Economia | Povertà

“Keine Insel der Seligen”

Tony Tschenett del sindacato ASGB avverte: “Servono misure urgenti per sostenere la fascia dei working poor, è ora di togliere la testa dalla sabbia”.
Tony Tschenett
Foto: YouTube/Autonomiekonvent

Sebbene l’economia altoatesina dia segnali incoraggianti sedersi sugli allori appare oggi più che mai molto rischioso. Del resto come è emerso dal report presentato ieri (14 marzo) dalla Caritas esiste un “altro Alto Adige”: sono le persone meno abbienti che non riescono, da soli, a tenere il passo di quella economia che sta ripartendo. A confermare questa tendenza è oggi anche Tony Tschenett del sindacato ASGB il quale afferma che non solo l'indagine della Caritas ma anche quella dell’AFI-IPL, Istituto promozione lavoratori che al tema dei working poor ha dedicato una conferenza lo scorso febbraio, mostra che molti altoatesini sono sottopagati e non riescono a vivere unicamente del lavoro che svolgono.

“Sono dati - dice Tschenett - in linea con quelle che sono le esperienze con cui abbiamo a che fare quotidianamente all’ASGB”. Il sindacalista cita anche l’attualissimo studio del Censis e di Confcooperative sui giovani tra i 18 e i 34 anni che non frequentano la scuola, non si formano, né hanno un impiego (e non lo cercano).

Sono 20mila solo nella nostra regione, purtroppo non ci sono dati espliciti sul solo Alto Adige ma già questi numeri denotano che il Sudtirolo non è un’isola dei beati”, così Tschenett che poi conclude: “Dovrebbe essere un dovere di tutte le parti sociali fermare questa ‘politica dello struzzo’ e tirare fuori la testa dalla sabbia e rendersi conto che occorre un’azione urgente in favore dei lavoratori salariati. Sarebbe uno sprono per i responsabili politici e datori di lavoro per affrontare la carenza di competenze e in cambio servono misure per combattere il fenomeno dei working poor e uno sforzo per integrare i giovani disoccupati nella vita lavorativa. Il tempo dei discorsi della domenica è finito, ci aspettiamo delle azioni”.