Società | La polemica

Ai ferri corti

Arianna Fiumefreddo, una dei soci firmatari della mozione di sfiducia verso il presidente di Centaurus e il direttivo: “Non ci trattano da associati ma da sottoposti”.
Bandiera
Foto: Pixabay

Quelle di Unterkircher sono solo tesi complottistiche che respingiamo con decisione, e che dimostrano la sua malafede nei nostri confronti”. Monta la rabbia dei firmatari della mozione di sfiducia verso il presidente di Centaurus - Gay e Lesbiche dell’Alto Adige Andreas Unterkircher e il direttivo. Da combustibile hanno fatto anche le parole pronunciate dallo stesso Unterkircher in un’intervista rilasciata al nostro portale. Con tanto di intemerata i malpancisti chiedono diritto di replica. A farsi portavoce del gruppo Arianna Fiumefreddo. Le tensioni, come già noto, raggiungono lo zenit con il caso di discriminazione  alle Terme di Merano, occasione in cui i vertici dell’associazione avrebbero mostrato un atteggiamento troppo light.

“Dopo aver sentito la direttrice della struttura Unterkircher, Kurt Wieser e Arnaldo Beccherle avevano optato per il silenzio e dunque non volevano commentare pubblicamente il fatto, poi, dietro nostra sollecitazione, sono usciti con un comunicato stampa blando, ma un’associazione come Centaurus-Arcigay ha il compito di esprimere solidarietà non di indagare sulla natura di un bacio”, tuona Fiumefreddo.

La base chiede allora a gran voce un’assemblea straordinaria, perché Merano a parte, i nodi sono diversi e non più trascurabili, a cominciare dalla “scarsa incisività generale dell’associazione. Un altro problema è rappresentato dall’irrisorio numero di soci attivi, ovvero quelli che hanno pagato la quota, che sono appena una ventina. Per non parlare del fatto che Centaurus non è ancora in grado di partecipare attivamente al Pride di Trento nel 2018, e lo dico da socia dell’associazione, non da esterna”, sostiene l'intervistata. Nel frattempo si dimette un membro del direttivo e il vicepresidente si dissocia dal modus operandi “poco chiaro” adottato nei confronti della storia di Merano.

"Unterkircher confonde la sua identità con il ruolo di presidente che ha compito di garanzia"

“È chiaro che il direttivo è scompattato e in grave difficoltà, di qui l’ipotesi di cambiare lo statuto e motivo in più per convocare un’assemblea straordinaria che invece Unterkircher sembra temere visto che ci ha completamente ignorati, evidentemente non ci considera degli associati ma dei sottoposti”, sottolinea piccata Fiumefreddo che rivendica inoltre il fatto che le richieste fatte alla direttrice della struttura meranese, nello specifico quella riguardo la formazione del personale per l’inclusione delle persone LGBT e l’adesione al Pride di Trento, non sono state poste da Unterkircher, “ma suggerite da me perché facente parte del coordinamento Dolomiti Pride”. Imperdonabile, prosegue Fiumefreddo, il fatto che Unterkircher abbia risposto alla questione della sfiducia sui media invece di risolvere le cose fra le quattro mura dell’associazione. “Unterkircher confonde la sua identità con il ruolo di presidente che ha compito di garanzia. Il nostro non è un attacco personale al suo operato, sebbene critiche da fare in merito ce ne siano, lui ha invece screditato i 12 associati che sono la vera parte attiva dell’associazione. Il suo personalismo non è più tollerabile”.

L’agguerrita socia impone infine alcuni quesiti: “Chi ha paura del cambiamento? E chi persegue il bene della comunità LGBT in Trentino-Alto Adige? Non scordiamoci che la nostra provincia, in particolare, ha un problema di omofobia dovuto anche all’incompetenza sulle tematiche LGBT”. L’apertura sul limite dei mandati espressa dal presidente di Centaurus non è, per Fiumefreddo, un reale segnale di rinnovamento: “Se non convoca l’assemblea straordinaria temi come questi non si possono affrontare, in quanto quella ordinaria non ha le competenze per farlo. Quello che chiediamo è solo dare la possibilità ai soci di scegliere fra avviare un processo di cambiamento o tenere lo statuto così com’è, tutto qui”.