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“Così nasce l’educazione del domani”

Chi sono i BES e cos’è l’apprendimento linguistico inclusivo e accessibile? A fare chiarezza ci pensano un’iniziativa della Provincia e l’esperta Martha C. Jiménez.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale del partner e non necessariamente quella della redazione di SALTO.
Scuola
Foto: Unsplash

Martha Cristina Jiménez, docente esperta certificata dell’apprendimento linguistico, il principio è chiaro: il plurilinguismo è un valore per tutti i cittadini, di conseguenza anche le persone con Bisogni Educativi Speciali (BES) devono avere pari opportunità di imparare le lingue. Ma di cosa parliamo quando parliamo di “apprendimento linguistico inclusivo e accessibile”?

La premessa da fare è che anche se attualmente il termine ‘Bisogni Educativi Speciali’ può variare tra nazioni, la maggior parte dei paesi fa riferimento alle persone con disabilità. In Italia, quasi dieci anni fa il MIUR ha ridefinito l’area dei Bisogni Educativi Speciali allargandola anche ai bisogni dovuti a “svantaggio sociale e culturale, disturbi specifici di apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici, difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua italiana perché appartenenti a culture diverse”. Oltre ai casi di persone con disabilità fisiche o cognitive, in pratica, parliamo di persone con dislessia, discalculia e altri tipi di disturbi specifici dell’apprendimento (DSA), deficit di attenzione e iperattività, e difficoltà legate a fattori socio-economici, linguistici e culturali, ad esempio, dovute alla non conoscenza della lingua e della cultura italiana. Dunque, queste condizioni richiedono un’educazione speciale che deve essere garantita a tutti. In questo senso, l’educazione inclusiva mira al pieno sviluppo del potenziale che ogni studente porta con sé. Il centro poggia sul potenziamento dei punti di forza degli apprendenti. Il carattere accessibile dipenderà dal fatto che gli insegnamenti possano arrivare a tutti e che gli apprendimenti possano essere svolti da tutti, indipendentemente dalle particolari condizioni individuali.

Quali strategie glottodidattiche adottare per studenti con difficoltà di apprendimento, posto che l’“etichetta BES” è molto ampia?

Così come non esiste una persona uguale a un’altra, non è nemmeno possibile che esista un set di strategie unico da adottare. Qui si parla di processi dove entrano in gioco tante variabili e soltanto nel loro funzionamento armonico si possono raggiungere dei risultati. È possibile praticare una didattica delle lingue più inclusiva attraverso approcci, metodologie e tecniche che da un punto di vista generale favoriscono l’apprendimento grazie all’appello ai vari canali sensoriali, a proposte didattiche in linea con i vari stili di apprendimento e altre misure, che agiscono su un maggiore coinvolgimento, una più autentica motivazione, sulla partecipazione attiva dell’apprendente ecc.

I centri di ricerca, le università e altri enti impegnati nello studio e lo sviluppo di un’educazione più inclusiva, tenendo conto dei contesti fisici, culturali e cognitivi, propongono dei modelli con i quali identificare delle strategie per superare le sfide più comuni nell’apprendimento. Alla fine, l’educazione inclusiva vuole offrire delle strategie efficaci per tutti. Ad esempio, attraverso la segmentazione di una lezione in piccoli bocconcini da digerire un po’ alla volta, accompagnati da istruzioni concise e chiare, da richiami e rimandi a altri contenuti utili e da stimoli sui altri canali come il visivo, auditivo, tattile ecc. È importante sottolineare che questo tipo di interventi sono stati pensati per gli apprendenti con BES, ma sono ugualmente di profitto per chi non ha un bisogno speciale, perché fondamentalmente restano tecniche che favoriscono il processo di apprendimento in generale e che vanno adattate di volta in volta.

Spesso quello di cui hanno più bisogno gli apprendenti con BES è di una struttura, chiara, semplice, familiare, rassicurante, che li aiuti a perseguire l’obiettivo senza perderlo di vista e che ai loro occhi venga percepito come raggiungibile

Qualche esempio pratico di possibili interventi?

