Cultura | Diversità

Contadino : una parola, due significati

Nel dialogo tra persone di lingue diverse, contano anche i differenti significati delle parole stesse.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.

Le parole hanno significati diversi a seconda di chi le usa, tanto più in un luogo dove coesistono più culture e più lingue. E’ quello che sta succedendo in questi giorni nel dialogo tra i partiti politici bolzanini alle prese con la formazione della nuova Giunta Comunale. La parola in questo caso è “contadino”. Essa torna molto spesso in una discussione che riguarda (legittimamente) la distribuzione dei poteri all’interno della futura Giunta. Ciò che pesa però
sulla comunicazione tra gli interlocutori è anche il diverso significato che la parola “contadino” ha nella cultura italiana e in quella tedesca e sudtirolese in particolare..
Sui vocabolari della lingua italiana il contadino viene definito così: chi vive in contado, campagnolo, paesano, chi lavora la terra, zappatore, colono, mezzadro, persona di modi villani o rozzi, bifolco, burino, cafone, villano, zotico, pacchiano. Un’accezione prevalentemente e pesantemente negativa.
In Sudtirolo, al contrario, il contadino – der Bauer – gode da secoli di una grande considerazione sociale. E’ un proprietario, si è dato le sue solide ed influenti istituzioni (Cooperative agricole, Casse rurali, associazioni, ecc.), non viene considerato inferiore alle altre categorie professionali.
In questa diversa percezione che evoca la parola “contadino”, si nascondono anche le frequenti incomprensioni interculturali in provincia di Bolzano.
(www.albertostenico.it)