Cronaca | Il caso

“Terapia della luce”, ma è una truffa

Anziani contattati telefonicamente dall’offerta di fantomatiche sedute di fototerapia a nome dell’Azienda sanitaria. Che denuncia il raggiro: “Se vi capita, segnalate”.
luce
Foto: Pixabay

Fantomatiche sedute di “terapia della luce”. Spacciate come prestazioni dell’Azienda sanitaria dell’Alto Adige e proposte telefonicamente ai cittadini, per lo più anziani. È il tentativo di truffa messo in atto nei giorni scorsi in provincia di Bolzano, un raggiro in cui è stata coinvolta suo malgrado il servizio sanitario locale. Che ora attraverso una nota si dissocia da quanto avvenuto e annuncia di voler procedere per le vie legali al fine di individuare i presunti responsabili. 

È la stessa Sabes a dare notizia della truffa. Nei giorni scorsi, si legge, l’Azienda sanitaria dell’Alto Adige è stata più volte informata del fatto che alcuni cittadini sarebbero stati contattati telefonicamente da persone che affermavano di offrire delle sedute di fototerapia (“terapie della luce”) a nome dell’Azienda

L’Azienda sanitaria dell’Alto Adige non offre mai e in nessun modo terapie per telefono

La procedura delle chiamate è sempre la stessa: i chiamanti si presentano a nome dell’Azienda sanitaria dell’Alto Adige e offrono la possibilità di eseguire una seduta di fototerapia, che verrebbe effettuata in occasione di una visita a domicilio. Le prime sedute verrebbero offerte gratuitamente. Le persone contattate sono per lo più anziane. 

L’azienda precisa di non aver nulla a che fare con tutto questo, di non aver dato nessun incarico ad eseguire tali telefonate. La sanità sudtirolese, è l’ulteriore chiarimento, “non offre mai e in nessun modo terapie per telefono”.

Ai cittadini: ignorate quest’offerta ed eventualmente denunciate alle forze dell’ordine

Sabes dunque dichiara che “intraprenderà le necessarie azioni legali”. Segue l’invito agli utenti: “I cittadini e le cittadine a cui, per telefono, dovesse essere offerta una seduta di fototerapia a nome della sanità locale dovrebbero ignorare questa offerta ed eventualmente denunciare la telefonata alle forze dell’ordine”.