Come insegnanti, a volte basterebbe essere più attenti e fare degli accorgimenti necessari in termini di caratteristiche grafico-stilistiche delle dispense o di impostazione delle lezioni, come suggeriscono a livello internazionale enti come la British Dyslexia Association, l’Inclusive Design Research Centre e l’organizzazione non profit di ricerca e sviluppo in educazione CAST, e a livello nazionale l’Associazione Italiana Dislessia AID. Possiamo fare qualcosa anche riguardo i manuali e tutto quello che compone la didattica nella sua quotidianità non fermandoci all’utilizzo di strumenti compensativi e dispensativi nei momenti di verifica e valutazione. La Progettazione Universale per l’Apprendimento, creata dalla CAST, offre delle chiare linee guida, che a mio avviso sono una buona base di partenza. In Italia, ricercatori nei campi delle neuroscienze e della linguistica hanno sviluppato vari presupposti a favore degli studenti con DSA come i principi di accessibilità glottodidattica di Michele Daloiso, che possono applicarsi anche in casi di altri tipi di particolare bisogno. Un esempio concreto è strutturare la lezione con sistematicità, includendo uno schema della lezione, una mappatura cognitiva che risponde a “cosa, come e perché”, delle ricapitolazioni frequenti e, infine, dei compiti in auto-apprendimento. Un altro esempio: secondo la psicologia Gestalt, si può strutturare la lezione partendo da fasi di lavoro di globalità verso l’analisi per chiudere con le fasi di riflessione e sintesi. Spesso quello di cui hanno più bisogno gli apprendenti con BES è di una struttura, chiara, semplice, familiare, rassicurante, che li aiuti a perseguire l’obiettivo senza perderlo di vista e che ai loro occhi venga percepito come raggiungibile.

 

Soffermiamoci più nello specifico sui metodi di apprendimento.

Tra le metodologie più consigliate per l’apprendimento inclusivo spesso troviamo l’apprendimento cooperativo. Mi piace suggerire anche l’apprendimento in cordata, proposta di Dario Ianes, perché oltre a portare a risultati in termini linguistici, di sviluppo dell’autonomia e delle abilità sociali, può rappresentare un profondo legame tra pari fondato sul sostegno reciproco che rimane per la vita anche extrascolastica. È in questo tipo di impianti che vedo prendere forma l’educazione del domani, dove tutti siamo co-autori e co-responsabili degli apprendimenti e degli insegnamenti, e la diversità non è più uno ostacolo, ma un’occasione per imbastire dell’inedito e arricchire l’esistente.

Senz’altro, gli audiolibri sono una delle risorse più utili. Ma non si tratta di un ascolto passivo. Gli audiolibri si possono sfruttare in tanti modi. Ad esempio, uno dei loro grandi vantaggi è poter ascoltarli più di una volta, tante quante siano necessarie. Un primo ascolto può essere dedicato ad assaporare a grandi linee la storia e i personaggi, e incominciare ad immaginarseli senza per forza dover capire tutte le parole. Un secondo ascolto può essere mirato a cogliere alcuni particolari per definire meglio i personaggi, le situazioni e lo sfondo della storia. Ancora un ascolto per concentrarsi sulle parole nuove e la loro pronuncia. Possiamo riascoltare la parte meno chiara una o più volte, anche a velocità diverse, per avere il tempo di soffermarsi sulle parti da afferrare. Molto efficace è accompagnare l’ascolto con la lettura dei brani scritti per abbinare i suoni alle forme scritte e imparare anche la pronuncia di queste ultime. Si possono fare dei giochi in piccoli gruppi, ad esempio, dopo il breve ascolto di un brano, si interrompe la riproduzione e si chiede a uno studente di completare la storia, dopodiché si continua con l’ascolto per sapere come continua effettivamente la storia, e di nuovo, si ascolta per alcuni minuti, o secondi, e si interrompe la riproduzione per chiedere a qualcun altro di continuare con la storia. In questa maniera si mettono in pratica delle conoscenze già acquisite e si scoprono nuove nozioni lessicali, di sintassi, di fonetica, ecc. da imparare anche in modo ludico, personale e divertente. È importante scegliere il libro secondo le proprie curiosità o i propri interessi e chi sta iniziando con la lingua, può partire con l’ascolto di uno già noto per facilitarne la comprensione.

Quali sono le principali difficoltà nell’imparare una lingua straniera che può incontrare uno studente con BES?

