Società | L'iniziativa

L’Albergo diffuso stuzzica Salorno

Il Comune guidato da Roland Lazzeri è per il concetto alternativo di ospitalità. Avvio progetto: 2020. “Abbiamo un centro storico bellissimo, incentiviamo il turismo”.
Albergo
Foto: Pixabay

Albergo diffuso, un hotel “orizzontale” situato in un centro storico con alloggi sparsi in diverse strutture dislocate nello stesso nucleo urbano, dove gli ospiti possono entrare in contatto con i residenti e con lo spirito del luogo. Questa formula di ospitalità sta prendendo sempre più piede in Italia, e in Alto Adige, complice il caso di Egna, potrebbe ora conquistare anche Salorno sulla Strada del Vino. Il nome già c’è: “Ospitar”, ora bisogna catalizzare l’entusiasmo intorno all’idea. Un’idea che nacque dopo il terremoto del 1976 nell’area carnica in Friuli Venezia Giulia dalla necessità di utilizzare a fini turistici case disabitate per risollevare e restituire nuova vita a quei borghi sfibrati. 

 

Yes we can

 

Il Comune di Salorno è già “a bordo”. “Vogliamo creare ulteriori canali per incentivare il turismo, non avendo un così grande numero di strutture ricettive un albergo diffuso è la soluzione giusta per aumentare l’attrattività del paese - spiega il sindaco Svp Roland Lazzeri -. Abbiamo un centro storico bellissimo con delle case molto caratteristiche e vorremmo poter dare un’emozione in più agli ospiti che arrivano da noi, un’emozione che un albergo ‘verticale’ difficilmente riesce a trasmettere. Intendiamo offrire la possibilità a chi possiede un appartamento - prosegue il primo cittadino - di aderire a un progetto innovativo, oltre che creare opportunità lavorative per le imprese locali, dalla ristrutturazione o messa a norma degli immobili alla fornitura di servizi condivisi, in primis la gestione dell’hotel”. E quindi si pensa già a convenzioni con artigiani del paese, collaborazioni con cooperative locali per le pulizie delle case, ad esempio, ma anche per la gestione del flusso di prenotazioni, compito della futura reception, uno spazio centrale di arrivo dei turisti. E nell’arco di 300 metri, come prescritto dalla legge provinciale in materia, ci saranno le diverse “camere” che offriranno i normali servizi alberghieri. L’obiettivo dichiarato è riqualificare il patrimonio delle seconde case del paese, incluse quelle in disuso. Ogni abitazione lasciata sfitta, infatti, comporta un costo annuale che in media va dai 3.000 ai 4.000 all’anno, senza contare che una casa “abbandonata” perde il proprio valore nel tempo.

 

I dati da vicino

 

La società Community Building Solutions (Cbs) di Trento è stata incaricata dal Comune di redigere uno studio preliminare e sosterrà la struttura organizzativa sia durante la progettazione sia durante la fase di start up. Per individuare la fattibilità del progetto Cbs ha sviluppato alcuni indicatori che permettono di prefigurare alcuni scenari: età dei proprietari (il 45% è over 65, di qui l’ipotesi della necessità di un supporto organizzativo e di marketing su un’operazione di riqualificazione e di vendita turistica), concentrazione e frammentazione della proprietà, residenza dei proprietari. 

Un’elevata frammentazione - dunque la presenza di molti proprietari su uno stesso immobile - rende più complicato il processo decisionale che può portare a mettere a valore l’immobile all’interno di un progetto di “Albergo diffuso”. Inoltre, avendo il progetto una matrice pubblica, un’eccessiva concentrazione della proprietà degli immobili, in pochi proprietari, avrebbe potuto implicare una riflessione sull’opportunità da parte del Comune di avviare il progetto. Il dato però è positivo: oltre il 90% delle proprietà è intestata a una o al massimo due persone. Il numero medio di proprietari che hanno le seconde case di Salorno è 1,38. L’analisi ha permesso poi di rilevare la distribuzione di queste proprietà sul territorio. Nel Comune di Salorno il 68% dei proprietari possiede una sola seconda casa, e arriva all’87% se contiamo i proprietari di massimo due unità abitative. Infine, anche il dato sulla residenza dei proprietari delle seconde case appare molto interessante: oltre il 60% dei proprietari vive nel comune di Salorno, un altro 22% negli altri comuni della Provincia di Bolzano, il 14% in altre zone d’Italia e un 3% di proprietari con la residenza all’estero.

“Abbiamo lanciato l’idea, i presupposti normativi ci sono, ma i finanziamenti saranno a carico dei privati - precisa Lazzeri -. Per il progetto servono almeno 3 partecipanti e sette appartamenti, il numero minimo. Sono fiducioso che riusciremo a convincere i proprietari degli immobili del centro a intraprendere questa avventura, altri poi si aggiungeranno ai ‘pionieri’”. Per trovare delle formule di contribuzione e di supporto la ditta Cbs annuncia che si attiverà con tutti i soggetti istituzionali del territorio (banche di credito cooperativo per gli interventi di ristrutturazione, società di promozione turistica per la promozione) e sottolinea che dall’analisi di progetti simili è emerso che per ogni euro investito c’è stato un ritorno di 5 euro per il territorio. I tempi della tabella di marcia? “A metà del 2020 vorremmo che ‘Ospitar’ diventasse realtà”, auspica il sindaco. Prendere nota.