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"Un mondo raro"

Intervista al cantautore Fabrizio Cammarata, autore di un disco e di un libro dedicato a Chavela Vargas, regina della musica popolare messicana, scomparsa nel 2012.
Chavela Vargas
Foto: upi

"Era l'estate del 2014, e stavamo viaggiando in autobus tra gli stati di Oaxaca e Veracruz, in Messico, quando Antonio, che stava ascoltando la musica con gli auricolari, mi domandò: 'Perché non cantiamo queste canzoni in italiano?'. Stava ascoltando Chavela Vargas". Fabrizio Cammarata, cantautore italiano, spiega in questo modo la nascita del disco "Un mondo raro", che ha pubblicato nel gennaio del 2017 insieme ad Antonio Di Martino, anche lui cantautore (noto come Dimartino), l'amico che lo accompagnava nel suo viaggio attraverso il Messico.

Nati entrambi a Palermo nei primi anni Ottanta, Cammarata e Dimartino sono colleghi ma soprattutto amici. "In quel periodo stavo lavorando a un road movie che girava intorno alla canzone 'La llorona', una leggenda, un testo della tradizione musicale messicana del quale Chavela Vargas offre una interpretazione straordinaria, e che rappresenta per me una metafora della storia dell'America Latina" spiega Cammarata, che è uno dei protagonisti del prossimo Kaltern Pop Festival 2017, in programma dal 26 al 28 ottobre. Fino a quel viaggio, Dimartino non conosceva nemmeno la musica di Chavela. Fabrizio, invece, la adorava, e nel 2011, un anno prima della morte della Vargas (che è avvenuta il 5 agosto del 2012), era arrivato addirittura a bussare alla porta della sua casa, nella cittadini di Tepoztlan. Avrebbe voluto conoscerla, ma la persona che si prendeva cura della cantante, ormai vecchia, chiese di passare il giorno dopo, perché Chavela era stanca. Cammarata non potè trattenersi, e così quell'incontro è rimasto un sogno.




Nel racconto di Fabrizio, il fotogramma che segue il viaggio in bus vede i due cantautori in un hotel di Città del Messico, impegnati nella traduzione della canzone intitolata "No volveré", in italiano "Non tornerò". È quella che aprirà il disco. "La traduzione fu facile, e semplice. Scoprimmo così che nella nostra lingua il testo mostrava una bellezza nascosta". 
Cammarata e Dimartino completano così la traduzione di dieci tra i maggiori successi della cantante, che era nata in Costa Rica nel 1919 ma aveva vissuto in Messico a partire degli anni Trenta del secolo scorso, ed è stata resa famosa in Italia per aver partecipato alle riprese del film "Frida", che 15 anni fa (era il 2002) celebrò la vita della pittrice Frida Kalho, di cui Chavela fu amica ed amante. 

A Città del Messico i due cantautori italiani avevano conosciuto intanto Juan Carlos Allende e Miguel Peña, ovvero los Macorinos, i due chitarristi settantenni che avevano accompagnato Chavela nelle sue ultime esibizioni dal vivo. "Andammo con loro in uno studio di registrazione, e lì ci spiegano alcuni dei segreti di Chavela, del suo modo di interpretare le canzoni".

A partire dall'incontro los Macorinos, nell'estate del 2014 Cammarata e Dimartino entrano in relazione con molto altre persone che hanno avuto relazioni molto strette con Chavela, e parlano di lei con tutti loro. Pranzano con Mario Avila, il miglior amico della cantante, a Tepoztlan, e poi conoscono Maria Cortina, la giornalista che ha firmato l'unica biografia fino a quel momento esistente della Vargas, "Las verdades de Chavela" ("Le verità di Chavela", e Lila Downs, la sua erede artistica. "Ci siamo resi conto -spiega Cammarata- che stavamo collezionando storie e racconti della sua vita, che non avrebbero trovato spazio in un disco, e ci chiedemmo in che forma offrirli a coloro che avrebbero ascoltato il nostro disco, a un pubblico che in larga parte non conosceva Chavela Vargas. Scegliemmo così di scrivere un libro, anche se per entrambi rappresentava un modo 'inedito' di esprimerci". 


 

"Chi leggerà il librò dovrà passare da una pagina cancellata all'altra, e questo sarà il tempo di una lettura interiore, necessaria per capire il dolore provato da Chavela per tutto quel tempo che volle cancellare"

Anche il libro "Un mondo raro. Vita e incanto di Chavela Vargas" è uscito come il disco nel gennaio del 2017, per l'editore La Nave di Teseo. Non è una vera e propria biografia, ma il racconto di una vita che assomiglia a un romanzo, scritto utilizzando molto il flashback, come se fosse la sceneggiatura di un film. Si può spiegare solo così la scelta di pubblicare 40 pagine "cancellate", che corrispondono ai quasi venti anni di oblio nella vita di Chavela, che culminarono nel momento in cui la famosa cantautrice argentina Mercedes Sosa, che si trovava in Messico per alcuni concerti, arrivò a chiedere di essere accompagnata sulla tomba della Vargas. "Chavela amava parlare, raccontarsi, per quasi venti anni tra il 1972 ed il 1992, dopo la morte del suo grande amico ed autore José Alfredo Jimenez, furono come una pausa nella vita, passata secondo ciò che ha riferito a bere bere bere bere bere Tequila -spiega Fabrizio Cammarata-. Siamo fondamentalmente due musicisti, e per questo abbiamo deciso di usare una forma di comunicare i tempi e le pause tipico della nostra professione. Chi leggerà il librò dovrà passare da una pagina cancellata all'altra, e questo sarà il tempo di una lettura interiore, necessaria per capire il dolore provato da Chavela per tutto quel tempo che volle cancellare".

Sono le pagine che preparano il gran ritorno di Chavela Vargas, che tornò a cantare in un piccolo club di Coyoacan, lo stesso quartiere di Città del Messico dove si trova la "Casa Azul", dove lei aveva conosciuto Frida Kalho (e che oggi ospita il più famoso museo dedicato alle opere della pittrice). Fino al grande concerto del 9 aprile 2000 nello Zocalo, la piazza principale della capitale messicana, di fronte a 50mila persone. Pochi giorni prima, intervistata dal quotidiano la Jornada, l'ormai ottantenne Chavela Vergas aveva spiegato: "Sono molto emozionata. Non ho mai cantato nello Zocalo, e non sono ancora scesa dalla nuvola dove sono salita quando ho saputo che lo avrei fatto".