Partiamo dal fatto che, in generale, nell’apprendimento intervengono variabili che possiamo descrivere secondo le dimensioni del funzionamento umano (fisico,  psicologico, personale, familiare e sociale), nonché dell’ambiente o del contesto all’interno del quale si colloca la persona. Queste variabili facilitano o difficoltano, in misure diverse, l’acquisizione di una conoscenza e lo sviluppo di abilità. Quando si tratta di imparare una lingua abbiamo davanti un compito assai laborioso, dove non solo entrano in gioco tutte queste variabili, ma sono fondamentali anche le cosiddette funzioni esecutive o di controllo. Ovvero, per imparare una lingua bisogna attivare, coordinare e dirigere una serie di risorse che saranno le responsabili di farci comprendere, organizzare, pianificare e eseguire correttamente tale compito. Negli ultimi anni la scienza ha scoperto che i disturbi dell’apprendimento sono frequentemente accompagnati da deficit in una o più funzioni di controllo. Ci rendiamo conto allora che imparare una lingua dovrebbe essere un processo simile a imparare una qualsiasi altra cosa, ma in situazioni di BES l’andamento è più complesso. I deficit cognitivi possono compromettere le abilità linguistiche e creare delle grosse difficoltà nella comprensione di un audio o di un testo scritto o nella produzione scritta. Nel caso dell’interazione orale, essendo un’abilità complessa, necessitiamo non solo di conoscenze linguistiche, ma anche di competenze pragmatiche, per cui il lavoro da fare è ancora più difficile. I principali ostacoli che le persone con BES possono avere nell’imparare una lingua, oltre ai fattori di tipo cognitivo e linguistico, sono anche di tipo emotivo. Ad esempio, la bassa autostima, il senso di insicurezza, il sentirsi strani o diversi dagli altri, sentirsi poco responsabili del proprio apprendimento o sentire di non poter contare sull’aiuto degli altri.

 

Qual è il contributo che l’apprendimento di una lingua può offrire agli alunni con BES, anche al di là dei risultati in termini di livello linguistico raggiunto?

Quando impariamo una lingua esercitiamo i “muscoli della mente”, ovvero mettiamo in atto delle risorse indispensabili per i vari processi linguistici, rendendole più forti, potenziandole. Avere delle risorse cognitive più solide ci facilita, a sua volta, l’apprendimento linguistico, perché siamo in grado di usarle in modo più veloce e con meno sforzo. In più, possiamo sfruttare queste risorse anche per affrontare altri tipi di compiti mentali che richiedono attenzione, memorizzazione o gestione simultanea di varie abilità. Per questo si parla di un rapporto di interdipendenza tra abilità linguistiche e abilità cognitive. Gli studi in questo campo evidenziano già da tempo che la conoscenza di più lingue comporta importanti vantaggi cognitivi, in termini di maggiore attenzione all’input linguistico, rapidità di esecuzione e flessibilità mentale. Per di più, in un contesto di multilinguismo cambiante come il nostro, imparare una lingua è anche strumento di partecipazione alla vita sociale, economica e culturale.

Situazioni di apprendimento specifiche costituiscono una sfida nuova per il docente di lingua?

Non è una sfida nuova visto che sono tanti anni che i docenti, di lingua e non, sono alle prese con situazioni di complessità a scuola, soltanto che ora tutto è più formalizzato e visibile. A seguito delle ultime disposizioni di legge a favore degli alunni e alunne con BES, il sistema scolastico ha investito soprattutto in termini di formazione e sensibilizzazione del sistema scolastico, per cui al giorno di oggi quasi tutti i docenti hanno nozioni di base. Purtroppo non è sufficiente. Non bastano queste conoscenze principalmente teoriche, come non bastano le risorse in termini di docenti di sostegno, che raramente sono preparati ad offrire un supporto all’apprendimento linguistico di una persona con BES.

Infine, è vero che negli ultimi anni nel suo complesso è aumentato il numero di casi di alunni e alunne con certificazioni di DSA, con background migratorio, neoarrivati in Italia o un altro tipo di BES, anche se non a livelli drammatici. Ma bisogna ricordarsi che l'eterogeneità delle classi e della società in generale la compongono anche persone con tante altre caratteristiche di diversità, che continuerà a crescere e a diventare una realtà sempre più complessa. Di fronte a questo scenario, l’educazione rimane uno dei principali ambiti a dover essere reattivo, adeguato e inclusivo.

