi sono stati focalizzati sull'Italia, lo stesso numero della Federazione Russa".

"L'Italia è il Paese con il maggior numero di avvisi pubblicati sulla piattaforma per il monitoraggio della protezione dei giornalisti" si legge nella Relazione annuale 2019 del Consiglio d'Europa pubblicata martedì

Ecco perché il giovane "collega precario" Megalizzi, come lo ha chiamato il segretario Fnsi Raffaele Lorusso, e la sua radio Europhonica sono stati scelti come simboli del congresso della Federazione nazionale della stampa italiana. "L'Europa é il nostro futuro e tutti possiamo contribuire a costruirlo. In questo consideriamo Antonio Megalizzi e Bartek nostri maestri" ha detto Alberto Ferraresso, ex collega di Antonio e Bartek e portavoce di RadUni, l’Associazione Operatori Radiofonici Universitari, di Europhonica, che l’11 febbraio ha riacceso i microfoni a due mesi esatti dall’attentato di Strasburgo costato la vita ai due giovani giornalisti.

"La stampa è sotto attacco perché ostacolo a un modello a cui il potere ambisce da sempre, ovvero la cancellazione del pluralismo" ha detto Raffaele Lorusso

«La stampa è sotto attacco perché ostacolo ad un modello a cui il potere ambisce da sempre, ovvero la cancellazione del pluralismo, l'annientamento del pensiero critico, la diffusione del pensiero unico. L'attacco ai giornalisti è l'attacco stesso al diritto di essere informati: cittadini meno informati o disinformati sono cittadini meno liberi» ha detto in apertura di congresso il segretario generale Lorusso. Lo stesso appello lanciato da mister Amazon Jeff Bezos, che ha da poco investito 5,25 milioni di euro in uno spot da diffondere durante il Super Bowl con cui il Washington Post dichiara programmaticamente il valore dell’informazione e mette in guardia: “Democracy dies in darkness”.

Washington Post Super Bowl message: Democracy Dies in Darkness

Allo stesso principio si è ispirato nel suo saluto Rocco Cerone, segretario regionale del sindacato dei giornalisti per il Trentino Alto Adige, che ha rimarcato: “La vita è fatta di simboli e con questo simbolo - la consegna della tessera da giornalista professionista alla famiglia di Antonio Megalizzi, n.d.r. - tutti i giornalisti italiani si stringono attorno alla famiglia Megalizzi che è stata l’ultima in ordine di tempo ad essere colpita, ma si stringe anche ovviamente attorno alle famiglie Rocchelli, Regeni ed Alpi ed al fotoreporter Gabriele Micalizzi, gravemente ferito in Siria”.

"Le voci di Megalizzi e Bartek sono solo le ultime perse, con l'unica colpa di aver cercato verità troppo scomode. Ma tutti possiamo fare di più, a cominciare dall'uso di un linguaggio privo di odio" il messaggio del presidente del Parlamento Ue Antonio Tajani

In apertura di congresso alla libertà di stampa e d’informazione si sono appellati nei propri messaggi inviati alla segreteria anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, quella del Senato Elisabetta Casellati, quello del Senato Roberto Fico e quello del presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani. Giornalista ma impossibilitato a prendere parte personalmente al congresso, Tajani ha voluto ricordare i due giovani colleghi scomparsi due mesi fa a pochi giorni dalla cerimonia che ha dedicato la sala radio del Parlamento europeo proprio a Megalizzi e Bartek. “Le loro sono solo le ultime delle tante voci coraggiose perse, con l’unica colpa di aver cercato verità troppo scomode. Tutti noi possiamo fare qualcosa in più, innanzitutto impegnandoci a utilizzare un linguaggio diverso, privo di istigazione all’odio e che veicoli il valore del rispetto per il nemico” ha scritto Tajani nel suo messaggio, che ha concluso con il proprio impegno “a non arrenderci al far west del diritto d’autore”.
L’Europa come antidoto al pensiero unico della violenza e delle fake news, dunque? L’esigenza sembra condivisa anche all’estero e questo spirito il Congresso sembra averlo incarnato al meglio, con la presenza di delegazioni di giornalisti da Francia, Gran Bretagna, Spagna, Grecia e Russia e di Ricardo Gutierrez, segretario della Federazione Europea dei Giornalisti (Efj).