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“E da quel giorno provo a fare l’attore”

Dall’Alto Adige all’Inghilterra per inseguire un sogno: il bolzanino Alex Marchi si fa conoscere nel mondo della recitazione e del voiceover con Amazon Music e Netflix.
Alex Marchi
Foto: Alex Marchi

La sua è la voce degli intermezzi pubblicitari di Amazon Music, così come quella di alcuni personaggi del film di animazione Netflix uscito ad agosto “ll mio nome è impavido”. Ma non solo. Alex Marchi, classe 1985, ha recitato in numerose rappresentazioni teatrali e addirittura sul grande schermo accanto a star hollywoodiane come Michelle Williams e Mark Wahlberg nel film di Ridley ScottTutti i soldi del mondo”, che racconta la storia di Jean Paul Getty e del sequestro del nipote avvenuto a Roma nel 1973.

 

salto.bz: Marchi, cominciamo dalle origini. Ha sempre saputo di voler lavorare nel mondo della recitazione o è una passione che ha sviluppato di recente?

Alex Marchi: A dire la verità, già dopo gli anni delle superiori, che ho frequentato presso il Liceo Scientifico Torricelli, non sapevo esattamente cosa volessi fare della mia vita. Sapevo solo di avere un grande interesse per la scienza e per la medicina. Tentai quindi il test d'ingresso per Medicina a Verona e per poco non passai. A quel punto decisi di iscrivermi a Farmacia a Padova. Alla fine fu una saggia decisione, perché passai cinque anni fantastici a Padova. Feci anche un’esperienza di Erasmus e scrissi la tesi a Londra. Le cose peggiorarono quando, finiti gli studi, cominciai a lavorare in una farmacia a Bolzano. Se lo studio e la conoscenza della materia mi appassionavano da anni, il lavoro di farmacista non mi soddisfaceva neanche lontanamente. Fu un periodo buio: il lavoro non mi piaceva, Bolzano mi stava stretta e mia madre si ammalò di tumore - anche se per fortuna riuscì poi a superare la malattia. Mi sembrava di aver toccato il fondo e di dover fare qualcosa per cambiare la mia vita. Fu una scelta necessaria.

Mi sembrava di aver toccato il fondo e di dover fare qualcosa per cambiare la mia vita

E quindi lasciò l’Italia?

Esatto, lasciai il mio lavoro a tempo indeterminato per andare in Inghilterra. Ero venuto a conoscenza di alcune buone opportunità di lavoro nel settore farmacologico. Sapevo bene l’inglese grazie agli studi, ai viaggi e al periodo che trascorsi a Dublino prima di trasferirmi a Bristol. Lì dovetti scendere un po’ a compromessi: per guadagnarmi da vivere mi trovai un lavoro come cameriere. Vi lascio immaginare la felicità dei miei genitori… Tuttavia, non me ne pento: è stata una bella esperienza, ho conosciuto tante persone interessanti e ampliato i miei orizzonti. Dopodiché diedi un’altra chance al lavoro in farmacia quando trovai lavoro a Exeter, nel sud dell’Inghilterra. Ma, anche in quel caso, capii subito che non era la mia strada.

 

E in tutto questo la recitazione che ruolo ha avuto?

Quando ero ancora a Bolzano, seguii un corso amatoriale di recitazione al Teatro Cristallo. Ho sempre avuto un po’ il pallino della recitazione, anche se non l’avevo mai considerata un’opzione professionale. Sono cresciuto in un contesto economico e sociale che mi ha spronato a trovare un lavoro stabile, non precario. Quindi inizialmente consideravo la recitazione perlopiù come un hobby. Poi a Bristol conobbi un’attrice italiana, che mi spronò a iscrivermi a una Summer School e poi a un corso part-time di recitazione, che seguivo tre sere a settimana. Mi piacque talmente tanto che non riuscii più a smettere. E finalmente iniziai a pensare di voler recitare professionalmente.

E a quel punto cosa decise di fare?

