Cronaca | Sport

“Ed ora puntiamo alla piattaforma”

Intervista a Maicol Verzotto, il bolzanino neo campione europeo di tuffi a Kiev nel trampoilino sincro da tre metri insieme ad Elena Bertocchi.
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Foto: web

salto.bz : E’ stata una vittoria sofferta, vero?
Maicol Verzotto - Sì, abbiamo dovuto faticare fino alla fine perché avevamo sbagliato un tuffo ed il vantaggio che avevamo accumulato non era molto grande. 

Ci avevate sperato?
Ma sì, ovviamente ci credevamo. Sapevamo di poter far bene, ma dire di poter vincere l’oro prima di fare la gara è sempre un po’ rischioso. Ma ci siamo davvero preparati per fare la migliore prestazione e dare davvero il massimo. 

Qual è l’emozione che si prova nel salire sul gradino più alto del podio?
Per me è stata la prima volta e salire sul podio per cantare l’inno è sicuramente un qualcosa di speciale. Bisogna dire però che anche il bronzo conquistato ai mondiali del 2015 aveva avuto il suo fascino perché era la mia prima affermazione importante a livello internazionale. Forse il nostro compito in quel frangente era stato ancora più difficile di quello di ieri, o almeno di pari livello.

A chi vanno i principali ringraziamenti per questo successo?
Innanzitutto a mia mamma e mio fratello, che sono persone più forti che conosco. E poi ai miei due allenatori Christopher Sacchin e Max Brick. Quest’anno ho iniziato con loro un nuovo percorso, dopo essere stato precedentemente allenato da Giorgio Cagnotto. Abbiamo creato subito una fantastica armonia e lavorato veramente bene su ogni singolo dettaglio. In gara questa cosa evidentemente ha fatto la differenza.

Bolzano si conferma ancora una volta una fucina di campioni. La nuova vittoria potrebbe essere un nuovo stimolo per fare in modo che la città si attrezzi per sostenervi ancora di più nella vostra attività di preparazione?
Io sicuramente lo spero. La storia dice che i tuffi a Bolzano vanno veramente molto bene e questa gara lo ha confermato. E’ stato anche bello capire che è possibile vincere qualcosa di veramente importante anche senza Tania Cagnotto. Non era facile perché finora i grandi risultati li avevo raggiunti insieme a lei (bronzo ai mondiali 2015 e argento agli europei 2016). Ma l’anno scorso la qualificazione olimpica e quest’anno l’oro europeo sono arrivati senza l’aiuto del suo grandissimo talento e per me questo è un segno molto importante. Lei mi ha senz’altro aiutato molto a crescere ed a vincere. Perché, lo ricordo, vincere aiuta a vincere. E far bene aiuta a fare ancora meglio. Io penso che tutto questo non può che far bene al movimento di Bolzano, gli appassionati, gli atleti ed anche ai futuri talenti, si spera. 

Quali sono aspettative per il sincro dalla piattaforma di venerdi? Il direttore tecnico Oscar Bertone ha detto che bisogna mantenere intatta la concentrazione.
E’ una gara su cui io punto molto. Subito dopo la gara dal trampolino e prima della premiazione il pensiero è andato proprio alla piattaforma. Mi sento pronto e anche più sicuro di quanto non ero sul trampolino da tre. Sulla piattaforma il livello sarà più alto perché ci sono coppie che si sono affermate ai giochi olimpici. Però con Noemi Batki abbiamo fatto un bellissimo percorso quest’anno per cui sono molto fiducioso. Possiamo fare veramente bene e non vedo davvero l’ora di gareggiare.