Politica | la statistica

L'Invalsi boccia la scuola altoatesina

Dalla rilevazione nazionale esce un quadro preoccupante: studenti altoatesini sotto la media in italiano e matematica. Risultati ottimi solo in inglese.
giacomo lezione
Foto: Walter Donegà

Mentre i vicini trentini primeggiano, la scuola altoatesina in lingua italiana arranca. Se si eccettuano quelli in inglese, i risultati INVALSI nelle materie chiave italiano e matematica sono sotto la media italiana. Trattandosi di un’indagine nazionale con parametri uguali per tutti, l’incidenza della Dad sui risultati altoatesini c’entra poco o nulla, visto che lo strumento delle lezioni da remoto è stato impiegato ovunque. Semmai INVALSI registra un calo generalizzato in tutto il Paese in cui solo la Provincia di Trento rimane sopra alla media del 2018. La distanza della scuola altoatesina dalla media italiana appare in realtà in linea con quelli degli anni scorsi e trae verosimilmente origine dall’enorme spazio riservato all’apprendimento della seconda lingua fin dalla prima infanzia. Per ciò che riguarda la Dad, in Alto Adige nell’anno scolastico 2019/20 il 38% delle giornate di lezione si è svolto in didattica a distanza, mentre nell’anno scolastico 2020/21 le giornate di didattica a distanza nelle scuole superiori sono state il 36% e nelle scuole secondarie di primo grado il 22% del totale.

Scuola primaria: in inglese i migliori in Italia

Come già osservato negli anni passati – rileva una nota della Sovrintendenza italiana -  i risultati di comprensione della lettura (Italiano) della scuola primaria in lingua italiana della Provincia di Bolzano sono più bassi della media nazionale, sia in II primaria, sia in V primaria, anche se gli esiti che si osservano nella V primaria sono meno distanti dalla media nazionale di quanto non lo siano quelli della II primaria. In termini comparativi gli esiti di Italiano della scuola primaria di Bolzano del 2019 e del 2021 non differiscono tra di loro in misura significativa.” Si può quindi affermare che il sistema della scuola primaria altoatesino è stato in grado di non peggiorare i propri esiti medi complessivi, pur rimanendo livelli di risultato non pienamente soddisfacenti”, dice l’intendenza. Anche per la Matematica “si riscontrano esiti di natura simile a quelli osservati per l’italiano, come nel 2019, anche nel 2021 gli esiti di Inglese della scuola primaria in lingua italiana dell’Alto Adige, sia per la comprensione della lettura sia dell’ascolto, sono ottimi, sostanzialmente i migliori di tutta Italia”.

Scuola media

Come in tutte le regioni e i territori italiani per via della Dad gli esiti di Italiano e di Matematica della III media del 2021 sono più bassi rispetto a quelli del 2019 o del 2018. I risultati delle scuole secondarie di primo grado di Bolzano sono anch’essi in calo, ma quelli di Italiano in misura maggiore, tanto da portare la media complessiva della provincia significativamente al di sotto della media nazionale. Si confermano ancora una volta eccellenti risultati d’Inglese, con una quota pari a circa l’80%, tra le più alte d’Italia, di allievi che raggiungono almeno il previsto target dell’A2 del QCER.

Scuola superiore

Gli ottimi risultati di Inglese della scuola secondaria di primo grado si confermano anche al termine della scuola secondaria di secondo grado. Circa il 64% degli studenti raggiunge il B2 nella prova di lettura d’Inglese e circa il 59% in quella di ascolto. I risultati sono tra i migliori d’Italia, per quanto in flessione di alcuni punti percentuali rispetto agli esiti del 2019. Per quanto riguarda i risultati di Italiano e di Matematica al termine del secondo ciclo d’istruzione, gli allievi in difficoltà in Italiano passano dal 26% del 2019 al 42% del 2021, crescendo quindi di 16 punti percentuali, contro un incremento di 9 punti percentuali a livello nazionale. Più contenuto in termini relativi l’aggravamento degli esiti di Matematica: gli allievi in difficoltà passano dal 37% del 2019 al 44% del 2021, incremento inferiore a quello che si riscontra a livello nazionale.

