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Nella notte fredda e scura

Tiziano Sclavi il narratore dell’incubo, il romanziere, il giornalista e il creatore di Dylan Dog. Un elogio di un libro sui libri di cui si è parlato troppo poco.
Tiziano Sclavi Il narratore dell'Incubo
Foto: Franco Busatta e Federico Maggioni SBE 2017

“Io sono sgangherato, nessuno siamo perfetti, ognuno ci abbiamo i suoi difetti”. Sarebbe un bellissimo verso se messo in musica ma per ora è il manifesto poetico di uno dei più grandi letterati del ‘900 italiano, Tiziano Sclavi. Ha scritto molti articoli di giornale (ha cominciato con il Corriere dei Ragazzi), è stato redattore di quella che oggi si chiama Sergio Bonelli Editore, ha fondato una rivista che si chiamava Pilot, ha creato Dylan Dog e ha scritto un po’ di romanzi ormai tutti fuori catalogo. Non è successo niente, Le etichette delle camicie e Dellamorte Dellamore, sono i suoi tre romanzi più belli. Ci aggiungerei anche Nero. Degli ultimi due romanzi che ho citato ci sono anche i film. Uno con Rupert Everett, l’altro con Sergio Castellitto. C’è anche un film americano su Dylan Dog ma quello non ve lo consiglio.

Il successo di pubblico per Dylan Dog, gli apprezzamenti dal mondo intellettuale (da Umberto Eco - che gli fece una lunga intervista - a Natalia Ginzburg che lo voleva in Einaudi, peccato per il niet di Italo Calvino), le sceneggiature per il cinema e la delusione per i romanzi. Tiziano Sclavi, che ora vive con sua moglie Cristina in una casa piena di giocattoli e molti cani, è ritornato alla scrittura tre anni fa dopo nove di lungo silenzio con nuove sceneggiature per Dylan - compresa una serie nuova - e l’oscuro romanzo a fumetti per Feltrinelli Le voci dell’acqua e chissà cos’altro verrà fuori ancora. Qualche anno fa la Sergio Bonelli Editore lo celebrò con la pubblicazione di un volume bellissimo e colorato - di cui però ho sentito parlare poco. Qui vorrei parlarne tanto e bene: una scusa come un’altra per scrivere di Tiziano Sclavi.

La vita di Tiziano è una vita a strappi (Federico Maggioni).

Il libro si chiama Tiziano Sclavi Il narratore dell’Incubo ed è una continua celebrazione dello scrittore, è un libro fatto come un collage: un collage di aneddoti di amici e colleghi (da Alfredo Castelli a Ferruccio de Bortoli, da Marcheselli a Recchioni - e ricordo anche l’introduzione per anagrammi dell’enigmista Stefano Bartezzaghi), un collage di copertine di fumetti, di copertine di dischi, locandine di film, stralci di giornale, fotografie d’antan, vecchie pubblicità e molti ritratti. Ne esce fuori un volume speciale e graficamente ricercato. Il redattore della casa editrice Franco Busatta e il grafico e illustratore Federico Maggioni hanno svolto davvero un lavoro magistrale. L’ultimo scrive nel libro: “Io ho lavorato montando immagini con gli strappi [...] sia per il suo modo di vivere che di relazionarsi. La vita di Tiziano è una vita a strappi”.

 

 

E anche se magari siamo abituati al racconto di Sclavi come l’uomo che conosce il buio, che sa cos’è la paura, la depressione e il lettino dello psicanalista - ecco, non pensateci troppo. Quello che riescono a fare bene Busatta e Maggioni è riportare un ritratto fedele di Sclavi: quello tormentato - certo - ma anche quello ironico, divertente e soprattutto quello dannatamente bravo a scrivere. Dal lavoro di redattore sul corrierino al suo lavoro di giornalista, dalla stesura dei suoi primi romanzi alla creazione di quel fenomeno di culto che è Dylan Dog, Sclavi - al fondo - non fa altro che continuare il suo mestiere, il mestiere di scrivere.

“Se dio voleva che volavamo ci dava le ali” dice Sclavi ma a lui non servono, perché riesce a destreggiarsi con ogni proprio strumento intellettuale e artistico in mezzo a quel gran casino che è la vita; riesce a registrarla, a smontarla e a ricomporla come vuole in quel mondo fatto solo di cose finte che è la scrittura (in prosa o per immagini poco importa). Le sceneggiature per i fumetti, in special modo per Dylan Dog, si leggono come fossero romanzi. Una fra tutte - cioè la migliore - è quella di Memorie dall’invisibile, la cui atmosfera è un po’ “mio fratello è figlio unico” mista al noir, genere che Sclavi ha opportunamente reinventato per quel numero particolare che funziona come un congegno di atmosfere, giochi linguistici e di regia. Tutto a scatti, tutto irregolare, tutto perfettamente funzionante. Ma di romanzi, come abbiamo già detto, Sclavi ne ha scritti di veri.

Il libro a cura di Busatta e Maggioni non si sofferma molto su questo punto ma la prosa di un narratore unico come quello di cui si scrive è suprema. Anche se effettivamente c’è un capitolo sui romanzi in cui lo sceneggiatore Mino Milani ne illustra le qualità, mentre Maggioni dice: “Per me lui è innanzitutto un grande scrittore”. Il critico Giuseppe Antonio Borgese commentò Gli indifferenti del giovane Alberto Moravia con “la frase non molleggia le anche”. Questo vale anche per Sclavi, che per i suoi romanzi più belli riesce a tenere un ritmo e una prosa in un’apnea di qualità continua: non fa ballare la frase ma costruisce scene e immagini icastiche, attraverso un italiano letterario allo stesso tempo elegante nella sintassi, goliardico nella semantica e oscuro nelle intenzioni. La scrittura di Sclavi è la scrittura delle emergenze.

 

 

Per la scrittura in prosa si nota pura ammirazione da parte dei colleghi: ma per l’ammirazione ci vuole distacco. L’affetto e il coinvolgimento per le sue storie emerge quando si parla dei fumetti e dello Sclavi nazionalpopolare, quello di Dylan Dog.

Ma cosa rende questo libro sia un ottimo volume celebrativo che si riferisce al passato di un autore - capace di descriverne anche il presente - ma anche un ottimo libro sul futuro dell’autore stesso? Più o meno una ventina di pagine verso la fine del libro, in cui si fa riferimento ai prossimi progetti dello scrittore. Dalla sceneggiatura originaria di Nero - che in realtà si chiama Zardo - a cui sta lavorando il disegnatore Emiliano Mammucari (storia ambientata intorno a Ripa Ticinese nei ‘90) alle future storie del Dylan Dog dei Racconti di domani. Quest’ultima nuovissima serie apparirà al prossimo Lucca Comics and Games in formato da libreria, il primo a disegnarla sarà Gigi Cavenago.Tiziano Sclavi Il narratore dell’Incubo è sia una retrospettiva che una descrizione del momento presente, un libro dal quale si può ancora sbirciare nel prossimo futuro. E poi sì, è un bell’oggetto.