Quali sono gli strumenti e i materiali messi a disposizione dal Centro Multilingue di Bolzano per l’apprendimento linguistico inclusivo e accessibile?

Il centro mette a disposizione al prestito materiali, cartacei e digitali, risultato di una serie di accorgimenti e approcci che cercano di offrire valide risposte alle richieste di una didattica speciale e inclusiva, adatta e personalizzata. In particolare, alcune di queste risorse si basano sulla progettazione universale per l’apprendimento, altre propongono soluzioni secondo i principi dell’accessibilità glottodidattica a vari livelli. Oltre a lavorare sulla motivazione e sul coinvolgimento dell’apprendente, questi materiali offrono tecniche e strumenti per imparare secondo le necessità personali, i propri punti di forza e stili di apprendimento, per sviluppare le abilità di comprensione e di produzione orale e scritta, e per acquisire strategie per costruire un metodo di studio personale e autonomo.

Bisogna ricordarsi che l'eterogeneità delle classi e della società in generale la compongono anche persone con tante altre caratteristiche di diversità, che continuerà a crescere e a diventare una realtà sempre più complessa. Di fronte a questo scenario, l’educazione rimane uno dei principali ambiti a dover essere reattivo, adeguato e inclusivo

Che tipo di contenuti si possono trovare sulla pagina web della Provincia dedicata all’apprendimento inclusivo?

Sulla pagina è possibile trovare informazioni approfondite sulle difficoltà nell'imparare una lingua straniera per persone con BES, materiali di approfondimento su “Disturbi Specifici dell’Apprendimento e Glottodidattica” e riferimenti bibliografici. Una parte significativa della pagina web consiste nella raccolta di risorse online che ho curato in collaborazione con il Centro Multilingue, consultabile nella pagina dedicata che contiene: supporti per l’ascolto, la lettura e la scrittura, strumenti per la creazione di mappe mentali, linee del tempo e libri digitali. Sono inoltre disponibili strumenti per la memorizzazione, per l'attività di potenziamento, per la gestione dell'informazione e font per dislessici, nonché audiolibri, podcast, radio e altre risorse online per l'apprendimento linguistico.

Il prossimo 27 aprile al CML si terrà un laboratorio dedicato proprio al tema dell'“apprendimento inclusivo delle lingue”. A chi si rivolge il workshop e cosa propone?

Il workshop è aperto a tutti gli interessati: studenti, genitori, educatori, insegnanti. L’idea nasce dalla necessità di conoscere e condividere materiali ed esperienze di chi vuole imparare le lingue e cerca qualcosa di pratico. Vogliamo creare un momento nel quale far scoprire l’offerta del Centro Multilingue in termini di inclusività, a favore dell’apprendimento personalizzato e individualizzato. L’invito è rivolto in particolare a educatori e docenti, perché insegnare una lingua in modo inclusivo porta con sé dei vantaggi. Contribuisce allo sviluppo della capacità di risoluzione di problemi e di pensiero divergente, stimola al cambiamento e all’innovazione, rappresenta delle opportunità per co-progettare e co-creare contenuti, percorsi, materiali che sono di vantaggio per tutti e appartengono a tutti. Questo non può che giovare a tutti i membri della comunità scolastica. Il pomeriggio prevede una prima parte di presentazione delle risorse a disposizione sulla pagina web del centro, seguita da tre momenti di laboratorio che corrispondono ai principi di progettazione universale per l’apprendimento, in modo da esemplificare alcuni dei principi di accessibilità glottodidattica con delle attività pratiche.


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Workshop lingue e apprendimento inclusivo - Mercoledì 27.04.2022 - Ore 15.00-18.00 - Centro Trevi, via Cappuccini, 28, Bolzano.

L’incontro si terrà in lingua italiana e la partecipazione è gratuita. È possibile richiedere un attestato di partecipazione, che verrà inviato per mail.
I posti sono limitati. Per prenotarsi è possibile scrivere una mail, entro il 20 aprile 2022, all’indirizzo: [email protected]. Per informazioni telefonare al numero 0471 411272.
Cliccando su questo link è disponibile il programma completo del workshop.


 

 

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