Società | L'iniziativa

“La chiave del muro”

Al via la rassegna cinematografica sul tema del periodo critico giovanile odierno. Ecco le prospettive sui pensieri e sul mondo emozionale dei ragazzi altoatesini.
Gioventù fragile
Foto: Salto.bz

L’idea: avvicinarsi all’universo giovanile, con le sue incertezze e fragilità spesso trascurate nel dibattito pubblico, attraverso la settima arte. È quanto hanno in progetto di fare il Forum Prevenzione e il Servizio di psichiatria e psicoterapia dell'età evolutiva dell’Azienda Sanitaria dell’Alto Adige in collaborazione con il Filmclub con la rassegna Gioventù fragile - Tra speranza, rischio e opportunità. “Quando si parla di giovani, ci sono due pensieri che dominano il discorso: da un lato, l’essere giovani viene connesso a concetti come la bellezza e l’invulnerabilità, dall'altro, i contesti di vita giovanili vengono associati a devianza e pericoli”, sottolineano Peter Koler, presidente di Forum Prevenzione, Lorenzo Bassani (Servizio di psichiatria e psicoterapia dell’età evolutiva), insieme a Yara e Jakob, due dei giovani che hanno partecipato alla redazione di „Ausbruchstimmung“, un compendio di testi che nascono nell’ambito del progetto giovanile AFZACK e aprono prospettive sui pensieri e sul mondo emozionale dei giovani autori.

Oggi (13 novembre) è stata presentata l’iniziativa al Filmclub. “La pubertà è spesso contrassegnata da dubbi e quesiti sulla propria esistenza e questa rassegna cinematografica cercherà di cogliere proprio questi aspetti”, aggiungono i diretti interessati. Tre le serate di proiezioni sul tema del “periodo critico giovanile odierno”, tre i film selezionati - In un mondo migliore di Susanne Bier, Atmen di Karl Markovics, 17 ragazze di Delphine Coulin - che evidenziano alcune delle sfide che i giovani si trovano a dover affrontare. Si tratta della ricerca del senso della vita, dell’esplorazione della propria individualità e della sfida di trovare un ruolo all'interno di un complesso sistema sociale, così come di traumi vissuti, fenomeni di bullismo, esclusione o violenza. Sotto la lente dell’analisi anche il rapporto con gli adulti, specialmente la relazione con i propri genitori. Nei film vengono raccontate storie influenzate dalla sensibilità ed esperienza degli autori stessi. Ettore Scola lo descrive in modo appropriato: “Il cinema è dubitativo, non affermativo. Un film non deve dare soluzioni, ma porre interrogativi, sottolineare certi dubbi, avvertire domande che sono nell'aria e riproporle”.

Ogni pellicola è preceduta da una breve introduzione. Ragazzi in età  compresa tra i 16 e i 19 anni leggono, quale esempio, alcuni passi estratti da „Ausbruchstimmung“. A seguito della proiezione esperti del Forum Prevenzione e dei Servizi psichiatrici infantili e giovanili commenteranno i film e li discuteranno assieme al pubblico. “Le fragilità identitarie - spiega Bassani - non riguardano solo i giovani ma tutti noi, e sono lo specchio di quello che siamo. Se manca la rete c’è il rischio di perdersi e di innescare una ribellione sociale nei giovani. Non bisogna perciò isolarli ma ascoltarli”. A scuola “non abbiamo tempo per parlare di queste tematiche o di esprimere noi stessi”, aggiungono infine i ragazzi che hanno elaborato i testi critici e autocritici, di cui esemplare è questo estratto: „Hab so viel Dialog im Kopf, ich lass ihn nur nicht raus. Hab diese Mauer aufgebaut, krieg nur die Tür nicht auf. Lieber nach dem Schlüssel suchen? Oder breche ich sie auf“.