Studenti “fragili”

Infine, nel 2021 è stato misurato da parte di INVALSI anche il numero degli studenti che terminano la scuola secondaria di secondo grado in condizioni di forte fragilità, ossia con risultati molto bassi in tutte le discipline testate. Questa percentuale passa dallo 0,5% del 2019 al 3,3% del 2021. Per quanto l’incremento degli allievi molto fragili sia in linea con l’incremento nazionale, la percentuale di studenti che si trova in questa situazione di particolare difficoltà rimane comunque tra le più basse d’Italia.

“Si tratta di dati - commenta l’assessore Giuliano Vettorato - che sia le scuole che la Direzione istruzione e formazione utilizzeranno per individuare le aree di miglioramento e di intervento nel nostro sistema scolastico”. Le prove INVALSI 2021, infatti, sono la prima rilevazione standardizzata degli apprendimenti dall’inizio della pandemia e possono rappresentare uno strumento per comprendere se e in quale misura lunghi periodi di interruzione della didattica in presenza abbiano prodotto effetti rilevanti sui livelli di apprendimento raggiunti. “Dai dati divulgati - spiega il sovrintendente Vincenzo Gullotta - emergono anche punte di eccellenza e di valore della nostra scuola, che vogliamo continuare a sostenere, come l’apprendimento dell’inglese, che sta dando ottimi frutti”.

Bild
Profile picture for user pérvasion
pérvasion Gio, 07/15/2021 - 17:06

»La distanza della scuola altoatesina dalla media italiana appare in realtà in linea con quelli degli anni scorsi e trae verosimilmente origine dall’enorme spazio riservato all’apprendimento della seconda lingua fin dalla prima infanzia.«

Hieß es nicht stets, dass das Erlernen einer weiteren Sprache der Muttersprache nicht schadet, sondern im Gegenteil auch ihr zum Vorteil gereicht!?

Gio, 07/15/2021 - 17:06 Collegamento permanente
Bild
Profile picture for user △rtim post
△rtim post Ven, 07/16/2021 - 07:31

Dass nach dem zweiten Corona-Schuljahr jemand mit den Ergebnissen der Erhebungen besonders zufrieden ist bzw. sein kann, war wohl zu erwarten. Warum soll das nun gerade in Südtirol anders sein? Seit wann wollen bestimmte Kreise einen territorialen Wettbewerb oder gar autonome Wege?
In anderen Artikeln und auf Lehrer-innen-Plattformen Italiens werden neben Fernunterricht .... als weitere Ursachen für die auch dort festgestellten geringeren Kompetenzen (L1) Italienisch u.a. — ebenso wie in anderen Ländern auf dieser Welt bei PISA z.B. — die ständige Beschäftigung mit sozialen Plattformen, die Veränderung der Lesekultur, der mangelnde Umgang mit Büchern (vom Vorlesen durch Eltern, das eigenständige Entdecken, Lesen, Vortragen ... auch außerhalb der Schule) und die (zusehens kürzeren) Aufmerksamkeitspannen genannt.
Dass die vergleichsweise schlechteren Ergebnisse in den Fächern Italienisch (L1) und Mathematik an den italienischsprachigen Schulen Südtirols nun aber mit dem Erlernen der Zweitsprache Deutsch (L2) zusammenhängen sollen (s. Aussage dazu im obigen Artikel) kann man nur hierzulande kommen, in welchem offenbar noch immer italisch-koloniale bzw. faschistoide Denk- und Handlungsmuster der Vergangenheit fruchtbar sind.

Ven, 07/16/2021 - 07:31 Collegamento permanente
Bild
Profile picture for user Franz Hilpold
Franz Hilpold Sab, 07/17/2021 - 17:49

