Politica | L'Intervista

"Meloni? Più leader di Salvini"

La consigliera dei Freiheitlichen, Ulli Mair, colpita dalla storia della leader di Fratelli d'Italia "ma la Lega è nostro partner". "Ammiro Durnwalder, non Kompatscher".
Ulli Mair (Freiheitlichen)
Foto: Giuseppe Musmarra Salto.bz

Se è vero, come è vero, che spesso la verità è scritta nelle vite delle persone, è interessante mettere in rilievo alcuni aspetti umani che rendono Ulli Mair, consigliera provinciale, nata e e residente a Bolzano, prima segretaria generale e poi Obfrau dei Freiheitlichen, una politica particolare. Così come particolare, e certo non consueta, è la sua capacità di ammettere l’imperfezione: "Con l'alcol ho avuto un serio problema, sono adesso 14 anni che non ne tocco più, e per me è stata una liberazione. Una mattina mi sono svegliata, mi sono guardata, mi sono chiamata per cognome, e mi sono detta: 'Mair, così non puoi più andare avanti'. Mi sono rivolta a una psicologa, sono stata in una struttura, ho capito molte cose di me stessa, e ho smesso. Oggi l'alcol mi dà fastidio al punto che se prendo un dolce mi assicuro sempre che dentro non ce ne sia. Mi sento rinata".

Salto.bz: Consigliera Mair, è vero che le piace la boxe?

Ulli Mair: Molto, mi scarica i nervi. Poi, quando sei davanti al sacco, nella tua mente puoi sempre dipingere il sacco con le sembianze di qualcuno che ti sta particolarmente antipatico, è davvero una cosa liberatoria. Dopo, infatti, mi sento benissimo!

Al di là delle idee politiche, qual è il metodo che lei segue nella sua attività?

Direi, in generale, l'autocritica. Prima di accusare gli altri, prima di dire che gli altri ce l'hanno con noi e che non è mai colpa nostra, direi che per prima cosa dobbiamo in tutti i modi provare a guardare a noi stessi, a che tipo di errori facciamo noi. Solo dopo possiamo criticare il prossimo, è un'altra cosa che ho imparato nel mio percorso.

Si metta nei panni di un elettore medio di lingua italiana. Lo sa che il suo partito e quello della Klotz per molti sono la stessa cosa?

A qualcuno sembra così, lo so, ma è una osservazione non corretta, non vera. Sono tante le cose che ci dividono; soprattutto, noi a differenza loro non ce l'abbiamo affatto con gli italiani, anzi.

Nella sua idea di "Stato libero del Sudtirolo" quale sarebbe lo spazio riservato a ciascun gruppo linguistico?

Tutti sullo stesso piano, assolutamente. Siamo tutti sulla stessa barca, e i problemi e le opportunità che abbiamo non si fermano certo davanti a un linguaggio diverso. Tedeschi, italiani, ladini, tutti insieme dobbiamo avere il coraggio di cercare la nostra libertà.

Sarebbe scandaloso pensare, alle prossime provinciali, a candidati di lingua italiana nel suo partito?

La scelta non compete a me, ma al nostro direttivo, giustamente. Dal mio punto di vista, se un italiano è bilingue, se accetta il nostro programma politico, direi che non ci sarebbe nulla di scandaloso, e potrebbe anche rivelarsi una mossa giusta.  Credo che la lotta per un Sudtirolo indipendente possa riguardare tutti".

Ci sono altoatesini di lingua italiana che votano i Freiheitlichen?

Certo che ce ne sono, perché hanno capito che conduciamo una battaglia comune.

Kompatscher e la Provincia. Come giudica politicamente il governatore?

All'inizio dell'emergenza Covid ho visto con favore il tentativo di perseguire una strada diversa da Roma. Ma poi gli è mancato il coraggio. Veda, Durnwalder, che io ammiro moltissimo, non aveva l'ossessione di piacere a Roma a tutti i costi, invece Kompatscher vuole assolutamente piacere, e quindi abbassa troppo spesso la testa. Inoltre non accetta consigli, non si fida, non accetta le critiche, gli manca il coraggio, la visione. Detto questo il rapporto personale è molto buono, corretto. Ma politicamente davvero non ci siamo.

La Svp in questo momento come la vede?

Un partito stanco, rassegnato, non più capace di portare avanti battaglie. E un partito oramai sempre più sfilacciato e di sinistra.

Lei è un donna di centrodestra. Che idea ha delle quote di genere?

Ne penso malissimo. Veda, io sono cresciuta in un partito che in nella fase iniziale aveva una radicata cultura maschilista, ma questo non mi ha mai impedito di darmi da fare e di arrivare dove sono adesso. Le donne vanno stimolate a primeggiare e a imporsi. Le quote sono, in questo senso, una sconfitta culturale. Un po' come se noi ammettessimo di aver bisogno della protezione, come se fossimo inferiori agli uomini. Per me proprio non esiste!

La storia della Meloni mi ha molto colpito, e trovo che a livello di leadership in questa fase sia un po' più leader di Salvini, che agli occhi della gente si sta forse un po' consumando.

Sempre da donna di destra o centrodestra: chi ha più leadership, Meloni o Salvini?

Premessa: sul Sudtirolo con le idee della Meloni proprio non ci siamo, e ci tengo a chiarirlo. Tuttavia, la sua storia di donna mi ha molto colpito, e trovo che a livello di leadership in questa fase sia un po' più leader di Salvini, che agli occhi della gente si sta forse un po' consumando. Il nostro rapporto con la Lega è naturalmente buono, e la Lega è e resta nostro ottimo partner. Però in questo momento come leader politico la Meloni viene vista con molto favore.

A breve si voterà a Merano, e i Freiheitlichen si presentano da soli. Con quali speranze?

Sarà ovviamente difficile, però abbiamo ottime candidature. Può essere un segnale di voglia di cambiare

Come valuta la candidatura per la Svp di Katharina Zeller?

Dà purtroppo un po' l'idea che la politica sia una faccenda ereditaria, anche se questo ovviamente non toglie che abbia pieno di diritto a candidarsi. Anche se ha cercato di attirare qualche esponente della destra tedesca, la Svp, soprattutto a Merano, è molto, troppo sbilanciata a sinistra.

Consigliera Mair, il suo partito ha conosciuto una fase di crisi. Come siete messi adesso?

Vedo molta voglia di ripresa e di entusiasmo, i messaggi della gente sono tanti.

Lei si ricandiderà?

Certamente sì.