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Beni Comuni: molti e sconosciuti

Il nostro territorio è ricco di forme comunitarie di proprietà, né pubbliche, né private, che hanno il compito della salvaguardia delle risorse naturali.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.

A Cavalese hanno buon motivo di festeggiare in questi giorni con un “Pranzo da Principi”. Sono infatti 910 anni che esiste la Magnifica Comunità di Fiemme, costituita nell’anno 1111 con l’atto di transazione tra il Vescovo Gebardo e i rappresentanti della popolazione della valle (“patti Gebardini”) La popolazione aveva rivendicato più autonomia ed autogestione del territorio, oltre a una riduzione della pressione fiscale. Una volta concessone il diritto, era nata così una immensa proprietà comune, composta da boschi, pascoli, sorgenti, strade, proprietà facente capo agli abitanti dei paesi della valle (i “vicini”) ed amministrata su basi democratiche con l’elezione periodica di un rappresentante unico (lo “Scario”). La Magnifica è stata la prima, ma non l’unica forma di assetto fondiario collettivo presente nel territorio alpino. Proprio in funzione della sopravvivenza e dello sviluppo delle comunità di montagna, si è estesa nel tempo la quota di proprietà fondiaria funzionale alla soddisfazione delle necessità comuni nel campo dell’attività agricola, dell’accesso all’acqua, della produzione di energia. Acconto alle proprietà private ed a quelle comunali, si è consolidata la presenza di vaste proprietà comuni, denominate in modi diversi (Interessenze, Regole, Vicinie, Comunanze, Partecipanze), con la caratteristica giuridica di essere indivisibili, inalienabili e inusucapibili (non assegnabili a singoli che le avessero occupate). La permanenza del carattere collettivo di questi beni, ha consentito e consente alla gente di montagna di garantirsi migliori condizioni economiche e sociali. Non sono mancati nella storia i tentativi di eliminare questa specialità, favorendone la privatizzazione e la frammentazione: ci hanno provato (detto per semplificare) sia Napoleone che Mussolini, ma le comunità montane hanno difeso questa loro forma di uso collettivo del territorio. In provincia di Bolzano le Interessenze (Bürgerliche Nutzungsgüter) sono attualmente 146, molto estese e distribuite in quasi tutti i comuni. Esse garantiscono vantaggi per gli abitanti ed entrate per i Comuni e presidiano anche il senso di appartenenza alla comunità. A titolo di esempio, le cave del prezioso marmo di Lasa appartengono alla locale interessenza, cioè a tutti gli abitanti della zona!
Se nella carta geografica della provincia le interessenze fossero disegnate con un colore particolare, questo sarebbe il colore dominante del territorio, il colore delle proprietà comuni indivisibili.
Quindi, auguri alla Magnifica Comunità di Fiemme e auguri di altrettanto lunga vita anche alle nostre proprietà comuni altoatesine!
(www.albertostenico.it)