Economia | barometro IPL

Occupati ma precari

In provincia di Bolzano un terzo dei lavoratori non sa se rinnoverà il proprio contratto di lavoro, la quota di dipendenti a termine più alta mai raggiunta in Alto Adige.
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Foto: (c) unsplash

Il lavoro non manca, dal momento che il tasso di occupazione continua a crescere. Tuttavia contratti sempre più precari fanno precipitare la fiducia delle lavoratrici e dei lavoratori altoatesini, soprattutto coloro che vengono impiegati in agricoltura, nell’edilizia e nel settore alberghiero.

“L’occupazione è in aumento – spiega il Direttore IPL Stefan Perini – ma è in aumento anche la precarietà contrattuale. Nel 3° trimestre 2022 su 100 dipendenti, 32 erano occupati con un contratto a termine o stagionale. Si tratta della quota più alta mai rilevata nella storia dell’Alto Adige, e questo avviene in tempi dove si riscontra penuria di manodopera”.

Il tasso di disoccupazione è ritornato ai valori minimi pre-crisi, risultando invariato rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, ad eccezione dell’edilizia e del settore pubblico che registrano una lieve diminuzione del numero degli occupati, diminuiti del -1,8% e del -1,6%. Ridotte considerevolmente anche il numero di ore di cassaintegrazione, diminuite del -72,4%.

Una situazione lontana dall’essere definita rosea. Secondo le rilevazioni del barometro IPL, le aspettative dei lavoratori e delle lavoratrici dipendenti in merito all’andamento economico della provincia sono peggiorate in ogni settore.

Stando ai dati dell’Osservatorio provinciale del mercato del lavoro, l’ultimo periodo si è caratterizzato per un aumento medio del numero di occupati del +2,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Allo stesso tempo i contratti stipulati nell’ultimo periodo hanno sempre più spesso una data di scadenza definita. I contratti a tempo determinato sono aumentati in media nel +6,2%, percentuali ancora maggiori se osservate all’interno di alcuni campi specifici. Nel settore agricolo e alberghiero si registrano importanti aumenti occupazionali (rispettivamente +9,3% e +9,4%) tuttavia i lavoratori impiegati, assieme a quelli del settore edile, risultano sempre più precarizzati. L’aumento dei contratti a termine ha raggiunto percentuali dell’11,5% nell’agricoltura e del +10,1% nel campo alberghiero. 

Precarietà lavorativa si traduce inevitabilmente nella difficoltà di far quadrare i conti a fine mese e di risparmiare per il futuro, preoccupazioni che non risparmiano nemmeno il settore pubblico, tradizionalmente quello definito più stabile.

Nel settore privato le difficoltà sono ancora maggiori e sempre meno ottimistiche sono le visioni per il futuro.
“Qui grava certamente in modo particolare l’incertezza del futuro – è l’analisi di IPL –  tra nuove abitudini dei consumatori costretti a risparmiare e nuove modalità di offerta delle prestazioni".