Cronaca | L’affaire Putin

“Io sì, ho conosciuto Savoini”

Alessandro Bertoldi parla dell’uomo che ha messo nei guai Salvini: “È vero, era uno dei suoi mediatori con i russi. Ma è una terza fila e la sua operazione è fallita”.
Savoini
Foto: facebook/associazione cult. Lombardia-Russia

È il caso, molto mediatico, che sta mettendo in difficoltà l’uomo forte della politica italiana. La trattativa sul presunto finanziamento russo alla Lega, rivelata da L’Espresso nel febbraio scorso ed esplosa come una bomba con la pubblicazione sul sito Buzzfeed degli audio della cena all’Hotel Metropol (5 stelle) di Mosca. La cornice nella quale si sarebbe parlato di un’oscura compravendita di carburante tra Italia e Russia, utile per far arrivare liquidità alla campagna europea del Carroccio. Protagonista, in negativo, Gianluca Savoini, ex portavoce del vicepremier, considerato uno dei suoi mediatori con l’entourage di Putin, da cui però il leader ha preso le distanze. Proprio quel Savoini, ora indagato dalla Procura di Milano per corruzione internazionale, che Alessandro Bertoldi, ex segretario del Pdl altoatesino e oggi lobbista alla Camera, ha incontrato di sfuggita in uno degli incontri in Russia. E che definisce “una figura di secondo, o terzo livello”.

È vero che con D’Amico, oggi consigliere per le attività strategiche di rilievo internazionale del ministro dell’interno, Savoini era l’altro uomo di Salvini a Mosca. Ma è una figura di secondo, o terzo livello. E non credo proprio che abbia favorito un sostegno diretto da Putin

“È vero che con D’Amico, oggi consigliere per le attività strategiche di rilievo internazionale del ministro dell’interno, Savoini era l’altro uomo di Salvini a Mosca”: così racconta Bertoldi, che ricorda di aver salutato il mediatore dell’associazione Lombardia-Russia al forum per il 70/esimo dell’accordo di Yalta nel palazzo di Livadija, in Crimea.

 

 

“Ero lì - prosegue -, tra i pochi italiani presenti e i circa 90 europei, come dirigente del Pdl, o in scadenza da tale incarico. Con Savoini ho detto ciao, ma non siamo mai stati amici. Lo conoscevo di vista come tutte le persone che hanno frequentato la Russia. Nell’ambiente si sapeva che era uomo di Salvini, assieme a D’Amico, per i rapporti con Mosca”.

A mio giudizio Savoini non può rappresentare quel tipo di relazioni. Va considerato che l’apparato russo ha un rapporto solido, cordiale, con le forze politiche italiane, a partire da Pd e Forza Italia. E il sostegno finanziario a Le Pen nel 2014 aveva viaggiato su ben altri livelli

 

 

“Su questo non c’è mistero” prosegue il lobbista. Tuttavia, Bertoldi definisce il mediatore “una figura di secondo o terzo livello”. L’ex dirigente del Pdl spezza indirettamente una lancia a favore di Salvini che è stato attaccato per un’eccessiva vicinanza a Putin, quando l’Italia ha invece negli Stati Uniti il suo principale alleato. “A mio giudizio - continua - Savoini non può rappresentare quel tipo di relazioni, un ipotetico sostegno diretto del leader russo ad un partito italiano. Va considerato che l’apparato russo ha un rapporto solido, cordiale, con i partiti italiani, a partire da Pd e Forza Italia. Non esiste infatti una forza politica pienamente ostile a Mosca nel nostro Paese e Putin non avrebbe avuto interesse a favorirne uno per inimicarsi gli altri. Inoltre, il sostegno invece andato in porto a Marin Le Pen (nel 2014, ndr) aveva viaggiato su relazioni a ben altri livelli”.

Insomma, l’equivoco per Bertoldi sta nella valutazione del peso attribuito a Savoini. “Si sa - taglia corto - che quando un soggetto interno a un partito passa da debole a molto forte, quelli che sono con lui magari approdano a situazioni a cui non sono abituati. Invece bisogna essere all’altezza”.

Il rapporto di Salvini con la Russia, per quanto ho spiegato prima, è più di amore che di affari o finanziamenti. Riguardo all’operazione, che non è andata in porto, trovo grave l’idea di per sè

Quanto all’operazione finanziaria, il portatore d’interesse in servizio a Montecitorio (per l’istituto demoscopico Quaeris srl) ha qualche dubbio. “Credo che sia stata un’iniziativa personale, per altro non riuscita da quanto so e immagino sarà appurato dall’indagine. Il rapporto di Salvini con la Russia, per quanto ho spiegato prima, è più di amore che di affari o finanziamenti. Trovo però grave l’idea di per sè della compravendita, che sarebbe stata illecita nei modi considerato anche che è stata tirata in ballo un’azienda come l’Eni”.