Il passo più ovvio da fare fu quello di trasferirmi a Londra, dove ci sono molte più possibilità di fare provini e di avere dei lavori. E fu una scelta furba, perché un’accademia di recitazione londinese, il Drama Studio London, mi diede una possibilità. Per due anni, dal 2013 al 2015 seguii i corsi e mi diplomai. E da quel giorno provo a fare l’attore.

Per molti, l’attore è quello che vediamo al cinema sul grande schermo. Ma è importante sapere che per ogni attore famoso ce ne sono mille altri che interpretano piccole parti

Come funziona la vita da attore? Ha un agente che la segue e le trova i provini?

Per molti, l’attore è quello che vediamo al cinema sul grande schermo. Ma è importante sapere che per ogni attore famoso ce ne sono mille altri che interpretano piccole parti. Non è un mondo facile, bisogna combattere, essere costantemente pronti e studiare tanto. E sì, bisogna anche avere un agente. Io sono stato fortunato e l’ho trovato quasi subito. In generale è importante fare le foto e i video giusti per destare interesse ed essere chiamato per il provino. Già è difficile ottenere un provino, avere la parte lo è ovviamente ancora di più. Nel mio caso, inoltre, essendo straniero posso aspirare a parti più limitate qui in Inghilterra, dove l'accento British è spesso imprescindibile. La mia fortuna è sapere tre lingue - italiano, tedesco e inglese - quindi posso cercare provini anche in Italia e in Germania. E allo stesso tempo seguo dei corsi per farmi strada nel mondo dei diversi accenti anglofoni.

 

Come è arrivato poi al ruolo di doppiatore per Amazon Music e Netflix?

Uno degli sbocchi per gli attori è appunto il voice-over, il doppiaggio. È un lavoro molto ben pagato in proporzione al tempo speso per prepararsi e per registrare. Io mi sono preparato insieme a un coach a Londra e sono stato seguito da tre agenzie di voice-over. Il primo lavoro importante è stato appunto quello per Amazon Music. Ho registrato la voce degli intermezzi pubblicitari dell’applicazione musicale. Ovviamente questo incarico mi ha dato una forte spinta e le mie agenzie hanno iniziato a considerarmi di più. In seguito, poco prima del lock-down, per mia fortuna, ho deciso di comprare un kit di registrazione professionale da poter usare indipendentemente anche da casa. E di lì a poco sono stato contattato anche per il doppiaggio per Netflix, un po’ per caso. I produttori cercavano voci italiane, possibilmente residenti a Londra, in quanto Netflix organizza la maggior parte dei doppiaggi qui. Mi hanno trovato grazie al mio sito web, contattandomi inizialmente per il ruolo principale. Tuttavia, ho avuto un po’ di sfortuna: proprio in quei giorni il mio server ha avuto dei problemi e ho ricevuto l’email qualche giorno in ritardo. Ormai era troppo tardi per il provino da protagonista – come vi dicevo, questo è un mondo dove bisogna sempre farsi trovare pronti. Alla fine però sono riuscito a fare il provino per altri personaggi e mi sono poi visto assegnare il ruolo di doppiatore per quattro personaggi minori.

Progetti futuri? Ha mai pensato di tornare in Italia?

Per il momento non tornerei a vivere in Italia. Vivo a Londra con la mia compagna da quasi dieci anni e ormai la nostra casa è qui. Aspettiamo un figlio, che dovrebbe nascere a ottobre, quindi il mio futuro lo vedo qui. Non escludo invece di tornare in Italia per lavoro. Ho un agente a Roma che mi aiuta a inserirmi anche sul mercato italiano. Da un lato mi piacerebbe molto, dall’altra sento spesso di attori italiani “scappati” all’estero col dente avvelenato, che si lamentano della poca serietà nella recitazione italiana. Ma ovviamente è presto per dirlo, non voglio pormi nessun limite. Per il momento cerco di ampliare le mie conoscenze e i miei contatti e vedremo cosa mi riserverà il futuro.