Ein Vergleich mit den Ergebnissen der deutschen Schule in Südtirol wäre interessant, aber es fehlen eben diese Ergebnisse. Der Vergleich könnte Hinweise darauf geben, warum z.B. die Leistungen in Mathematik der italienischen Schule so schlecht sind. Dem etwas erweiterten Deutschunterricht die Schuld zu geben trifft die Sache nicht. Es ist schon wahr, dass die italienische Schule sehr sprachlastig ist und andere Fächer dafür geopfert werden; das bezieht sich vor allem auf Englisch, und darin haben die italienischen Schüler auch recht gute Ergebnisse.
Es ist schon erstaunlich, warum die deutsche Evaluationsstelle, ausgestattet mit viel Personal und reichlich finanziellen Mitteln, nicht näher am Ball ist und sich die Ergebnisse vom InvalSi in Rom erst ausrechnen lassen muss. Dann wird noch einige Zeit vergehen, bis die Ergebnisse auf Glanzpapier aufbereitet sind und im info, der Hauspostille des Schulamtes, veröffentlicht werden. Die schönen Grafiken liefert Rom.
War die neue Evaluationsstelle etwa zu stark ausgelastet mit überflüssigen Schulbesuchen und mit völlig nutzlosen Unterrichtsinspektionen? Jetzt in Corona-Zeiten?
Ursprünglich war gesetzlich vorgesehen, dass die Evaluationsstelle die Leistungen, aber auch die Schwächen des Schulsystems untersucht. Das wurde in der ersten Zeit, d.h von 2004 bis 2012, auch so gemacht, wenn auch mit kaum Personal und keine finanziellen Mitteln. Man war aber in der Lage, selber Daten auszuwerten und zu interpretieren. Diese Unabhängigkeit hat dem Schulamt und der Politik nicht gepasst. So hat man 2013 eine neue, völlig von der Bildungsdirektion abhängige Evaluationsstelle errichtet, sie mit viel Geld und Personal ausgestattet und ihr Wirken auf Schulinspektionen reduziert. Damit schiebt die Politik ihr Versagen auf die einzelne Schule. Das Wirken der früheren Evaluationsstelle wurde völlig totgeschwiegen, ihre Tätigkeit aus allen öffentlichen Papieren ausgemerzt und auch im lügnerischen Webauftritt der neuen Evaluationsstelle den Beginn der externen Evaluation erst auf 2013 angesetzt.
Nun wird das verkündet, was Bildungsdirektion und Landesrat vorgeben.
Dabei gäbe es auf der Ebene des Schulsystems sehr viel zu tun und interessante Gegebenheiten zu untersuchen. So könnte man z. B. die Leistungen des Universitätls in Brixen, das ja u.a. für die Lehrerausbildung zuständig ist, unter die Lupe nehmen. Von Interesse wären mit der Zeit auch die Untersuchung der Auswirkungen der kläglich gescheiterten Reform der Bildungslandschaft von 2011, als Sammelsurium-Oberschulen gebildet worden sind, ohne Sinn und Logik. Starke Schulen haben es überlebt, schwache dienen als soziales Auffangbecken. Auch der lustige Artikel 18 des Landesgesetzes 5/2008, mit dem jeder Landeskurs zu einer ordentlichen Schule erklärt worden ist, wäre einer näheren Betrachtung wert.
Es gibt natürlich auch gute Dinge, die zu Tage treten würden. Und gerade wegen einiger Aspekte der Exzellenz wäre der Bildungspolitik angeraten, soviel Mut zu haben, auch die Entdeckung von Problemfeldern zu riskieren. Dazu braucht es aber ein unabhängiges Organ, weniger Falschheit und den Verzicht auf Lügen.

Sab, 07/17/2021 - 17:49 Collegamento permanente
Bild
Profile picture for user Elisabeth Garber
Elisabeth Garber Gio, 09/02/2021 - 19:31

In risposta a di Franz Hilpold

Es gibt zu denken, was im Kommentar des ehemaligen Leiters der Evaluationsstelle, Franz Hilpold, geschrieben steht.
Als Laie versteht man, dass nicht zeitgemäss evaluiert wird, dass die abhängige Evaluationsstelle viel Personal beschäftigt und Ergebnisse politikgefällig zurechtgeschneidert werden. Zudem verschweigt man Verdienste der vorherigen Ära. Der letzte Satz ist m. M. sehr scharf formuliert.
Lustig ist die Wortfindung "Universitätl"!
Kaum vorstellbar übrigens, dass zwei ehrgeizige Typen wie G. Tschenett (Bildungsdirektor) und M. Holzner (Evaluationsstellenleiter), mit jahrelanger Erfahrung als Lehrer und als Schuldirektoren, tun (müssen?), was ihnen von vergleichsweise unbedarfter obiger Stelle (Politik mit Schwerpunkt Wirtschaft) aufgetragen wird.

Gio, 09/02/2021 - 19:31 Collegamento permanente