Politica | Lo scontro

Nessuna conseguenza

La SVP si lamenta e il PD ‘stigmatizza’ il comportamento di Bizzo sulla toponomastica. Ma il presidente del Consiglio Provinciale resta saldamente al suo posto.

La verifica di maggioranza in programma per la giornata di ieri era stata preceduta da proclami e nervosismi ben oltre la consuetudine, dopo il secondo sgambetto di Bizzo assestato alla norma d’attuazione sulla toponomastica, ormai agonizzante. 
La SVP aveva minacciato ‘conseguenze’ se il partner di giunta non avesse confermato la sua fedeltà agli accordi presi. Così come la segreteria del PD aveva preannunciato una forte presa di posizione, per riportare il comportamento di Roberto Bizzo nell’alveo degli accordi presi

Ebbene, alla fine della fiera la giornata di ieri sembra aver partorito un topolino, come si suol dire.
L’incontro delle ore 13 con il presidente Kompatscher, l’Obmann Achammer e il capogruppo nonché membro della commissione Dieter Steger haribadito i termini dell’accordo. Ma da parte della SVP non sono giunti i minacciati aut aut nei confronti di Roberto Bizzo. Detto in soldoni: nessuna messa in discussione del ruolo di Presidente del Consiglio Provinciale e di membro della Commissione dei 6. Anche se la SVP con un comunicato ha ribadito molto duramente di non essere disposta in nessun modo a ridiscutere il compromesso. Criticando aspramente le strumentalizzazioni messe in atto a livello nazionale da alcuni gruppi politici (il riferimento va al dibattito televisivo di ieri su Rai 1 che ha visto protagoniste le sole destre italiane e tedesche).  

La SVP in sostanza ha detto al PD “con Bizzo vedetevela voi”. E la segreteria dei democratici, in assenza del Presidente del Consiglio Provinciale (ufficialmente fuori città per motivi istituzionali), si è quindi prodotta in un comunicato stampa duro, ma di fatto interlocutorio. Visto anche il fatto che il chiarimento tra la segretaria Liliana Di Fede e Roberto Bizzo è stato rimandato a venerdì prossimo 17 marzo

La segreteria del PD stigmatizza il comportamento del consigliere provinciale Roberto Bizzo che ha fatto fallire l’intesa ormai raggiunta e annunciata”, si legge nel comunicato. 
I Democratici (così come d’altronde ha ribadito anche la SVP nel corso del chiarimento di ieri) riconoscono a Bizzo “il diritto di votare secondo coscienza su tematiche fondamentali”. Ma però lo accusano formalmente di “non aver mai condiviso nelle sedi del partito il suo mutato orientamento”. 
Il PD imputa a Bizzo di "non aver seguito, presidiato e spiegato al partito l’evoluzione del lavoro lavoro in commissione”, come invece “ha fatto costantemente il senatore Francesco Palermo”. 

La segreteria dei democratici arriva anche a criticare aspramente “il balletto di Bizzo passato incomprensibilmente dal NO al SI e poi ancora al NO”. Un balletto che secondo la segretaria dei Democratici “mortifica la linea della convivenza, dando anche fiato alle forze estremiste della destra tedesca e italiana”. 

La segreteria del PD conclude la sua presa di posizione osservando che il comportamento manifestato da Roberto Bizzo “mette in una posizione di forte imbarazzo il Partito Democratico e, soprattutto, coloro che si sono impegnati con competenza e tenacia nella ricerca e condivisione di un punto di equilibrio positivo per tutti su un tema così delicato e di alto valore simbolico”.

Tant’è. 
Come detto Bizzo incassa dunque la reprimenda, ma va avanti per la sua strada. Rilanciando sui social un sondaggio promosso dal sito nazionale montagna.tv in cui si chiede ai ‘navigatori’ del web di esprimersi sulla toponomastica bilingue. Un sondaggio esclusivamente in lingua italiana che, neanche a dirlo, promuove i cartelli bilingui. 
Il ribelle del PD incassa anche la nascita di un gruppo Facebook intitolato ‘FORZA Roberto Bizzo’. In cui a puntate tra l’altro si ricorda come la toponomastica italiana - testualmente - “fu ideata dai governi Giolitti, Bonomi e Facta, e poi varata da Mussolini che se la trovò bella e pronta”. 

Cosa accadrà il prossimo 23 marzo, quando la Commissione dei 6 tornerà a riunirsi?
Liliana Di Fede non si fa illusioni. “Ero scettica già prima della scorsa seduta, figuriamoci ora”, conferma la segretaria dei Democratici, sicura che Bizzo questa volta non cambierà idea. 
Il 23 sarà possibile un varo della norma a maggioranza? Di Fede lo esclude categoricamente, sposando ancora in pieno la linea da sempre espressa dal presidente di commissione Francesco Palermo (“su un provvedimento così delicato non può che esserci l’unanimità”). 

L’impressione insomma è che né SVP né PD abbiano nessuna intenzione di fare di Bizzo un ‘martire, rilanciando in questo modo il suo appeal nei confronti degli elettori italiani di destra.
Resta però da capire che fine faranno l’intesa toponomastica e, soprattutto, il chiarimento interno al PD che in questo modo sembra essere ancora una volta rimandato alle calende greche. Ufficializzando e cementando una situazione a dir poco incancrenita.