Ambiente | emissioni

“Una critica grossolana”

Mentre l'Europa stoppa la produzione di auto diesel dal 2035, la Provincia di Bolzano riceve 5 milioni per il contrasto all’inquinamento atmosferico
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Foto: Pixabay

Il ministro dei Trasporti Matteo Salvini ha parlato di “una decisione folle e sconcertante”, definendo la scelta dell'Unione Europea di cessare la produzione di automobili diesel a partire dal 2035.

Per il consigliere provinciale del Movimento 5 Stelle Diego Nicolini, quella di Salvini non è nientemeno che una “critica grossolana”, accompagnata “da un’altra figuraccia di Fratelli D’Italia e Lega che in Europa hanno votato in solitaria contro questa decisione”. Un ragionamento definito arretrato sinonimo del disinteresse della destra verso il governo di transizione energetica e la lotta al cambiamento climatico: “Ci discostiamo fortemente – ha detto Nicolini – perché il diritto dei nostri giovani a vivere in un mondo più pulito e vivibile è assolutamente prioritario. La critica di Salvini si dimostra grossolana ed appartiene ad una vecchia cultura industriale oramai tramontata. Sembra addirittura avvicinarsi ad una ideologia complottista che non mira al bene dell’Italia, bensì a mantenere il suo stato di arretramento. Non è assolutamente vero – dice il Consigliere – che questa scelta va contro i lavoratori italiani, anzi, è proprio il contrario: grazie all’implemento di nuove tecnologie legate alla mobilità elettrica si creeranno nuovi posti di lavoro più qualificati, proprio quel tipo di occupazione che i nostri giovani qui non trovano e per i quali sono costretti ad emigrare. Due esempi illuminanti li abbiamo qui in Alto Adige con aziende leader nel settore, come "Intercable" e "Alpitronic" che sono fonti di nuove assunzioni e redditività di altissima qualità sul territorio. È poco probabile – aggiunge Nicolini – che si vogliano fare gli interessi della Cina come dichiara Salvini, piuttosto è la Lega che vuole mantenere gli interessi della Lobby del fossile ovvero dei petrolieri. In realtà, le scelte nazionali nei vari piani di sviluppo industriale sono state molto miopi, visto che in Italia siamo ultimi in Europa per la diffusione di auto elettriche, nonostante il peso della nostra industria automotive e dal fatto che da anni si capiva che questo sarebbe stato un futuro indifferibile”.

 

È stato raggiunto nel frattempo un accordo da 5 milioni tra la Provincia autonoma di Bolzano e il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica per l’adozione di misure per il miglioramento della qualità dell’aria e il contrasto all’inquinamento atmosferico. A darne la notizia è la viceministra Vannia Gava: “Si tratta di uno strumento importante con cui, di concerto con la Provincia, interveniamo – è quanto sostiene Gava – con azioni condivise e concrete nei settori maggiormente responsabili delle emissioni inquinanti in un’area che rischia il superamento dei livelli di particolato atmosferico, eventualità che ci esporrebbe al rischio di avvio di una procedura di infrazione da parte della Commissione europea. Proteggiamo il Paese e tuteliamo l’ambiente”.

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Josef Fulterer Gio, 02/16/2023 - 07:04

In risposta a di Martin Aufderklamm

Seit der interne Wissenschaftler James Black 1977 die EXXON mit der Aussage gewarnt hat: "Es bleiben nur mehr 5 bis 10 Jahre, um von der Verschwendung der FOSSILEN ENERGIE LOS ZU KOMMEN," wurden weiter fast nur VERBRENNER-MOTOREN und "sogar mit der Abschaltung der Abgas-Reinigung im Straßenverkehr hergestellt."
Die Konzernleitung der EXXON hat die Gleiche Werbeagentur verpflichtet, die schon der TABACK-INDUSTRIE geholfen hatte, über weitere Jahrzehnte die GESUNDHETS-SCHÄDLICHKEIT des RAUCHENS bei den Politikern in Zweifel zu ziehen und damit die ZIGARETTEN-INDUSTRIE über weitere Jahrzehnte vor dem Werbeverbot und den inzwischen inzwischen vorgeschriebenen warnenden AUFDRUCKEN auf den ZIGARETTEN-PACKUNGEN "zu beschützen.
Das PLAPPER-MAUL SALVINI ist mit allerhand weiterem unbedarften Politikern noch immer nicht "im JAHR 2023 angekommen, obwohl inzwischen die KLIMA-BEDROHENDEN AUSWIRKUNGEN nicht mehr zu übersehen sind."

