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La "flat tax"? Non funziona

L'aliquota unica proposta da Lega Nord e Forza Italia rischia di creare un buco di bilancio senza ridurre l'evasione. Interviste a due esperti.
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Foto: upi
Siamo alle prime fasi della lunghissima campagna elettorale verso le politiche della primavera 2018, ma è già emerso il tema che terra banco in ogni dibattito in materia economica. È quello della "flat tax", presentata in modo sbrigativo come l'idea di un'unica aliquota, estremamente vantaggiosa, che dovrebbe ridurre la propensione all'evasione, in particolare tra i lavoratori autonomi. Ne parlano Silvio Berlusconi e la Lega Nord, con il responsabile economico Claudio Borghi e il segretario Matteo Salvini. E sarà senz'altro il centrodestra a cavalcare l'onda dello slogan "meno tasse, per tutti". Uno scenario che presenta, però, alcune controindicazione, come spiegano a Salto.bz Alessandro Volpi, professore di Storia economica all'Università di Pisa, e Michele Raitano, esperto di diseguaglianze e ricercatore di Politica Economica nel Dipartimento di Economia e Diritto della Sapienza a Roma.
 
Salto.bz: Quali sono, a suo avviso, i maggiori limiti nella proposta di una "flat tax"?
 
Alessandro Volpi: Visto dal punto di vista del bilancio dello Stato, il problema più rilevante è, a mio avviso, la virtualità del gettito. Oggi l'IRPEF (Imposta sul reddito delle persone fisiche, ndr) è costruita in maniera tale che la parte più elevata del prelievo è molto forte sui lavoratori dipendenti, mentre gli autonomi hanno un livello di imposizione e anche di fedeltà fiscale più basso. Questo è un sistema fiscale che ha dei limiti, e renderlo più "progressivo" in termini IRPEF è difficile. Ciò che la situazione attuale garantisce, però, è un gettito sostanzialmente stabile: i margini di evasione e di morosità sono sostanzialente contenuti, proprio perché l'imposta grava su quei soggetti che vedono un prelievo quasi sempre alla fonte, da parte del datore di lavoro.
 
Secondo voi chi invoca l´aliquota unica sa di che cosa parla?
 
La "flat tax" viene presentata in modo semplificato, per non dire per molti versi superficiale, perché abbattere l'aliquota secca senza fare sostanzialmente distinzione tra le fonti di reddito potrebbe andare a ridurre la platea degli evasori, ma non "aggredisce" quelle imposte come l'IVA che sappiamo essere tra le più evase.
Il grande tema, quindi, è un altro: chi davvero vuole abbandonare un sistema che ha dei limiti, ma garantisce un gettito stabile, per entrare in un ambito di indeterminatezza del gettito? Vorrei capire come si potrebbe fare una manovra finanziaria, che cifra inserirebbero come previsione di entrate... dovendo puntare tutto sulla riduzione e sul recupero dell'evasione.E se poi questo gettito non c'è, non è reale?
 
Quale futuro vede per i servizi pubblici, con un´eventuale flat tax?
 
La logica della "flat tax", che la Lega pare dimenticare, è che un'aliquota al 15% prevede necessariamente una sensibile riduzione della spesa pubblica. Perché se le entrate dipendono da un recupero evasione, e la spesa per servizi ed investimenti rimane tale, si rischia di fare un "buco" eccezionale. La "flat tax" prevede che il cittadino si paghi i servizi da solo: è una sorta di "Bignami del neoliberismo", ma non mi pare sia il sistema della Lega, che invece sostiene la bontà della spesa sociale, di una sanità universale, e di case popolari da dare ai cittadini italiani bisognosi. Con la "flat tax" lo Stato è obbligato a dimagrire, a diventare un soggetto quasi invisibile.
 
In che modo, allora, si dovrebbe intervenire sul sistema fiscale?
 
Oggi l'IRPEF grava in modo preponderante su una fascia limitata di popolazione, che ha un profilo ben chiaro: il sistema fiscale del Paese è retto da coloro che guadagnano dai 25mila euro in su e sono o sono stati lavoratori dipendenti. Abbiamo un problema: questi benestanti sono pochi e saranno sempre meno, perché è in corso un processo di depauperamento.
Sono dati statistici a disposizione, e fatico a capire chi immagina politiche e riforme senza partire dai numeri reali. Una seria riforma fiscale non può che partire allora dalla tassazione della prima casa, almeno 3-4 miliardi di euro che buttiamo via ogni anno, e che non altererebbero il sistema economico, la capacità di spesa delle famiglie, e da quella dei patrimoni. Abbiamo abbandonato la grammatica del fisco, e siamo portati a scambiare l'equità con la logica dei bonus".
 
Queste riflessioni trovano concorde anche Michele Raitano, che aggiunge: "Nella proposta più articolata di 'flat tax', quella dell'Istituto Bruno Leoni, è previsto una forma di 'imposta negativa' per chi ha un reddito inferiore ai 15mila euro, che diventerebbe una sorta di trasferimento monetario che però non sarebbe garantito agli incapienti, a chi proprio non ha reddito. In questo scenario, però, lo Stato non garantirebbe che forme di welfare minimale, probabilmente in tema di povertà, mentre il cittadino sarebbe chiamato ad acquistare sul mercato anche i servizi di base. Questa visione evidenzia un'idea primordiale del ruolo dell'intervento pubblico".
In questo scenario, però, lo Stato non garantirebbe che forme di welfare minimale, probabilmente in tema di povertà, mentre il cittadino sarebbe chiamato ad acquistare sul mercato anche i servizi di base.
Salto.bz: La "flat tax" è costituzionale?
 

Michele Raitano: Nel momento il cui l'aliquota è la stessa, per chi guadagna 30mila o 200mila euro, si perde qualsiasi forma di progressività fiscale. E questo crea una condizione che finirà con il beneficiare solo le classi che continuano a godere di aumenti salariali.  Anche il trasferimento sotto forma di imposta negativa a chi ha redditi molto bassi, a mio avviso, potrebbe non essere efficace: intanto perché le forme di redistribuzione tramite il reddito individuale non sono le migliori, anche perché molti cittadini sono incapienti, e la loro condizione di povertà non verrebbe intercettata. Credo davvero sia importante dibattere il tema, perché ormai l'idea che le tasse e la spesa pubblica siano "cattivi" accomuna i partiti di centro sinistra e di centro destra, e di abbassamento delle tasse si parlerà ampiamente in campagna elettorale, lo ha già anticipato anche il segretario del Partito democratico Matteo Renzi.
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alfred frei Lun, 11/13/2017 - 11:21

..... si tratta di una sanatoria "all'italiana" dei "Paradise Papers" , il walfare viene trasformato in una specie di panem et circenses con Salvini e Berlusconi sulla scena come le gemelle Kassler, naturalmente con trucchi differenziati ....

Lun, 11/13/2017 - 11:21 Collegamento permanente
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gorgias Mar, 11/14/2017 - 17:53

Nella proposta più articolata di 'flat tax', quella dell'Istituto Bruno Leoni, è previsto una forma di 'imposta negativa' per chi ha un reddito inferiore ai 15mila euro, che diventerebbe una sorta di trasferimento monetario che però non sarebbe garantito agli incapienti, a chi proprio non ha reddito.

Questo effetto negativo non ci sarebbe nel caso di un reddito di base incondizionato. (bedingungsloses Grundeinkommen)

Mar, 11/14/2017 - 17:53 Collegamento permanente