Gio, 02/16/2023 - 07:04 Collegamento permanente
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Michele De Luca Gio, 02/16/2023 - 21:45

Il tema è estremamente complesso e, purtroppo, la politica lo sta portando un po' in caciara. Potrei accennare a diversi aspetti ma mi dilungherei un po' troppo. Sulla frase "È poco probabile ... che si vogliano fare gli interessi della Cina", le batterie delle auto da dove arrivano? E se anche ci fosse una produzione in Europa, le materie prime da dove arriverebbero? Certo è un aspetto: ci si sposterà da una dipendenza (petrolio) ad un'altra (batterie).
Lo stesso si rischia di fare con l'idrogeno che sarà prodotto in paesi non propriamente democratici ed è la stessa cosa avvenuta con il gas.
Forse pochi se ne sono accorti, stanno arrivando in Europa auto elettriche cinesi, che però hanno prezzi doppi rispetto a dove vengono prodotte e quindi in Europa non sono poi così a buon mercato. Sono arrivate pure auto di produzione cinese con motore termico tradizionale che stanno, almeno in Italia, pian piano conquistando i favori dei consumatori in questo caso proprio per i prezzi ridotti. Ce ne sarebbe da discutere e il tema non si può risolvere in poche righe. Purtroppo temo un dibattito politico piuttosto... sbracato.
Una cosa c'è da dire: la decisione dell'Europarlamento è l'arrivo di un percorso normativo. Se c'era da contestare, lo si doveva fare prima. Adesso probabilmente è troppo tardi e comunque le case automobilistiche il percorso dell'elettrificazione lo avevano iniziato da parecchio tempo. Quelle che non lo hanno fatto sono invece sparite o assorbite in gruppi più grandi. Inutile tirare fuori la storia dell'industria nazionale perché ormai ha le proprie sedi in altri paesi europei.

Gio, 02/16/2023 - 21:45 Collegamento permanente
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Gianguido Piani Gio, 02/16/2023 - 22:58

In risposta a di Michele De Luca

La nuova Direttiva UE sulle auto elettriche non sta in piedi e sara' probabilmente modificata "n" volte prima del 2035 per adattarla a questo o quell'altro scenario.
E' sufficiente un confronto con le direttive sulla riforma dei mercati energetici o sulle emissioni di gas serra. Le prime sono partite sulla base di presupposti ideologici, secondo i quali la concorrenza tra societa' di generazione e vendita di elettricita' avrebbe di per se' risolto i problemi di accesso alle forniture, ridotto i prezzi e protetto l'ambiente. Poi sono arrivati Russia, Cina e i Paesi Arabi a rimettere le cose in un contesto piu' realistico e legato all'accesso effettivo alle risorse.
Lo stesso vale per le regole europee sui gas serra. Infinite riforme di mercato per non ammettere che il mercato non sta in piedi, e' un costrutto ideologico, e occorrerebbero altri strumenti. L'ultima riforma UE, di questi giorni, del mercato delle emissioni e' stata quella di allargarlo! Per chi non lo sapesse, a iniziare dagli iperstipendiati incompetenti di Bruxelles, il mercato delle emissioni e' un'idea USA di fatto imposta all'Europa nell'ambito del Protocollo di Kyoto (1997) che gli americani stessi non applicano perche' sanno che non funziona. Alla fine gli USA hanno deciso di intervenire con investimenti massicci di stato per affrontare il problema delle emissioni, spiazzando totalmente l'Unione europea ancora legata a una forte ideologia Thatcheriana. Quella che nella stessa Gran Bretagna da tempo non vogliono piu' sentire nominare.
Buon 2050 a tutti! L'anno delle emissioni zero.

Gio, 02/16/2023 - 22:58 Collegamento permanente